-Ah, questo è sicuro. Viveva come un sant’uomo: donava tutto ai poveri e quel poco che riusciva a risparmiare, era felice di darlo ai suoi orfanelli.

-E come te lo spieghi allora quest’orologio? Pare che qualcosa di lussuoso l’avesse anche lui. Questo orologio di così squisita fattura contrasta non poco con la sua missione.

-Non lo so proprio, Ellery. Sono perplesso quanto te.

-Forse aveva una doppia personalità...

-Lo sapremo subito.

In quel mentre si sentirono delle sirene diventare sempre più vicine, fin quando non si sentirono delle voci e delle facce che Ellery già conosceva. Prima Velie, poi qualche agente che aveva intravisto in Centrale, il giorno prima. Poco dopo sentì uno sferragliare inconfondibile: era arrivato il dottor Prouty, col suo inseparabile sigaro mezzo mangiucchiato tra le labbra, a bordo del suo vecchio macinino, una Ford vecchia quanto il mondo.

-Ecco la perpetua del prete. Signora, sì lei, si avvicini, disse Richard Queen, attorniato dai suoi uomini.

La donna sia avvicinò barcollando e quando vide il prete morto, quasi svenne.

-Velie, fai sgombrare questa gente, almeno due metri dietro. E cominciate a interrogare i presenti. Ah, Velie, dì a Prouty di venire qui.

-Su, su, signora, si faccia coraggio, disse poi all’affranta perpetua.

- Ora bisognerà pensare agli orfanelli. A proposito signora, abbiamo trovato quest’orologio: era adagiato su un risvolto della veste di Padre O’ Rourke, e siccome qui non c’era nessuno eccetto lui, e l’orologio è caduto sopra la veste, non può essere caduto ad altri che a lui. Tenga!

La vecchietta, con la cuffia ed un ampia mantella di lana nera, lo guardò, lo soppesò, e poi lo rese ai due.

-Non so come vi sia arrivato, ma quest’orologio non era di Padre O’ Rourke.

-Ne è sicura? Assolutamente?, aggiunse Ellery.

-Santa Maria Vergine, certo! Non era suo: se lo fosse stato, l’avrebbe già venduto per sfamare i suoi orfani.

-Pa’, capisci  l’importanza di quest’orologio?

-Certamente: solo l’assassino può averlo perso!. Ma questo prova anche un’altra cosa: che l’assassino era qui accanto al prete e noi non l’abbiamo visto. Un assassino invisibile! A meno che ovviamente non siamo diventati entrambi ciechi.

-Aspetta. Guarda qui: ci sono delle lettere, tracciate nella neve.

In effetti una mano tremolante, nell’imminenza della morte aveva scritto una breve frase:

OH, GOD: WHY JO..N?

-Cosa significa?

-“Oh, Dio!” E su questo non ci piove. Poi c’è “Why”. E poi.. secondo te, quest’altra parola cos’è?

-Mah, sembrerebbe..un nome! Dev’essere un nome!

-Sì, concordo con te, pa’. Dev’essere un nome. Ma..quale?

-Mio caro figliolo, guarda: ci sono due linee un po’ sghembe, e poi..

-Sì, le vedo. E poi quell’altra linea non collegata. Che finisce con uno sgorbio, come se.. Ma..sono tracciate col sangue!

-Ma perchè avrebbe fatto uno sforzo sovrumano per tingere il ditto nel suo stesso sangue, e tracciare quei segni?

-Come se fosse morto prima di aver finito di scrivere quello che voleva.

-Vediamo un po’.

Ed Ellery, raccolto un rametto di legno, lo utilizzò come uno stilo, per segnare dei tratti sulla neve.

-Papà, guarda qui! Immaginiamo che Padre O’Rourke volesse scrivere una cosa, ma non ci sia riuscito. Se avesse continuato, così, cosa avrebbe scritto?

-Sembrebbe una H

-Già: JOHN. E perchè avrebbe scritto JOHN?

-Perchè forse è l’assassino.

-Potrebbe essere. Anzi…quasi sicuramente lo è. Dobbiamo cercare un JOHN

-E dove?

-Innanzitutto tra gli orfanelli.

-E se non troviamo nessuno che corrisponda a quell nome tra di loro?

-Proviamo a vedere se vi sia qualche altro indizio: pa’, guarda nella cassa dell’orologio.

Ma non vi era nulla, tranne un nome inciso: Edward.

-Edward. Ma Edward chi?

-Dovremo scoprire anche questo. Quando l’avremo fatto, probabilmente daremo un nome all’assassino.

-Sì, indubbiamente. Ma mi chiedo: qual è la ragione che spinge ad assassinare un prete che non faceva del male a nessuno e che si occupava solo di orfani?

-E’ questo che dovremo scoprire. Ah, guarda, sta arrivando Prouty.

-Dio mio, si è portato anche suo figlio? Ma che razza di umorismo! Ma che fate in casa vostra: partecipate a funerali, quando volete divertirvi? Si può dire che se c’è lei nei paraggi, Ispettore, c’è sempre qualcuno che allegramente si fa ammazzare.

-Dottor Prouty, ma sempre quello schifo di sigari fuma? Tenga!

E gli offrì un Avana.

-Mio distinto genitore, ma che..ti sei messo a fumare sigari, ora?

-Un carico sequestrato. Ho trovato due pacchetti per terra, a sequestro avvenuto. Cosa dovevo fare secondo te, mio caro Ellery?, sussurrò nell’orecchio sinistro del figlio, l’Ispettore.

-Beh, allora forse sarebbe meglio che vi faceste una bella assicurazione sulla vita.