Appena uscito visto e preso questo Il mio volto è uno specchio di Enrico Luceri, Mondadori 2008, vincitore del premio Tedeschi dello stesso anno.

 Sintetizzo: una promessa di vendetta sul letto di morte in Venezuela nel 1988, albergo sul lago Trasimeno nel 2001, un vecchio malato rompiballe (bel personaggio un po’ troppo “tirato”) con la seconda moglie più giovane di lui che lo deve accudire (forzatamente perché non vede l’ora che tiri il calzino), un figlio che al momento non si vede, due coppie di sposi in viaggio di piacere. Il solito assassino, anzi assassina (lo sappiamo fin dall’inizio), che macchina per l’uccisione del vecchio. Sfortunata a bestia (staggese) che per un verso o per l’altro non ci riesce e chi ne fa le spese…

Aggiungo un commissario sulla scia di quelli bonari e tranquilli, parole pacate e nello stesso tempo  decise, sorriso che scioglie d’incanto i caratteri più scontrosi e diffidenti, addirittura si infastidisce se si accorge di avere alzato il tono della voce. Questo particolare mi ha fatto ricordare un po’ l’ispettore Vandam di Freeman Wills Crofts in “La tela del ragno” che avevo letto poco prima.

Ci metto pure dialoghi su dialoghi svolti con accuratezza (a volte un po’ forzati), spunti ed elementi indiziari sparsi ad arte,   veleno per topi, coltelli e forbici che spariscono misteriosamente, coperte elettriche mortali, un difetto fisico che si vede e non si vede, tensione, paura, dubbi, intuizioni, ripensamenti, sogni angosciosi in un’aura di gotico che pervade il tessuto narrativo, il tassello che manca e alla fine arriva a ricomporre il mosaico. Prosa scarna, essenziale, movimento ora lento, ora più ritmato secondo le circostanze. Un prodotto dignitoso, curato nei particolari senza però quel quid, quello scatto in più, quel pizzico di originalità che lo elevi al di sopra di tanti altri prodotti similari. Un po’ di delusione c’è stata, via. Interessanti i due racconti aggiunti di Gianluca Ascione e Anna Iaquinta.

P.S.

Poiché questa è una mia rubrica personale mi soffermo per una precisazione pubblica verso Luceri che ho conosciuto come persona colta, garbata e squisita. I complimenti che gli ho fatto per la vittoria del premio Tedeschi 2008 non sono in contraddizione con qualche mia riserva sul libro. Chiunque lo pensi, si tratti pure dell’autore stesso, si sbaglia di grosso. Il libro va letto comunque.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it