Nella collana I bassotti, con il numero 123 viene pubblicato un romanzo inedito dell’inglese Dermot Morrah.

Il romanzo dal titolo Il caso della mummia scomparsa (The Mummy Case, 1933) è l’unico romanzo giallo scritto da questo giornalista e inviato speciale del Times.

Un noto egittologo, il professore Benchley del Beaufort College di Oxford, ha avuto la fortuna di acquistare, per conto del college, la mummia del faraone Pepi I°.

In attesa di preparare una stanza adeguata, decide di tenere il delicato reperto nel suo appartamento.

Nella notte tutto l’appartamento del professore viene distrutto dal fuoco, si trova il cadavere di una persona e viene dato per scontato che quello sia il corpo del povero professore e l’indagine viene presto chiusa.

Quanto accaduto pone dei dubbi a due giovani docenti che iniziano a indagare per loro conto trovando molte stranezze, infatti mancano i resti della mummia che seppur bruciati qualche residuo si doveva trovare e ci sono poi altri oggetti che non quadrano, come una pipa che è nel posto sbagliato e una sveglia che i due investigatori dilettanti sanno non appartenere al defunto.

Le loro indagini alla fine porteranno a una soluzione assolutamente inaspettata.

L’autore:

Dermot Michael Macgregor Morrah (1896-1974), inglese di nascita ma discendente da antica stirpe nobiliare irlandese, mostrò un ingegno precoce e nel 1914 entrò al New College di Oxford con una borsa di studio in matematica. Alla fine della prima guerra mondiale, durante la quale partecipò alla campagna di Palestina con i Royal Engineers, rientrò a Oxford, ma cambiò indirizzo di studi dedicandosi alla storia moderna. Nel 1921, eletto Prize Fellow dell’esclusivo All Souls College, intraprese la carriera accademica che dovette abbandonare l’anno successivo in seguito al matrimonio. Dopo sei anni nella pubblica amministrazione, nel 1928 entrò nella redazione del Daily Mail e qualche tempo dopo fu chiamato al Times come editorialista e inviato, incarichi che svolgerà per un trentennio. Profondamente devoto alla Corona, diede il meglio di sé negli articoli e nei volumi dedicati alla famiglia reale. Tra le altre sue opere ricordiamo If it Had Happened Yesterday (1931), un libro di storia scritto in stile giornalistico, il dramma Caesar’s Friend, composto con Campbell Dixon, e naturalmente The Mummy Case (Il caso della mummia scomparsa - I bassotti n. 123), che fu la sua sola incursione nel genere poliziesco ed è considerato uno dei migliori gialli di ambientazione accademica.

La “quarta”:

Durante la festa annuale del Beaufort College di Oxford un incendio distrugge l’appartamento del professor Benchley, un rinomato egittologo. Quando i soccorritori riescono a spegnere le fiamme, trovano il corpo carbonizzato di un uomo che, grazie ad alcuni effetti personali, viene identificato come quello del professore. L’inchiesta si chiude rapidamente con un verdetto di morte accidentale, ma due giovani docenti non sono per nulla convinti. Benchley, infatti, aveva appena acquistato da un suo collega russo la mummia del faraone Pepi I che custodiva temporaneamente, insieme al sarcofago, nel suo appartamento. Solo che lì non sono stati rinvenuti altri resti umani. Dunque, che fine ha fatto la mummia? Ci sono poi alcuni elementi apparentemente inspiegabili, come una pipa che non dovrebbe trovarsi dove si trova o una sveglia che non è mai appartenuta al professore, per non parlare della strana incursione di due individui mascherati avvenuta nel college poco prima che scoppiasse l’incendio. Finora inedito in Italia, questo mystery del 1933 è stato inserito dai critici Barzun e Taylor nell’elenco dei 100 migliori gialli di tutti i tempi.

Dermot Morrah, Il caso della mummia scomparsa (The Mummy Case, 1933

Traduzione Dario Pratesi

Polillo Editore, collana I bassotti 123, pagg. 299, euro 15,40