Ormai è un fatto acquisito che dai freddi paesi del nord dell’Europa stanno arrivando ottimi romanzi gialli, siamo partiti dalla Svezia e dalla Norvegia e ora scopriamo che anche l’Islanda a fior di scrittori. Un esempio, ottimo in tutti i sensi, è Arnaldur Indridason che ha conquistato grande fama anche in itlia per merito di Guanda Editore che ci sta presentando i romanzi della serie dedicata al commissario Erlendur Sveinsson.

Un corpo nel lago (Kleifarvatn, 2004) è il quarto romanzo che viene tradotto, ma è il sesto della serie. I precedenti titoli, sempre editi da Guanda sono: Sotto la città;  La signora in verde e La voce.

L’autore ha saputo delineare molto bene l’immagine del protagonista, un investigatore duro, dai modi spicci e apparentemente poco sensibile (ma non è cosi’) e con molti problemi alle spalle.

molto interessanti anche le figure dei suoi collaboratori e nei suoi

romanzi viene sempre molto ben descritta la società islandese con le sue virtù ma anche con i suoi vizi e le sue “manie”.

Possiamo dire che i suoi gialli sono originali e intelligenti e incentrati in modo particolare sulle personalità dei protagonisti. In patria ottengono un successo crescente e anche nel nostro paesi gli estimatori aumentano in maniera sempre crescente.

Arnaldur Indridason è nato nel 1961 a Reykjavik, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi che di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il «Morgunblaòiò». Ha iniziato la sua carriera di scrittore nel 1997 pubblicando il primo romanzo della serie dedicata al commissario Sveinsson. Ha vinto numerosi premi, fra i quali Glasnyckeln e Gold Dagger. Vive a Reykjavík, è sposato e ha tre figli.

 

la “quarta”:

 

Uno scheletro spunta dalle acque dellago Kleifarvatn, a sud di Reykjavik, nel punto in cui il bacino si sta prosciugando per cause non chiarite e la sabbia rivela i suoi segreti. A trovano è una giovane idrologa addetta ai rilevamenti: la polizia, al telefono, inizialmente pensa a uno scherzo. Si tratta dei resti di un uomo, databili intorno agli anni Sessanta del Novecento. Lo scheletro è legato a uno strano apparecchio di fabbricazione sovietica, in apparenza una ricetrasmittente. Nel cranio c’è un foro, grande come una scatola di fiammiferi. Omicidio o suicidio? Delle indagini è incaricato il solitario e spigoloso agente Erlendur Sveinsson, che per ragioni personali è ossessionato dai casi di persone scomparse, soprattutto se ignorati dai più e lontani dai clamori della stampa. Come sempre, Erlendur è affiancato dai colleghi Siguròur Oli ed Elfnborg, mentre nell’ombra lo aiuta il suo ex capo, Marion Briem, ormai in pensione. Gli indizi sono scarsi, le tracce confuse, tuttavia un elemento decisivo emerge con forza: la scomparsa dell’uomo è collegata in qualche modo a una rete spionistica del Patto di Varsavia, che operava ai tempi della Guerra fredda, quando il territorio islandese era considerato strategico dal punto di vista militare e ospitava una grande base NATO americana. Ma lo spettro del comunismo si aggira ancora per l’Islanda? Per trovare la risposta, Erlendur dovrà disseppellire rancori mai sopiti, ideologie tradite e amori indimenticati.

 

Un corpo nel lago di Arnaldur Indridason (Kleifarvatn, 2004, Traduzione Silvia Cosimini, Ugo Guanda Editore, collana Narratori della Fenice, pagg. 318, euro 16,50)

ISBN 978-88-6088-297-4