Tutte le volte che sento fare un accostamento alla Regina del giallo e a Miss Marple mi corrono i brividi lungo la schiena. Ma ogni tanto (o troppo spesso?) succede. Anche da parte di esperti/e consumati/e. “Miss Marple si è reincarnata in Isabel Dalhousie”. Questo il perentorio giudizio di Irene Bignardi, sul cui nome non c’è bisogno di aggiungere nulla, in quarta di copertina di Amici, amanti, cioccolato scritto da Alexander McCall Smith e pubblicato da Guanda 2006. Sul nome non ho niente da aggiungere ma sull’accostamento qualcosa da eccepire ce l’avrei. Non fosse altro che per la differenza di età. Sia delle protagoniste in quanto tali che della loro nascita letteraria. Dopotutto Isabel è solo alla sua seconda esperienza, se non erro. E allora lasciamola crescere in pace e poi facciamo certi paragoni.

Ho già citato Alexander parlando di Preciouse Ramotswe nell’articolo “Chi è la più bella del reame?” dove affibbiavo la corona della “bellezza”, creativamente parlando, proprio alla investigatrice privata della Botswana rispetto ad altre “concorrenti” di tutto rispetto.

Ebbene l’autore ha praticamente trasportato di peso tutto il suo mondo creativo, tutto il suo stile (nel senso più ampio della parola) dal paese dell’Africa alla Scozia. Più precisamente ad Edimburgo dove Isabel lavora come direttrice della “Rivista di etica applicata”. Isabel non è (ancora) una Miss Marple ma certo potrebbe essere una Preciouse Ramotswe un po’ più giovane. Entrambe amano gli altri, si invischiano nei loro problemi e filosofeggiano sulla vita. Seppure la prima con più coscienza culturale, (dopotutto è una filosofa), e con maggiori dubbi e incertezze (proprio perché filosofa). E dunque il libro di Alexander, (anzi si potrebbe dire i libri di Alexander), non appartiene al filone del giallo tradizionale interessato almeno in parte alle azioni. Qui l’azione è quasi tutta nella testa della protagonista che ricorda, guarda, osserva, medita, riflette, dubita, tentenna. E poi, magari, passa ai fatti. Intanto è ricca e generosa. Generosa senza farlo sapere agli altri perché “era convinta che non bisognasse mai parlare delle proprie buone azioni”. Addirittura mette i soldi da parte per la sua governante Grace a sua insaputa. Sa che “Se viviamo in un villaggio globale allora i confini della nostra responsabilità sono molto più estesi. La gente che muore di povertà, di malattia, chi subisce ingiustizie: tutti nostri vicini, anche se stiamo all’altro capo del mondo. Era un cambiamento di prospettiva radicale”. ”Il problema, Isabel, è che ti maceri troppo. Prendi a cuore ogni cosa. Devi essere un po’ più dura e lasciar perdere i sensi di colpa di tanto in tanto” le consiglia l’amico Jamie ex fidanzato di sua nipote del quale lei si è invaghita.  E a proposito della nipote si preoccupa di lei perché incapace di distinguere “gli uomini per bene da quelli da evitare”. Sa perfettamente di riflettere troppo “Ecco, a volte mi sento come quelli che devono controllare dieci volte di avere spento il forno, o che continuano a lavarsi le mani per liberarsi dei germi. Una delle conseguenze dei filosofi è che ci si fa coinvolgere”, ma poi non ne può fare a meno. Ama i concerti, le buone letture, va pazza per i poeti, in particolare per Auden. Insomma l’autore si serve di Isabel per parlare di problemi sociali ed individuali, per scandagliare gli animi, per mettere in rapporto la realtà spirituale e quella razionale ecc… Con qualche sviolinata di troppo all’Italia e agli italiani (vedi il peana al grana padano, la lettura del “Corriere della sera”, la “generosità” degli italiani, l’eleganza delle nostre scarpe e il solito cliché  di quanto è bello avere un amante italiano) bilanciata in parte con la critica ai nostri politici “volgari e vanitosi”, spesso colti in flagrante con le mani nel sacco. La trama (un uomo che ha appena subito un trapianto di cuore ha delle visioni in cui gli appare il volto di uno sconosciuto) gli interessa ma fino ad un certo punto. Quello che gli interessa davvero è portare alla luce il complesso mondo culturale e psicologico di Isabel. Che è poi (almeno in parte) il suo.

Nell’articolo “Chi è la più bella del reame?” avevo detto che i libri di Alexander McCall Smith dovrebbero essere letti dopo uno di quei gialli pieni di violenza e di omicidi che vanno tanto di moda. Devo ammettere onestamente che vale anche il contrario. Dopo la lettura di uno dei suoi libri viene una gran voglia di leggerne altri dove ci sia almeno qualche schizzo di sangue e qualche bella scazzottata.

La nuova Agatha Christie è da tempo, secondo la stampa inglese, Minette Walters nata nel 1949 a Bishop’s Stortford nell’Hertfordshire (spero di avere trascritto bene). Questo accostamento pare meno avventuroso del precedente visto il curriculum della scrittrice che si è procurata un discreto numero di trofei prestigiosi tra i quali vanno sottolineati il premio Edgar Allan Poe e il Gold Dagger della Crime Writers’ Association. Più avventuroso, invece, stando al suo libro Un’esca per l’assassino pubblicato da poco dalla Longanesi.

Anche qui non abbiamo una investigatrice di professione ma

la signora Siobham Lavenham che si interessa di un delitto commesso nel suo paese. Accusato dell’omicidio di una anziana donna è il giovane Patrick con qualche conto in sospeso con la giustizia e irlandese come lei. Scarsi gli spunti personali: piuttosto alta, attraente, capelli castani che si lega con un elastico. Temperamento focoso lotta contro le ipocrisie ed i pregiudizi. Un personaggio la definisce “una giovane signora adorabile e di buon cuore”. Adorabile e tosta fino a quando non ha sciolto i fili della matassa. Per lei la religione è un supplizio più che un conforto. Critica gli inglesi perché amano troppo la repressione, per i loro pregiudizi contro gli irlandesi e per la loro ingenuità. Non male ma certo non eccelso e nemmeno alla pari di uno dei peggiori parti di Agatha.

 

P.S.

Rispondo volentieri al lettore o lettrice Lester che ha commentato il mio articolo “Il trio Macdonald!”. Lo/a ringrazio per la correzione del refuso Travil invece del corretto Travis. Per quanto riguarda le “ingenerose descrizioni” staccate dal contesto sono d’accordo. Le avevo inserite solo come brevi esempi di ciò che in genere gli viene contestato ma che, come ho scritto, può piacere o non piacere.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it