Qualcosa aveva evidentemente destato i suoi sospetti. Forse Barrymore usava qualche segnalazione personale che noi avevamo omesso di fargli, oppure lo sciagurato aveva ragione di supporre che le cose non fossero andate per il verso giusto; comunque sia, leggevo la paura sul suo volto malvagio. Da un momento all’altro poteva spegnere la luce e svanire nelle tenebre. Allora sono balzato in avanti, e Sir Henry ha fatto lo stesso. Nel medesimo istante il forzato ha urlato verso di noi un’imprecazione e ci ha scagliato addosso una pietra che è andata a infrangersi contro il masso che ci aveva dato riparo. Ho intravisto per un attimo la sua figura piccola, tarchiata e robusta scattare in piedi, girarci la schiena e mettersi a correre. Nello stesso istante, per un caso fortunato, la luna ha fatto capolino tra le nuvole. Ci siamo precipitati in cima alla collina, ed ecco il nostro uomo che correva a gran velocità giù dall’altra parte, saltando a modo suo di masso in masso con l’agilità di una capra di montagna. Nella migliore delle ipotesi, sparando da quella distanza avrei forse potuto azzopparlo, ma avevo portato con me la rivoltella solo per difendermi in caso di aggressione e non a un uomo disarmato in fuga. Eravamo entrambi buoni corridori e in discreta forma fisica, ma ben presto ci siamo resi conto che non avevamo alcuna possibilità di raggiungerlo. L’abbiamo visto per un bel pezzo al chiarore della luna, finché non è diventato un puntolino che si spostava rapidissimo fra le rocce lungo il pendio di una collina molto distante. Abbiamo corso fino a restare senza fiato, ma lo spazio che ci separava cresceva sempre di più. Alla fine ci siamo fermati, ansimanti, e ci siamo seduti su due spuntoni di roccia a guardare l’uomo che spariva in lontananza.

Ed è stato in quel momento che è successa una cosa stranissima e inaspettata. Ci eravamo alzati dalle nostre rocce ed eravamo in procinto di fare ritorno a casa, avendo abbandonato quell’inseguimento senza speranza. La luna risplendeva bassa sulla nostra destra, e il pinnacolo frastagliato di una cresta di granito si stagliava contro la curva inferiore del suo disco d’argento. Là, nero come una statua d’ebano su quello sfondo luminoso, ho visto il profilo di un uomo sulla sommità rocciosa. Non pensi che fosse un’illusione ottica, Holmes. Le assicuro che in vita mia non ho mai visto nulla più chiaramente di così. Per quel che potevo giudicare, era la figura di un uomo alto e snello. Stava in piedi con le gambe leggermente divaricate, le braccia conserte, la testa china, come se stesse meditando su quell’immensa vastità di torba e granito che si stendeva dinanzi a lui. Avrebbe potuto essere lo spirito stesso di quel luogo terribile. Non era l’evaso. L’uomo in questione era lontano dal punto in cui Selden era scomparso. Inoltre, era molto più alto. Con un grido di sorpresa l’ho indicato al Baronetto, ma nell’istante in cui mi sono girato per afferrare il suo braccio l’uomo si era dileguato. L’aguzza guglia di granito era sempre lì a tagliare la parte inferiore della luna, ma la vetta non recava traccia di quella figura silenziosa e immobile.

Avrei voluto spingermi in quella direzione e perlustrare il picco roccioso, ma era piuttosto lontano. Il Baronetto aveva ancora i nervi scossi da quell’ululato che gli aveva richiamato alla mente la storia oscura della sua famiglia, e non era dell’umore adatto per imbarcarsi in nuove avventure. Lui non aveva visto quest’uomo solitario sulla sommità dell’altura, e non poteva dunque provare il brivido che la sua strana presenza e il suo atteggiamento autoritario mi avevano procurato. – Una guardia carceraria, senza dubbio – ha detto. – la brughiera ne pullula da quando quel tipo è scappato.

Bene, forse la spiegazione di Sir Henry può essere quella giusta, ma vorrei avere prove ulteriori. Oggi abbiamo intenzione di comunicare a quelli di Princetown dove devono cercare il galeotto scomparso, ma è un vero peccato non aver goduto noi il trionfo di consegnarglielo personalmente come nostro prigioniero. Queste sono le avventure della notte scorsa, e riconoscerà, mio caro Holmes, che le ho sottoposto un resoconto davvero esauriente. Molto di quanto le ho riferito sarà senza dubbio irrilevante, tuttavia credo sia meglio farle sapere tutti i fatti e lasciare che sia lei stesso a scegliere ciò che potrà esserle più utile per giungere alle sue conclusioni. Stiamo certamente facendo dei progressi. Per quanto riguarda i Barrymore abbiamo scoperto la causa del loro comportamento, e questo ha chiarito un bel po’ la situazione. Ma la brughiera, coi suoi misteri e i suoi strani abitanti, rimane più imperscrutabile che mai. Forse nella mia prossima lettera sarò in grado di fare un po’ di luce anche su questo. La cosa migliore sarebbe che lei potesse raggiungerci.