Nella collana I bassotti n. 144 viene pubblicato il romanzo L’occhio di Osiride (The Eye of Osiris) dello scrittore inglese Richard Austin Freeman, molto noto per i tanti e interessanti romanzi e racconti scritti nella sua carriera e per aver creato un personaggio molto interessante: il dottor John Evelyn Thorndyke. Originariamente era un dottore in medicina, poi laureandosi in legge diventa professore di medicina legale e lo si può definire come il primo investigatore scientifico della letteratura gialla.

Tra i vari personaggi più o meno fissi che appaiono nei romanzi di Freeman vi è il dottor Christopher Jervis che è anche il narratore in prima persona di molti romanzi. Questa “spalla” è amico e compagno di studi di Thorndyke che in seguito diventerà suo socio nella conduzione dello studio medico-legale.

Nel presente romanzo Thorndyke, dovrà occuparsi della scomparsa misteriosa di un noto egittologo che rientrato a Londra, si reca in casa del cugino. Il cugino è fuori casa ma la cameriera fa accomodare l’egittologo nello studio in quanto il padrone di casa dovrebbe rientrare entro pochi minuti, cosa che infatti avviene, ma nello studio non c’è più nassuno, la cameriera assicura che dalla casa non è uscito nessuno e dell’egittologo non si trova più nessuna traccia.

Un mistero appassionante che sarà brillantemente risolto dall’investigatore.

L’autore:

Richard Austin Freeman (1862-1943), londinese, dopo gli studi di medicina entrò nel servizio coloniale e venne inviato sulla Costa d’Oro dell’Africa come assistente chirurgo, ma nel giro di pochi anni dovette rimpatriare per motivi di salute. Le precarie condizioni fisiche lo costrinsero ad abbandonare gradualmente la professione e a cercare nella scrittura una strada alternativa per mantenere la famiglia. Il suo esordio nella narrativa gialla avvenne nel 1902 con una serie di detective stories firmate con uno pseudonimo e scritte con un altro medico. Con la pubblicazione del romanzo The Red Thumb Mark (1907, L’impronta scarlatta), nel quale introdusse il personaggio del Dr. Thorndyke, Freeman trovò il suo mestiere e per almeno un quarto di secolo dominò la scena della letteratura poliziesca inglese. A lui si deve l’invenzione dell’inverted story, una tecnica narrativa introdotta nel racconto The Singing Bone (1912). In esso il lettore è testimone del delitto, per cui l’incognita non è più l’identità dell’assassino ma il come verrà smascherato. La produzione incentrata su Thorndyke comprende 21 romanzi e 42 racconti. Freeman concluse la sua carriera letteraria nel 1942, quando a ottant’anni diede alle stampe l’ultima avventura dell’investigatore, ma rimane uno dei pochi autori di epoca edoardiana a essere letti ancora oggi.

La “quarta”:

Appena rientrato a Londra da Parigi, John Bellingham, noto egittologo inglese, lascia la valigia al deposito bagagli della stazione di Charing Cross e si reca a casa del cugino George Hurst, dove viene informato che questi è fuori e non sarà di ritorno prima di mezz’ora. Nell’attesa, il professore si accomoda nello studio e scrive un paio di lettere, ma quando il padrone di casa rientra non trova anima viva. La cameriera, che per tutto il tempo era rimasta in una stanza da dove poteva controllare le porte, giura che nessuno è uscito di casa. Eppure il cugino è scomparso. Turbato, Hurst si reca con Arthur Jellicoe, il legale di fiducia di John, da Godfrey, il fra¬tello di quest’ultimo. L’uomo ascolta con grande stupore il racconto, ma non può essere di alcun aiuto in quanto non vede e non sente il fratello da giorni. Tuttavia, nel giardino di casa di Godfrey, seminascosto nell’erba, viene trovato un prezioso scarabeo della XIII dinastia egizia che John teneva appeso alla catena dell’orologio e dal quale non si separava mai: un vero mistero. Toccherà a John Thorndyke, il grande “investigatore scientifico” creato dalla penna di Richard Austin Freeman, trovare la soluzione in questo celebre romanzo del 1911, inserito nella lista delle pietre miliari del giallo compilata da Howard Haycraft ed Ellery Queen.

Richard Austin Freeman, L’occhio di Osiride (The Eye of Osiris)

Traduzione Marcella Dallatorre

Polillo Editore, collana I bassotti 144, pagg. 307, euro 15,90