Gesù, Giuseppe e Maria! O Dio, c’aiu visto!

 

All'alba di un gelido mattino di marzo, le grida di Suor Carmela dell'Addolorata svegliano il convento di clausura di S. Francesco, a Rende. Quando la Reverenda Madre Superiora arriva trafelata nel luogo da cui provengono le urla, prima si fa il segno della Croce, poi recita a bassa voce una breve preghiera, quindi telefona, nell'ordine, al Vescovo, al Parroco e, infine, al Maresciallo dei Carabinieri Claudio Zanchi, meglio conosciuto in paese come "Il Fiorentino" per le sue origini toscane, anche se una moglie e due figli lo ancorano ormai saldamente alla terra di Calabria.

Poche ore dopo, tutto il paese parla dell'accaduto.

"Concè, a’ saputo, c'è nu muorto in tru iardino d’u cumminto de e monache! ! Francesco, u frate du urtulano, era andato stamatina presto a purtare a verdura e ha saputo ca u muorto era na fimmina questo è certo perché teneva un paio di orecchini d'oro belli, preziosi. Dice che, per ora, ne hanno trovato uno solo, l'altro chissà dov'è finito. Ora devono fare....come dicono nei film, alla televisione, quando u dottore taglia il cadavere per studiarlo, sapere quand'è successo il fatto.....insomma, ci siamo capite! Chi n’avisse ditto, da e monache!? Qui, ogni tanto, qualche mortammazzato c'è stato ma sta cosa da e monache, è la prima volta!"

 “Si sa di quanno è muorta?”

 "Un si sa, ma è di tant’anni. Fra qualche giorno si saprà meglio. Chi sa chi n’era chira povareddra, pe’ finire ammazzata?"

"Ammazzata! Ma è sicuro?"

" No, sicuro no, u diciano in piaza. Come saccio ‘ncuna novità t’a a faccio sapiri. Anche tu, se sapi cosa, mi raccomando, cuntamilla......"

 "Statte tranquilla, Rosa. Dio, com'è tardi, devo correre a casa, a raccontare tutto a Nino e ai ragazzi! Statte buono".

 

"Professor Fiorini, che piacere parlare con un concittadino, anche se l'occasione è spiacevole - sorride, il Maresciallo Zanchi, mentre stringe, con tutta la cordialità possibile, la mano del suo interlocutore - posso offrirle un caffè? Mando subito a prenderlo al bar qui sotto ché lo fanno buono!"

Il professor Paolo Fiorini, docente di Chimica Organica all'Università di Firenze, si siede con calma e si guarda intorno.

"Grazie, molto gentile, un caffè lo prendo sempre volentieri. Ma, intanto, Maresciallo, per cortesia, voglia spiegarmi il motivo di questa convocazione urgente. Se ho capito bene, c'è un morto di mezzo ma non vedo come possa esservi utile una mia testimonianza: sono almeno quindici anni che manco da Rende."

"Caro professore, ecco il fatto: nell'orto del convento di clausura delle monache clarisse, a causa dei lavori di ripulitura del giardino e di ristrutturazione del muro perimetrale - sa, è un mese che ci lavorano, in previsione della festività del Corpus Domini, finalmente era arrivato il finanziamento dalla Provincia – è stato trovato il cadavere di una giovane donna. Seppellito in fretta e furia, a quel si può capire, l'hanno protetto le rovine di un'antica cappella. E' la parte del giardino più lontana dal convento, nessuno ci andava da anni, è pieno di rovi e di erbacce e anche pericoloso, con tutti quei muri diroccati. Lei ricorderà che, negli anni novanta, il convento non aveva più la sua funzione d'origine, era usato come foresteria dell'Università, per i docenti che venivano da fuori, come lei. Arrivo al punto: il corpo era eccezionalmente ben conservato e si potuto procedere a un'autopsia: il cadavere appartiene ad una giovane donna, uccisa, con tutta probabilità strangolata, esattamente nello stesso periodo. L'abbiamo identificata facilmente: si tratta della professoressa Chiara Luzi, di Bologna, docente di fisica, sua collega, che lei ha sicuramente conosciuto. Avrà compreso che stiamo convocando tutti coloro che risiedevano alla foresteria all'epoca. Ecco perché lei è qui, oggi, e la ringrazio per essere stato tanto sollecito!"

" Chiara! Non ci posso credere! Così bella, così solare, la conoscevo bene. Era sparita misteriosamente e ricordo che la famiglia fece la denuncia di scomparsa, ne parlarono i giornali, la televisione, ci furono molte ricerche. Successe poco prima del mio ritorno a Firenze. Negli anni successivi mi tenni in contatto con la sorella, per avere notizie. Poi, sa come succede. La lontananza, gli impegni...si tende a dimenticare. In questo momento, mi sento colpevole. "

"Ha detto che la conosceva bene. Quanto bene?"

"Maresciallo, non voglio farle perdere tempo, sarò sincero: Chiara ed io ci siamo intesi subito, lei da Bologna, io da Firenze, ci sentivamo due anime in esilio in questo paese. C'è stata una storia, breve, solo sei mesi, importante, almeno per me. Mi ha lasciato lei, aveva qualcuno con cui era coinvolta in modo totale, appassionato."

"Professore, parliamoci chiaro, lei sa chi era ?"