Dopo la presentazione del libro e della sua scheda avvenuta lo scorso 20 dicembre, ecco una più approfondita analisi di questa antologia... Mai titolo fu più azzeccato, mi verrebbe da dire. Sì, perché Un Natale in Holmes non solo raccoglie in un'antologia diversi racconti scritti nel 1996 e pubblicati nel libro Holmes for Holidays, ma rappresenta il riassunto di un periodo di festività natalizie all'insegna del Grande Detective. Il Natale degli appassionati sherlockiani di quest'anno, sebbene in balia del decreto Salva Italia, li ha visti subissati di iniziative editoriali e non solo. Oltre all'antologia edita da Gargoyle, di cui ci occupiamo oggi, il mercato editoriale ha sfornato in queste settimane il libro Mio diletto Holmes (vedi intervista all'autrice: www.sherlockmagazine.it/notizie/4533/), il romanzo di Luca Martinelli (vedi recensione su www.sherlockmagazine.it/notizie/4555/) e un altro prodotto editoriale quale Irene Adler, Sherlock, Lupin & Io… (www.sherlockmagazine.it/notizie/4536/). Su tutto questo è giunto il tanto atteso film di Guy Ritchie Sherlock Holmes - gioco di ombre, che ha così completato la festa per tutti i fan.

Tra i libri pubblicati, comunque, l’antologia di 326 pagine edita da Gargoyle è certamente quella più indicata al periodo delle vacanze natalizie perché raggruppa storie apocrife ambientate tutte a cavallo di Natale, quando la coltre bianca e ovattata di neve e il freddo pungente si impossessano di Londra e di altre località nelle quali Sherlock Holmes e il suo fidato amico dottor Watson si trovano a risolvere nuovi casi (uno persino a in Italia!). Gli autori presenti sono davvero tanti, molti dei quali ben noti agli appassionati di giallo in quanto vincitori di molteplici premi letterari: abbiamo Anne Perry, Loren D. Estleman, Carole Nelson Douglas, Reginald Hill, Barbara Paul, Gillian Linscott, Gwen Moffat, Jon L. Breen, J.N. Williamson, John Stoessel, William L. DeAndrea, Bill Crider

, Edward D. Hoch e Carolyn Wheat.

Senza svelare troppo delle storie vediamo assieme di analizzare cosa ci propone questa novità editoriale. Gli appassionati del giallo vittoriano ben sapranno che vi sono alcuni autori contemporanei che amano ambientare le proprie opere nella Londra descritta di Sir Arthur Conan Doyle nel canone sherlockiano. Alcune volte le storie si svolgono un po’ prima, altre un po’ dopo, ma la capitale inglese della Regina Vittoria assurge quale palcoscenico di misteri e delitti da risolvere tramite il detective o ispettore di turno. Tra gli autori di gialli di successo, che hanno fatto di questa ambientazione la loro fortuna editoriale, figura Anne Perry, londinese, classe 1938. Va da sé che vista la sua notorietà, il nome di Anne Perry è il primo a figurare in copertina ed è anche suo il primo racconto ad aprire il libro (La campana della vigilia). Devo dire che avendo praticamente letto tutto della Perry mi aspettavo un racconto più coinvolgente. Invece mi ha dato l’idea di essere stato quasi un esercizio di scrittura, come se avesse dovuto svolgere il “compitino”. Il colpo di scena mi è parso abbastanza prevedibile e tutto sommato credo sia uno dei racconti meno intriganti e più deboli del libro. Tuttavia, possiamo apprendere una lezione importante: durante la Messa di Natale è sconsigliato andare in chiesa se non siete più che sicuri di chi vi sta attorno).

Il detective di Natale di Barbara Paul (sua la serie di gialli con protagonista Marian Larch) è di maggior spessore e la giovane donna che si precipita in Baker Street dubitando del suo fidanzato rappresenta un plot iniziale interessante che andrà via via crescendo. 

Raccontato con gli occhi della piccola Jassica, durante una vacanza invernale natalizia in Svizzera all’Hotel Edelweiss, abbiamo poi il racconto Uno scandalo in inverno di Gillian Linscott, ex giornalista della BBC. La Linscott sconvolge la struttura-tipo del racconto canonico in cui è Watson a narrare gli episodi, e propone la sua storia attraverso il curioso modo di osservare dei bambini. Ecco dunque che Homes e Watson sono presenti sulla neve e vengono a far parte della narrazione con i nomignoli affibbiati dalla giovanissima narratrice:  “Silver Stick” e “Square Bear”. Facile dedurre che per la bambina il “bastone d’argento” sia il longilineo Holmes e il “paffuto orsacchiotto” rappresenti il dottor Watson. I due, non si trovano lì per caso, e grazie ai ricordi della ragazzina riescono a ricostruire un incidente avvenuto l'anno prima e a scagionare la signora McEvoy, che le malelingue la additavano come l'assassina del defunto marito.

C'è un altro posto angosciante in Inghilterra quanto le lande di Dartmoor ed è il Distretto dei Laghi nel Cumberland. È qui che a cavallo di Natale Gwen Moffat ambienta il suo racconto apocrifo L'avventura nel Cumberland. Da non confondere con Steven Moffat, creatore della recente serie della BBC "Sherlock" qualcuno lo ricorderà senz’altro per i suoi personaggi della signorina Pink e Jack Pharoah. L'intrigo è piuttosto fitto e per non svelare troppo del misterioso incidente/omicidio ci limitiamo a osservare, parafrasando Sherlock Holmes, che può esserci solo una cosa più pericolosa di una donna...

L'avventura dei tre spettri ci fa rincontrare Loren D. Estleman, ben noto ai fan del detective inglese per via del pastiche edito in Italia sempre da Gargoyle, Sherlock Holmes vs. Dracula. La sua storia è un omaggio alla più classica delle storie di Dickens che ci fa riaffiorare lo spettro di Stapleton Baskerville e persino la radice del Piede del Diavolo di canonica memoria. Intrigo piuttosto banale da risolvere, ma ben costruito narrativamente. Il finale positivo, poi, sottolinea la necessità di evidenziare la potenza del Natale.

Il racconto successivo si intitola L'avventura del cane ventriloquo di Jon L.Breen, vecchia conoscenza degli abbonati alla Ellery Queen's Mystery Magazine americana. La storia ha inizio la vigilia di Natale quando in Baker Street irrompe un tizio piuttosto strampalato che si autodefinisce l'uomo più meschino e tormentato d'Inghilterra. Si tratta di uno scrittore professionista che avendo scritto un articolo sul tema dei ventriloqui tira in ballo questa tecnica anche come utilizzo fraudolento nell'ambito dello spiritismo (e qui viene citato da Watson il suo "agente letterario" - Conan Doyle? Dice Watson: "lui se ne interessa. Non riesco a immaginare il perchè"). Un quadro che si modifica nei suoi soggetti dipinti, un terrier bianco e un matrimonio da compiersi nel giro di dodici mesi sono gli ingredienti di questa piacevole quanto arguta vicenda.

Si arriva così a L'avventura dell'uomo che non rideva mai. J.N. Williamson, prima della sua scomparsa, è stato fin da giovanissimo membro degli "Irregulars" di Baker Street. Nel suo racconto, ambientato nel dicembre del 1894, facciamo la conoscenza di Eleanor Chesterfield e della sua disperazione per la scomparsa del fratello. La risoluzione del caso necessita il supporto di Watson e della psicanalisi froidiana e, visto il periodo natalizio, Holmes si rifiuta di essere pagato, facendo dono della soluzione a miss Chesterfield. Se nell'ultimo film di Guy Ritchie Holmes riesce a travestirsi persino da poltrona, qui per fortuna si limita a sostituire un cantore di carole natalizie.

Il caso delle feste di Natale di John Stoessel è ambientato nel 1923, un paio di settimane prima di Natale. In questa storia Holmes fa solo ua fugace apparizione in quanto il protagonista principale è il buon dottore. Chiamato d'urgenza, deve correre al Saint Bartolomew's Hospital per salvare la vita all'ispettore Lestrade, all'apparenza accoltellato da un manigoldo. Con grande lucidità Watson dimostra acume e grande sagacia, allontanandosi definitivamente da quella macchietta cui eravamo abituati vederlo nei vecchi film di Basil Rathbone.

Non poteva mancare in questa antologia un racconto intitolato L'avventura dell'albero di Natale. Scritta da William L. DeAndrea (vincitore di tre Edgad Allan Poe Award e scomparso nel 1996), questa narrazione si colloca temporalmente nel dicembre del 1889 e vede papà e figlia scozzesi giungere in Baker Street abbastanza preoccupati. L'uomo lavora come guardaboschi della tenuta del Duca di Balleshire e la sparizione di un albero di Natale si trasforma presto per Holmes in una corsa contro il tempo per salvare l'Inghilterra e la Germania da una possibile guerra, scatenata da anarchici senza scrupoli.

È invece di Bill Crider L'avventura degli spettri di Natale. Il 22 di dicembre si presenta nel salotto di Baker Street uno "strano visitatore", come lo descrive Watson. Poco prima leggiamo che l'appartamento di Baker Street non è per nulla addobbato e si respira solo fumo di pipa e odore di esperimenti chimici. Tornando all'uomo, scopriamo che Ebenezer Scrooge è suo prozio e gli spettri di un tempo pare stiano ora visitando il cliente di Holmes. Più avanti, presso la tenuta di Scrooge, Holmes sbalordisce tutti risolvendo il caso rovesciando un vassoio di tè e rompendo una tazza. Non aggiungiamo altro per evitare di svelare troppo.

Nel racconto Il libro della dodicesima notte ci imbattiamo nella storia scritta da Carole Nelson Douglas, nota per i suoi otto romanzi con protagonista Irene Adler, ovvero "La Donna", come la definisce Holmes. Il Natale è già trascorso e Sherlock Holmes torna indietro coi pensieri rimembrando assieme al dottor Watson un caso passato che lo ha visto coinvolto nella sparizione dello Smeraldo dell'Epifania durante la cena della dodicesima notte, quella appunto del 6 di gennaio.

Reginald Hill ci propone invece Lo Sherlock Holmes italiano, interessante racconto che vede Holmes e il fido Watson in quel di Roma proprio nel periodo natalizio. Di ritorno da Napoli, il detective è costretto a una fermata forzata nella capitale italiana, poiché in preda a un collasso nervoso. Tra curiosi visitatori ben presto allontanati e molte missive, una lettere in particolare colpisce Holmes: è un invito da parte del Conte di Montesecco ad assistere all'esecuzione di Giuseppe Strepponi che avverrà la mattina seguente. Il Conte è un emule di Holmes e l'uccisione dello zio lo ha portato a indagare fino a incastrare Strepponi. Il caso, così come il Conte stesso, verrà presto ridimensionato dal Nostro, che a chiusura d'avventura si appresta a rientrare in Inghilterra con un treno speciale (che non fa soste) del Principe di Galles, il quale deve un favore a Holmes per un importante servigio accaduto in passato. Racconto interessante dove la descrizione dello stereotipo dell'Italiano offre un ulteriore spunto di lettura.

Veniamo così a Il cliente di Natale di Edward Hoch, autore onnipresente dal 1973 sulla Ellery Queen's mystery magazine, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2008. La storia si svolge il 25 dicembre del 1888, quando al cospetto di Baker Street giunge un pastore anglicano di nome Charles Lutwidge Dodgson, ricattato per la sua vecchia passione di fotografare nudi. In una di queste foto è stato però immortalato da un suo ex amico mentre con delle spille da balia sollevava la gonna a una giovane ragazzina. Holmes salta sulla sedia quando scopre il nome del ricattatore: si tratta del suo acerrimo nemico, il Napoleone del crimine. La trama si infittisce e ci troviamo davanti a una bomba al Big Ben per sviare l'attenzione degli uomini di Lestrade e svaligiatori alla Banca d'Inghilterra, complici di Moriarty. Un plot ben strutturato che si fa leggere volentieri.

L'antologia si conclude con L'avventura della tromba dell'angelo di Carolyn Wheat, non nuova agli apocrifi sherlockiani. In questa storia Holmes evita l'impiccagione a una giovane donna seguendo le fasi del processo in tribunale. La donna è accusata di avere avvelenato il nonno, ed essendo l'unica beneficiaria del testamento - recentemente modificato a suo favore  a discapito degli alti parenti - viene considerata colpevole in quanto ha un forte movente. In un clima alla Ironside, la storia si evolve tra i teste che raccontano in tribunale la loro versione dei fatti, fino al finale in cui il Grande Difensore, Sherlock Holmes, espone i fatti come sono realmente accaduti, scagionando la signorina Charmian Carstairs.

In conclusione possiamo dire che quest'antologia è la strenna ideale per chi vuole passare le festività di Natale in compagnia di Sherlock Holmes e il dottor Watson. È ben strutturata e riesce spesso a darci qualche scorcio su come viene vissuto il periodo natalizio in Baker Street rispetto a quel poco che emerge dal Canone. Se proprio dobbiamo trovare il pelo nell'uovo, a parte il debole racconto d'apertura a firma di Anne Perry (autrice che ho sempre apprezzato molto), delude l'introduzione al libro, che si va a focalizzare solo sul canonico racconto ambientato nel periodo di Nalale, L'avventura del carbonchio azzurro, non menzionando però nessuno dei racconti presenti nell'antologia (davvero una strana scelta quella di  Jon Lellenberg), e la scelta di copertina che vede il titolo del libro color oro un po' impastatori rispetto all'immagine di sfondo.

Davvero piccolezze se si considerano i plot, i personaggi e le sinistre ambientazioni sotto la neve britannica e non descritte dai vari autori presenti in questo libro da leggere con l'albero di Natale acceso.