Da sempre una tavola ben imbandita è sintomatica rivelatrice della classe sociale e del grado di benessere dei padroni di casa, tanto che nel rinascimento si rivaleggiava addirittura tra famiglie per contendersi la palma del banchetto più lussuoso e più eccentrico. Ma nell’antichità la tavola era costituita spesso da una semplice pietra e le vivande venivano servite in involucri di fortuna, gusci, conchiglie, legni sagomati. Giunsero poi i primi utensili in selce e ossidiana, e di pari passo con l’evolversi della civiltà andarono affinandosi anche i livelli di preparazione dei cibi, che venivano portati sulle tavole con ricchi accompagnamenti, e colorati ornamenti. Fu così che anche i materiali vili che venivano usati per allestire il banchetto furono a poco a poco sostituiti da oggetti pregiati, composti di materiali preziosi, dalla squisita fattura e di raffinata eleganza.

Di qui in poi si scatenò una vera e propria corsa al massimo splendore e i manufatti divennero d’oro e argento massiccio, incastonati di pietre, adorni di rubini, guarniti con lamine di metalli preziosi, in una gara senza limiti al fasto e all’eccesso, nei tempi in cui una tavola riccamente adornata era sinonimo di potere e di ricchezza.

I primi oggetti d’argento di cui si ha notizia risalgono ai poemi omerici, dove si parla di un cratere d’argento vinto da Ulisse durante le celebrazioni tenutesi in occasione della morte di Patroclo. Anche a Pompei e ad Ercolano furono ritrovati utensili d’argento, in particolare cucchiai, ora conservati al museo del Louvre. In epoca bizantina la produzione di accessori d’argento lavorati a sbalzo raggiunse livelli di squisita fattura.

Con le invasioni barbariche il fenomeno regredì sensibilmente, tanto che si deve aspettare il Medio Evo per ritrovare sulla tavola strumenti ed utensili in materiali pregiati e riccamente rifiniti.

Definitivamente il piacere della tavola trovò il suo trionfo nel 1400 quando, alle tavole dei Visconti, dei Medici, degli Estensi, dei Gonzaga, e della Curia Romana fecero la loro sontuosa apparizione posate e ciotole lussuosamente decorate, ricoperte in oro e argento, incastonate di pietre preziose, segno di ricchezza, opulenza e di benessere, nonché di sottile compiacimento intellettuale per il momento del pasto.

Si ritiene che il termine “coperto” derivi dall’usanza risalente a quel periodo di avvolgere le posate in un telo di lino, anch’esso riccamente decorato.

Il Seicento vide specializzarsi in questa fine arte argentiera i tedeschi e gli olandesi, esperti nella produzione di fruttiere, coppe, brocche e boccali lavorate a rilievo in puro stile barocco.

C’è da notare che all’epoca i banchetti venivano allestiti in locali di fortuna, su tavole e cavalletti allestiti all’occorrenza, in base al numero dei posti necessari di volta in volta, ricoperti da sontuosi teli di lino. E che cibi e bevande venivano predisposti su alzate ricoperte da argentiere. Così su rozzi cavalletti ricoperti di lino o di fiandra, facevano la loro apparizione ciotole, bacili, brocche e vassoi d’argento finemente cesellati e lavorati a sbalzo.

Nel XVII secolo fecero il loro sontuoso ingresso sulle tavole candelabri, zuppiere, centri tavola e trionfi, su indicazione della moda francese, che allora con la corte di Versailles dettava legge in tutta Europa.

I maestri argentieri appresero così a sviluppare sempre di più la sofisticata arte dell’incisione, conferendo agli oggetti forme sinuose, inventando disegni sempre nuovi, in una sfrenata corsa al gusto e all’eleganza. Le corti d’Europa, i nobili signorotti locali, e perfino la ricca borghesia si scatenarono in una competizione senza fine, sfidandosi in raffinatezze sempre più eccessive, giungendo ad allestire veri e propri spettacoli, assumendo cuochi ed architetti per le scenografie, curando nei minimi dettagli la presentazione delle portate e la sequenza delle vivande imbandite. Intere fortune furono dilapidate nel tentativo di conquistarsi il primato della raffinatezza e la palma del banchetto più sofisticato.

Solo nel XVIII secolo con l’introduzione di nuove vivande si diede l’inizio alla produzione di articoli mai realizzati prima in tema di posateria e vasellame. Esaminando le incisioni, le stampe e i dipinti di quel periodo si può notare l’incredibile incremento di accessori che impreziosivano la tavola. Un numero sempre più elevato di posate, mestoli, pinze, palette traforate, molle per i dolci, candelabri, fondine, ciotole, guantiere, vassoi, oliere, saliere, mostardiere e salsiere, centri tavola e zuppiere, tutti finemente cesellati e riccamente adornati.