Oltre a quanto già detto nella notizia precedente si ricorda che con la mostra Mr. Holmes, I suppose si propone una ricognizione tra le rivisitazioni fumettistiche italiane del personaggio di Sherlock Holmes. Numerose volte il fumetto ha recuperato questo personaggio: dalla versione degli anni Cinquanta di Frank Giacoia a quella di William Barry del 1971, per arrivare al rifacimento de Il Mastino di Baskerville di André Paul Duchâteau e Stibane del 1991 o alle recenti allusioni di Alan Moore nel La Lega degli Straordinari Gentleman. In effetti il grande detective sembra personaggio adattissimo ad entrare in un mondo a vignette e non solo perché è un grande eroe popolare, dotato in fondo anche lui di superpoteri per quanto riconducibili ad un’apparenza realistica. Il fatto è che la figura di Holmes ha già per sé un’intrinseca natura fumettistica perché ha la capacità di rendersi immediatamente riconoscibile con poche parole e con alcuni piccoli dettagli che la caratterizzano. Basta una pipa o un cappello, una lente o un violino o ancora, per quanto non originale, l’ineffabile esclamazione di “Elementare, Watson” e subito nella nostra immaginazione si costruisce un’intera immagine, un carattere, la memoria di avventure già lette. Le tavole che esponiamo sono anche un’occasione per mostrare con quali atteggiamenti le avventure di Sherlock Holmes siano state trasposte a fumetti. È possibile infatti riconoscere tre tipologie di approcci nell’opera di reinterpretazione: c’è la vera e propria rivisitazione con il recupero di storie scritte da Conan Doyle, c’è il gusto della citazione ora in trame drammatiche ora in ribaltamenti parodici, c’è infine il recupero dell’icona per l’invenzione di nuove avventure, che vanno a comporre, insieme a tantissimi romanzi, l’enorme corpus di avventure apocrife. L’opera di Giancarlo Berardi e Giorgio Trevisan appartiene alla prima categoria: le storie sono tratte da “Le avventure di Sherlock Holmes”, prima raccolta di racconti editi originariamente sullo Strand Magazine nel 1892. Apparvero per la prima volta su “L’eternauta” nel 1986, furono poi raccolte in tre albi, editi dalle Edizioni L’Isola Trovata, per la collana "Gli Albi Orient Express” nel 1987, e sono ora edite da Le Mani di Genova. Sono una delle più raffinate riproposte a fumetti del detective, grazie all’abilità nella sintesi narrativa, all’impatto cinematografico del montaggio e delle inquadrature e ai disegni che giocano su toni di grigio e riproducono una atmosfera vittoriana che è realistica e onirica insieme. La storia di Guido De Maria e Bonvi apparve nel 1974 su”Il Corriere dei Ragazzi” ma non nella forma originale presente in mostra di sei tavole. Si tratta di una dichiarata parodia. Il celebre detective nemmeno compare, sostituito dal nostro Nick Carter e dai suoi compagni, ma l’atmosfera lugubre e misteriosa della brughiera e l’apparizione di un pericoloso per quanto improbabile mastino bastano a richiamare il capolavoro di Conan Doyle. L’ombra che sfidò Sherlock Holmes di Carlo Recagno e Giuseppe Palumbo si inserisce perfettamente nella tradizione degli apocrifi ed è stata pubblicata nel 2000 da Sergio Bonelli Editore, terzo numero della seria “Storie da Altrove”. Sherlock Holmes si trova qui ad affrontare un’avventura sospesa tra la realtà e il soprannaturale, e subisce un processo di attualizzazione grazie alla forza drammatica dei disegni, che spiccano per l’intensità del contrasto tra bianco e nero e la cura nei dettagli, e ai giochi intertestuali che ammiccano al coevo universo verniano mescolandolo a citazioni più recenti, da Stanley Kubrick a David Lynch. Chiude la mostra l’esposizione di alcuni reperti holmesiani, grazie anche alla collaborazione degli esperti di Sherlock Magazine e di Uno studio in Holmes, tra cui è possibile ammirare una preziosa raccolta dello Strand Magazine (la rivista che ospitava originariamente le avventure di Holmes) del 1893, varie edizioni italiane e straniere del “canone sherlockiano” (tra cui una prima edizione americana e un’edizione in ebraico del Mastino dei Baskerville), una selezione di apocrifi (tra cui il testo di Michael e Mollie Hardwick da cui Billy Wilder trasse la sceneggiatura per il film che sarà possibile vedere durante la serata di inaugurazione e un insolito incontro tra Holmes e Lupin pubblicato in Giappone nel 1983), riviste specializzate, nonché una sezione di saggi, dalle comparazioni tra il metodo di indagine holmesiano e quello freudiano ai volumi sul cinema e l’illustrazione dedicati al famoso detective.

Ricordiamo che la mostra si tiene presso il cinema Lumiére di via Azzo Gardino, 65 a Bologna.