L’inglese Catherine O’Flynn con il suo romanzo d’esordio La bambina che sapeva troppo (What Was Lost, 2007) ha subito centrato l’importante bersaglio di arrivare nelle finali di vari importanti premi come il Man Booker Prize for Fiction, l’Orange Prize for Fiction ed il Guardian First Book Award e vincendo il prestigioso First Novel prize - Costa Book Awards del 2008.

L’autrice è nata nel 1970 a Birmingham ed è cresciuta in questa città passando molto tempo nel negozio di dolciumi dei propri genitori.

In seguito ha fatto vari lavori: insegnante, web editor ed anche la postina, scrivendo libri con argomenti attinenti alle varie professioni svolte. Ha trascorso vari anni a Barcellona e poi rientrata nella sua città natale ha scatenato la sua fantasia scrivendo questo romanzo.

La protagonista è una simpatica bambina, Kate Meaney che vuole fare l’investigatrice e mentre gira e “indaga” all’interno di un centro commerciale scompare e nonostante accurate indagini  non si trova più. Ma dopo vent’anni riappare o per meglio dire, all’interno del centro commerciale, diventato ormai gigantesco, nei lunghi e molto spesso vuoti corridoi l’addetto alla sorveglianza vede una bambina uguale a Kate ma le ricerche fatte non danno alcun esito.......

 

Riportiamo un brano dal romanzo:

 

“Adrian sapeva della Falcon lnvestigazioni, ma non di Mickey. Mickey era top secret. Il signor Palmer era sempre più arrabbiato per i furtarelli di dolciumi da parte dei ragazzini e così Adrian aveva assunto

la Falcon lnvestigazioni per effettuare una valutazione di sicurezza sul

negozio. Kate gli aveva detto che il suo onorario sarebbe stato di una sterlina al giorno più le spese. Disse che riteneva la valutazione avrebbe richiesto mezza giornata al massimo e che non ci sarebbero state spese, visto che viveva lì accanto, pertanto preparò una fattura di cinquanta centesimi. Kate era indescrivibilmente euforica per questo “vero” incarico. Uscì persino ad acquistare un autentico blocco per fatture con i fogli autoricalcanti, del costo di settantacinque centesimi, che fece andare in rosso il suo bilancio, ma era un investimento per il futuro. Kate chiese ad Adrian di comportarsi come normalmente avrebbe fatto lavorando nel negozio, mentre lei faceva la parte del taccheggiatore. Disse che era fondamentale per poter individuare i punti deboli. Dopo venti minuti Kate uscì dal negozio e andò nel suo ufficio per scrivere il rapporto. Lo presentò ad Adrian un paio di ore dopo, unitamente a trentasette centesimi di dolciumi che era riuscita a rubare. Il rapporto era diviso in due parti, la prima descriveva minuziosamente il tempo che aveva trascorso nel negozio, la seconda parte offriva raccomandazioni per “reprimere il crimine”. Tra le tante proposte, si suggeriva una diversa disposizione di alcuni dolciumi sfusi, una completa riorganizzazione dello scaffale delle patatine e l’istallazione di due specchi in punti strategici. Adrian trattò il rapporto con la stessa serietà in cui questo era stato stilato e attuò le raccomandazioni alla lettera.

Il signor Palmer rimase estasiato dai risultati ed il taccheggio venne virtualmente stroncato.”

 

Leggiamo ora cosa è scritto nella "quarta":

 

Negli anni Ottanta, Kate Meaney è solo una bambina che gioca a fare la detective in compagnia dell’inseparabile scimmia Mickey, il suo pupazzo preferito. Armata di penna e di taccuino, Kate si lancia in missioni spericolate, annotando ogni particolare e, naturalmente, stilando liste di tutti i probabili sospetti. Col tempo ha affinato un metodo di indagine che prevede disegni e fotografie “rubate” preferibilmente all’interno del grande Green Oaks Shopping Centre: un gigantesco centro commerciale dal quale la piccola detective sparisce all’improvviso, senza lasciare traccia. Vent’anni dopo, le telecamere a circuito chiuso dell’Oaks Shopping Centre iniziano a trasmettere le immagini di una bambina con un pupazzo a forma di scimmia... Sembrerebbe trattarsi proprio di Kate e, sulle tracce evanescenti restituite dal le telecamere, si lanciano le guardie giurate Scott e Kurt insieme a Lisa, una giovane commessa. Mentre tutti sono convinti che ciò che vedono sia reale, lungo i corridoi senza fine dell’alienante tempio del consumo da cui Kate è scomparsa tanto tempo prima, l’immagine della bambina assume la consistenza di un inquietante fantasma, costringendo gli spettatori a restare con il fiato sospeso, fino ad affrontare la più terribile delle domande: che fine ha fatto Kate Meaney?

 

La bambina che sapeva troppo di Catherine O’Flynn (What Was Lost, 2007, Traduzione Tiziana Felicim Newton Compton, collana Anagramma 69, pag. 232, euro 9,90)

ISBN 978-88-541-1050-2