Il libro che presento mi è stato inviato in omaggio. Dunque è possibile che il mio giudizio ne sia involontariamente influenzato. In positivo, s’intende. Ma anche in negativo dato che, per cercare di sottrarmi ad una eventuale, istintiva forma di riconoscenza, può accadere che l’omaggio sortisca addirittura l’effetto opposto. Tagliamo la testa al toro. Facciamo finta che lo abbia acquistato in una delle solite librerie di Siena e non se ne parli più. Del fatto che mi sia stato inviato in omaggio, si capisce, ma del libro bisogna parlare, più specificatamente di Owen Keane e il relitto misterioso di Terence Faherty, Odissea Mystery 2009, altrimenti addio recensione.

Veniamo al sodo. Partiamo dalla seconda di copertina “Perché mai un milionario sessantenne, senza accuse cui dover rispondere o ambizioni sociali da proteggere, vuole riaprire uno scandalo di quarant’anni prima?

Questo è il motivo per cui viene pagato un ex seminarista, Owen Keane, un introverso, introspettivo e spesso stravagante collaboratore per le ricerche di uno studio legale. Questo studio è stato segretamente incaricato da Robert Carteret, che cerca risposte al mistero che circonda il disastro aereo in cui sono morti suo fratello e la fidanzata…”

Continuiamo con altri particolari. Un brutto sogno del disastro aereo che tormenta una persona, per esempio, la cui identità sarà svelata alla fine. Su Owen Keane: lavora

nell’ufficio di Harry “imponente, più grosso e più bello” di lui; sua amica-fidanzata Marilyn bibliotecaria “intelligente e divertente”. Tutti e due vivono a Brooklyn. Sesso il giusto senza farla troppo lunga e cincischiarci sopra come succede spesso. Discreta simpatia per le bottiglie di scotch. Cita Melville, S.S. Van Dine, Perry Mason, Agatha Christie, Humphrey Bogart  e forse qualcos’altro ancora che mi sfugge.

Prima tappa del nuovo lavoro trovare più notizie possibili attraverso ricerche in biblioteca. Seconda tappa intervistare le persone che possono sapere qualcosa di più sull’incidente. Nonché su Robert Carteret, il cui scopo di conoscere i risvolti di una vecchia vicenda proprio non si capisce. E c’è pure Marilyn che lo invita a desistere da questo incarico….Un bel mistero.

Prosa che scivola via sicura e brillante con venatura ironica (“Mi guardò come se fossi un volume restituito in ritardo che aveva trovato sotto le coperte” ecc…) e risvolto psicologico niente male soprattutto nei riguardi del protagonista. Ci si immerge facilmente nei suoi pensieri, nei suoi dubbi e nelle sue poche certezze. Descrizioni vive e accurate della città ma non manca un excursus nella foresta dove Owen se la vede davvero brutta.

Per un istintivo senso di gratitudine avrei voluto dare un ottimo. Ma per non apparire troppo generoso ero sul punto di dare un discreto. Ho finito per affibbiare un buono.

 

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