Era il 1959 quando la storica “Garzanti Serie Gialla” pubblicava, nel numero 159, uno dei romanzi meno noti in Italia di un autore molto apprezzato come Bill S. Ballinger: questo settembre la collana I Classici del Giallo Mondadori (n. 1330) riporta in edicola questo titolo praticamente inedito da più di cinquant’anni.

Stiamo parlando di Nel vortice del tempo (The Longest Second, 1957).

        

Dalla quarta di copertina:

Svegliarsi in un letto d’ospedale senza ricordarsi il proprio nome è una cosa che può capitare. Accorgersi di avere la gola tagliata succede un po’ più di rado. Ma è questa la sorpresa che attende un uomo, soccorso in fin di vita da una ragazza in mezzo a una strada. Le sue impronte digitali corrispondono a quelle di un militare, Vic Pacific, e tuttavia scoprire di chiamarsi così non lo guarisce dall’amnesia. Tutto ciò che riesce a ricordare è che nella vicenda dev’essere coinvolto in qualche modo un certo colonnello Horstman. Chi è? Che ruolo ha avuto? Vic non lo sa, la sua mente è avvolta in un’oscurità impenetrabile. Però gli converrà farsi tornare in fretta la memoria, quando si ritroverà per le mani una misteriosa chiave e le persone che ha intorno cominceranno a morire.

        

Ecco l’incipit:

Può succedere che i pianeti si fermino e l’eternità trattenga il respiro. Un secondo diventa una vita e per te solo è il più lungo secondo del mondo.

Quando mi svegliai, avevo gli occhi fissi al soffitto, qualcosa di grande, di allungato, di un colore bianco scialbo. In un punto imprecisato della stanza una lampada schermata rifletteva un incerto raggio di luce nelle tenebre. Dopo qualche istante udii un movimento, un fruscio d’abiti e cercai di voltare la testa.

Fu allora che mi resi conto di avere la gola tagliata.

Il dolore mi corse giù per il collo, a destra e a sinistra, mi si concentrò, straziante, nel petto. Aprii la bocca, cercando di respirare. Ripresi ancora coscienza l’indomani. Sopra il letto era appeso un grosso flacone di glucosata che, attraverso un tubo trasparente di plastica, mi gocciolava nel braccio. Trasfondeva vita nel mio organismo, quel liquido; non faceva male. Uno scalpiccio attutito di passi si avvicinò al letto e il viso di un’infermiera incorniciato da una crestina bianca mi guardò. Quel viso lungo, affilato, preoccupato abbozzò un sorriso professionale, come notò che avevo gli occhi aperti.

— Ah! — fece lei. Le sue mani si materializzarono come per incanto e le sue dita mi sfiorarono le labbra. — Non cerchi di parlare e non si muova; vado a chiamare il medico. — Lo scalpiccio si allontanò, e io continuai a restare immobile, il polso che mi batteva più forte per l’ago che avevo infilato nel braccio. Con la coda dell’occhio scorsi, o meglio intuii, un grande paravento. Dietro il paravento udii un cigolio di molle, il rumore di un corpo che si voltava pesantemente. Poi, silenzio.

       

Bill S. Ballinger (pseudonimo di William Sanborn Ballinger, 1912-1980), americano, dopo la laurea in legge ha lavorato in un’acciaieria, poi come caricaturista e pubblicitario, infine come sceneggiatore di importanti serie TV. Nella sua produzione poliziesca innesta sui canoni classici dell’hard-boiled trame complesse e una forte componente di suspense. Il suo personaggio più noto è Barr Breed, detective privato di Chicago. Si firma anche con gli pseudonimi Frederic Fryer e B.X. Sanborn. Nel 1960 è stato premiato con il Premio Edgar.

       

All’interno, il racconto Cardosa a Mercabarna di Carlo Parri.

        

Nel vortice del tempo di Bill S. Ballinger (I Classici del Giallo Mondadori n. 1330), 196 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Bruno Tasso