“Schubert. Non mi dica che non conosce questo lavoro!”. E cominciò a cantare. “Basta ! Se ne vada!”. Arrivava il Questore.

“Buongiorno”.

“Buongiorno. Mi ha detto il dott. Quasimo, il Capo della Mobile, che è lei che si occupa di questo caso”.

“Sì. Penso di essere già sulla buona strada”.

“Di già, ma lei è un genio! A proposito perché gridava?”.

“A causa di questo signore, Bontemp.... ”.

“Buongiorno Bontempelli, come sta?”.

“Non male, sa gli acciacchi dell’inverno. Eh, che bei tempi erano quelli in cui ci siamo conosciuti, se li ricorda Questore?”.

“E come non potrei? Commissario, permette che le presenti Teodoro Bontempelli”.

“Lei conosce già questo signore?”.

5

“Ma gliel’ha detto Bontempelli?”.

“No. Lo sa che non posso rivelare…”.

“Cosa lei non mi poteva rivelare? Se mi ha nascosto qualcosa…”

“Ecco, Commissario, permette che le presenti il cap. Teodoro Bontempelli”.

“Capitano?”.

“Già”. E Bontempelli mostrò il tesserino.

“Servizi Segreti?”.

“Cioè io ora sono in servizio civile, ma per operazioni di un certo tipo posso essere sempre richiamato.  Lei però continuerà a parlare di me come Teodoro Bontempelli, dell’Agenzia Immobiliare omonima, che è poi una meravigliosa copertura. E basta. Nel caso qualcosa trapelasse, la sua carriera sarebbe finita, capito Commissario?”.

Il Commissario Ambrosiani si chiese se mai in quell’omicidio non potessero affacciarsi i servizi segreti israeliani, o turchi o filippini.

“E anche la signora?”.

“Quale signora?”.

“Quella che hanno... Anche lei era... insomma sì... un agente?”.

“No. Una bella ragazza, molto brava nel suo lavoro, ma null’altro”.

Nel frattempo il sole sempre più brillante aveva finito per sciogliere la neve attorno, anche se qualcosa rimaneva sopra il cadavere.

“Buongiorno. Lei è il commissario? Piacere, dottor Amboissy.

“È evidente che la poveraccia è morta, o meglio è stata assassinata prima che la neve cominciasse a cadere”, sentenziò il commissario dopo che ebbero rimosso il corpo.

“Così sembrerebbe: infatti sotto il cadavere non c’è traccia di umidità. Ah, guardi, l’orologio è rotto. È fermo alle ore 10. E questo cuscino perché sta qui?”.

“Non lo sappiamo”.

“Non mi sa dire altro? Non so, violenza sessuale; sapere quando è morta sarebbe chiedere troppo?”.

“E come faccio a dirglielo ora. L’ha constatato lei che quando è caduta la neve non era ancora caduta, e quindi è almeno da quando ha cominciato a nevicare che sta qui. Le posso dire inoltre che a prima vista non ci sono i segni dell’inizio decomposizione, tranne le macchie dovute all’ipostasi. Ecco, azzarderei che la nevicata deve esser cominciata poco tempo dopo l’omicidio, ma sarò più preciso dolo l’esame autoptico. Certo è che è strano... ”.

“Cosa?”.

“Beh, insomma... se il cadavere è stato trascinato fino qui, sarebbe impolverata una parte del vestito: e infatti questo possiamo riscontrarlo. Ma se è vero ciò, ed è indubitabile, ci sarebbero le scie provocate in un qualsiasi ambiente di questa casa dal corpo trascinato. Ed invece in tutti gli ambienti, il velo di polvere sul pavimento era intatto e senza segni di qualsivoglia natura, compresi i pavimenti dei due ambienti per cui si arriva qui, che erano uniformemente impolverati”.

“Già”.

“Ma non è tutto. Se invece la Signorina fosse stata portata qui a spalla (e comunque ci sarebbe il problema di dimostrare come abbia fatto l’assassino ad arrivare sino qui), mi sembra assai strano che poi sia stata adagiata, quasi con cura per terra. Perché? Non c’è nessuna escoriazione. Quindi non è stata sbattuta”.

-“Perfetto. Così, senza che gliel’abbia chiesto, mi dà una salutare mazzata. Ed io pensavo che qualcuno l’avrebbe potuta gettare che so, dal piano di sopra, o da quel balcone vicino”, e indicò il balcone di un palazzo distante un sei-sette metri da loro.

-“E l’assassino chi sarebbe? Maciste? No. No. Impossibile. E poi neanche dall’alto sarebbe possibile, e lo vede anche Lei il perché: il balcone di sopra è verandato e sporge di almeno un metro rispetto a questo balcone. Saprebbe dire come avrebbe potuto fare?  Si sarebbe dovuto sporgere e, non lanciare una mela, ma un corpo, ingombrante, pesante... ”.

“E il corpo avrebbe inequivocabili segni di escoriazioni o ferite e ammaccature, forse anche fratture dovute alla caduta. E invece qui niente”.

“Esatto”.

“Niente altro?”

“Sì. Le è stata recisa la lingua”

“Cosa?”

“Sì. Non so con cosa.”

“Quindi è morta per emorragia?”

“No, per soffocamento. La lingua è stata recisa con qualcosa che ha anche cauterizzato la ferita, come se l’assassino non volesse che morisse subito”.