- Lo farà. Provvederò io stesso. Zio e nipote sono stati assassinati: il primo spaventato a morte alla sola vista di una bestia che considerava soprannaturale, e il secondo deceduto nel corso di una strenua lotta per sfuggirle. Ma ora dobbiamo provare che esiste un legame fra l’uomo e l’animale. Tranne che per quanto riguarda ciò che abbiamo udito con le nostre orecchie, non potremmo giurare nemmeno sull’esistenza del secondo, giacché Sir Henry, a tutte le apparenze, è morto a causa della caduta. Ma, per Dio, nonostante tutta la sua astuzia, avrò quell’uomo in mio potere prima che sia trascorso un altro giorno! Ci trattenemmo ancora, col cuore gonfio d’amarezza, ai due lati del corpo straziato, sopraffatti da questa disgrazia improvvisa e irrevocabile che rappresentava la drammatica conclusione di tutte le nostre estenuanti fatiche. Poi, quando sorse la luna, ci arrampicammo sulla cima delle rocce da cui il nostro povero amico era precipitato, e dalla sommità scrutammo la brughiera avvolta nell’ombra, per metà argentea e per metà scura. Lontano, a parecchie miglia di distanza, in direzione di Grimpen, brillava con regolarità un’unica luce gialla. Poteva provenire soltanto dall’abitazione isolata degli Stapleton. Con un’imprecazione di rabbia agitai il pugno verso di essa mentre la guardavo.

- Perché non lo catturiamo subito?

- I dati che abbiamo non sono ancora sufficienti. Stapleton è un uomo eccezionalmente scaltro e avveduto. Quello che conta non è ciò che sappiamo, ma ciò che siamo in grado di provare. Se azzardiamo una mossa sbagliata, quell’infame potrebbe sfuggirci di nuovo.

- Cosa possiamo fare?

- Avremo abbastanza da fare domani. Per questa notte possiamo soltanto rendere l’estremo saluto al nostro povero amico.

Insieme ridiscendemmo lo scosceso precipizio e ci accostammo al corpo, nero e nitido contro i massi argentei. L’agonia di quelle membra contorte mi diede una fitta di dolore e mi velò gli occhi di lacrime.

- Dobbiamo mandare a chiamare aiuto, Holmes! Non possiamo trasportarlo fino al Maniero. Santo Cielo, è impazzito?

Aveva lanciato un grido e si era chinato sul cadavere. Ora saltellava, rideva e mi afferrava la mano. Poteva costui essere il mio amico serio e compassto? Questo sìì che era un fulmine a ciel sereno!

- La barba! La barba! Quest’uomo ha la barba!

- La barba?

- Non è il Baronetto. E’… ma sì, è il mio vicino di casa, l’evaso!

Con smania febbrile avevamo rivoltato il corpo, e la barba inzuppata di sangue puntava verso la luna fredda e chiara. Non ci si poteva sbgliare su quella fronte sporgente e su quegli occhi infossati da animale. Era proprio la stessa faccia che mi aveva fissato minacciosa alla luce della candela, da sopra le rocce: la faccia di Selden, il criminale.

Allora, in un istante tutto mi fu chiaro. Mi rammentai di quando il Baronetto mi aveva detto di aver donato il suo vechio guardaroba a Barrymore. E Barrymore, a sua volta, doveva averlo passato a Selden per aiutarlo nella fuga. Scarpe, camicia, berretto; era tutti di Sir Henry. Restava pur sempre una tragedia orrenda, ma perlomeno quest’uomo aveva meritato la morte in base alle leggi del suo Paese. Spiegai a Holmes come stavano le cose, col cuore che mi traboccava di sollievo e di gioia.

- Dunque sono stati gli abiti a causare la morte di questo poveraccio – disse. – E’ abbastanza evidente che il segugio è stato messo sulla sua pista facendogli annusare qualche capo di vestiario di Sir Henry – con ogni probabilità, la scarpa sparita in albergo – e così ha assalito per sbaglio quest’uomo. C’è però un aspetto davvero singolare: come faceva Selden, al buio, a sapere che il cane era sulle sue tracce?

- Lo ha sentito.

- Il semplice fatto di sentire un caane che latra nella brughiera non spingerebbe un uomo duro come codesto forzato a un parossismo di terrore tale da chiedere aiuto a perdifiato, rischiando così di essere ricatturato. A giudicare dalle sue grida, deve aver corso per un bel po’ dopo essersi reso conto che quella bestia era sulle sue tracce. Come faceva a saperlo?

- Per me è ancora più misterioso il fatto che questo cane, presumendo che tutte le nostre congetture siano esatte…

- Io non presumo nulla.

- D’accordo. Però mi chiedo perché mai questo cane dovesse scorrazzare in giro stanotte. Suppongo che non vaghi sempre libero per la brughiera. Stapleton non lo sguinzaglierebbe, a meno che non avesse ragione di credere che vi fosse anche Sir Henry.

- Il mio problema è il più complesso dei due, perché ritengo che siamo vicini alla spiegazione del suo, mentre il mio potrebbe rimanere per sempre un mistero. Ma per il momento, pensiamo piuttosto al cadavere di questo poveraccio. Non possiamo lasciarlo qui in balia delle volpi e dei corvi.