- Molti gentiluomini conoscevano la mia triste storia, e si diedero da fare per aiutarmi. Uno era Mister Stapleton, un vicino di casa di Sir Charles e suo intimo amico. Era estremamente gentile, e fu lui a mettere Sir Charles al corrente dei miei problemi. Sapevo già che Sir Charles Baskerville in diverse occasioni si era servito di Stapleton come suo elemosiniere, pertanto l’affermazione della signora mi parve assolutamente verosimile. - Ha mai scritto a Sir Charles chiedendogli d’incontrarla? – continuai. Mrs Lyons avvampò nuovamente di collera. - Davvero, signore, questa è una domanda inaudita! - Sono spiacente, signora, ma devo ripetergliela. - Allora le rispondo: certo che no! - Nemmeno il giorno stesso della morte di Sir Charles? Il rossore era svanito in un istante, e un viso mortalmente pallido mi stava dinanzi. Le sue labbra secche non riuscivano a pronunciare il “no” che io vedevo ma non udivo.

- Di sicuro la memoria la inganna – insistetti. – Potrei addirittura citarle un brano della sua lettera. Diceva: “La prego, la prego, dato che è un gentiluomo, bruci questa lettera, e venga al cancellino alle dieci”. Lì per lì pensai che fosse svenuta, ma si riprese con uno sforzo supremo. 

- Non esiste dunque nessuno che sia un gentiluomo? – mormorò. - Lei fa torto a Sir Charles. Lui bruciò effettivamente la lettera. Ma talvolta si riesce a leggere una lettera anche quand’è stata bruciata. Adesso ammette di averla scritta? - Sì, la scrissi – gemette, riversando fuori la sua anima in un torrente di parole. – La scrissi. Perché dovrei negarlo? Non ho ragione di vergognarmene. Speravo che mi avrebbe aiutata. Pensavo che se avessimo avuto un colloquio avrei potuto ottenere il suo aiuto, così gli chiesi di incontrarmi. - Ma perché a un’ora del genere? - Perché ero appena venuta a sapere che lui sarebbe andato a Londra l’indomani, e che avrebbe potuto stare via per mesi. E c’erano dei motivi per cui non potevo fissare un incontro prima di quell’ora. - Ma perché dargli appuntamento nel giardino anziché fargli visita in casa? - Lei crede che una donna, da sola, possa andare in casa di uno scapolo a quell’ora? - Bene, cosa successe quando arrivò là? - Non ci andai. - Mrs Lyons! - No, glielo giuro su tutto ciò che ho di più sacro. Non ci andai. Successe una cosa che me lo impedì.  - E che cosa? - Queste sono faccende private. Non posso dirglielo. - Lei ammette dunque di aver dato appuntamento a Sir Charlersd a quell’ora, nel luogo in cui egli incontrò la morte, ma nega di aver poi tenuto fede all’impegno? - E’ la verità. Continuai a interrogarla, ma non riuscii a superare quell’ostacolo.

- Mrs Lyons – dissi infine, intenzionato a porre fine al lungo e inconcludente colloquio – lei si sta assumendo una grave responsabilità e si sta mettendo in una posizione molto delicata non rivelandomi tutto quello che sa. Se dovessi far intervenire la polizia, si renderà conto di quanto sia seriamente compromessa. Se è innocente, perché in un primo momento ha negato di aver scritto a Sir Charles quel giorno? - Perché temevo che lei ne potesse trarre qualche erronea conclusione, e di ritrovarmi coinvolta in uno scandalo. - E perché le premeva che Sir Charles distruggesse la sua lettera? - Se ha letto quella missiva, dovrebbe saperlo. - Non ho affermato di averla letta per esteso. - Però ne ha citato una frase. - Ho citato il poscritto. La lettera, come le ho già chiarito, era stata bruciata e non era del tutto leggibile. Le chiedo ancora una volta perché le stava tanto a cuore che Sir Charles la distruggesse. - E’ una questione molto privata.  - Ragione di più per evitare un’inchiesta pubblica.  - Glielo dirò, allora. Se ha udito qualcosa della mia storia infelice, saprà che ho fatto un matrimonio avventato e che ho avuto motivo di pentirmene.  - Questo l’ho sentito dire.  - La mia vita è stata un’incessante persecuzione da parte di un marito che detesto. La legge è dalla sua parte, e ogni giorno devo affrontare l’eventualità che lui possa costringermi a vivere di nuovo con lui. Quando scrissi questa lettera a Sir Charles, avevo appena appreso che avevo qualche speranza di riguadagnare la libertà se avessi potuto far fronte a certe spese. Significava tutto per me: serenità d’animo, felicità, rispetto di me stessa; tutto. Conoscevo la generosità di Sir Charles, e pensai che se lui avesse udito la mia storia direttamente dalle mie labbra, mi avrebbe aiutata.  - Come accadde, allora, che non si presentò all’appuntamento? - Il fatto è che nel frattempo ricevetti aiuto da un’altra fonte.  - E allora perché non scrisse a Sir Charles e non glielo spiegò? - E’ quello che avrei fatto, se non avessi visto la notizia della sua morte sul giornale, la mattina seguente. Il racconto della donna reggeva ed era coerente, e tutte le mie domande non riuscirono a scardinarlo. Potevo solo controllare se aveva dato inizio a una pratica di divorzio contro suo marito più o meno all’epoca della disgrazia.