Ecco dunque il primo numero della nuova collana Mondadori dedicata agli apocrifi con protagonista Sherlock Holmes. Apre questa nuova esperienza Sherlock Holmes e il diario segreto del dottor Watson (The Secret Journal of Dr Watson, 2012) di Phil Growick.

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Dalla quarta di copertina:

13 giugno 1918. Non è ancora l’alba quando qualcuno bussa con forza alla porta di casa Watson. Sulla soglia c’è nientemeno che un agitatissimo Sherlock Holmes, con una richiesta sorprendente: sarebbe disposto il dottore ad accompagnarlo in un viaggio top secret di cui non potrà rivelare nemmeno alla moglie la natura, un’impresa pericolosissima da compiere anche a prezzo della vita? La risposta è elementare: certamente sì! Ed ecco allora i due inseparabili amici spingersi per conto di Sua Maestà Giorgio V fino a Ekaterinburg, nella Russia sconvolta dalla guerra civile e a un passo dal diventare Unione Sovietica. La missione: mettere in salvo la famiglia imperiale dei Romanov prima che lo zar Nicola II, cugino del sovrano inglese, venga giustiziato insieme alla zarina Alessandra e ai cinque figli dai rivoluzionari bolscevichi... Questo e molto altro nel dirompente diario segreto contenuto in un plico sigillato a cera con il marchio JHW e affidato a uno studio legale per essere aperto dai discendenti di John H. Watson solo 75 anni dopo i fatti narrati. La più sensazionale avventura del grande investigatore, destinata forse a riscrivere la Storia.

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Ecco l’incipit:

Sono il dottor John Watson, nipote e omonimo di quel dottor John H. Watson che trascrisse gli eccezionali resoconti delle avventure da lui vissute insieme a Sherlock Holmes.

Il mio studio si trova al numero 43 di Dover Street, nel quartiere di Kensington. Lavoro presso il St Bartholomew’s Hospital. Sono nato il 28 dicembre 1954 a Londra; anche mia moglie, Joan, è nata qui. Abbiamo due figli: Jeffrey, di vent’anni, e James, di diciannove.

Non ho mai conosciuto mio nonno, in quanto morì prima che io nascessi; ma nel 1993 mi parlò. Attraversando settantacinque anni di storia, la sua voce mi raggiunse chiara come se mi fosse realmente di fronte.

Entrai in possesso di un diario tenuto segreto su sue precise istruzioni. Ciò che vi trovai scritto avrebbe cambiato irrimediabilmente una pagina importante della storia mondiale, almeno se crederete a quanto dice. Io, naturalmente, ci ho creduto.

Mio nonno, da quanto ho appreso dalla mia famiglia e da tutto ciò che ho udito e letto su di lui, era una persona straordinariamente onesta, leale, generosa e affidabile. Che si prendesse cura degli altri è evidenziato dal fatto che era un medico, e se non fosse stato un medico dannatamente bravo mio padre non avrebbe seguito le sue orme.

Il mondo intero conosce la sensibilità e l’affetto che mio nonno riversava nei suoi racconti su Holmes. La grande stima che provava per quell’uomo è palpabile in ogni parola, in ogni sillaba e in ogni segno di punteggiatura. Tutti conoscono gli sforzi che mio nonno faceva per garantire che la verità di ogni singola storia fosse resa con la massima fedeltà.

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Dalla Postfazione di Luigi Pachì:

Con “Sherlock Holmes e il diario segreto del dottor Watson” di Phil Growick la classica detective story si trasforma in storia di spionaggio. Avevamo già visto all’opera Sherlock Holmes in missioni segrete per conto del governo britannico e di suo fratello Mycroft, ma molto più spesso lo avevamo visto coinvolto in crimini e misteri della Londra tardo-vittoriana risolvibili tramite le sue ben note capacità deduttive (più correttamente, abduttive). Con molta probabilità, il periodo in cui Holmes si è dato da fare maggiormente a supporto del proprio governo è stato durante il cosiddetto Grande Iato, ovvero quando nell’aprile del 1891 (e fino alla primavera del 1894) venne dato per defunto, scomparso durante una colluttazione alla cascata del Reichenbach insieme al suo acerrimo nemico, il professor James Moriarty.

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Sherlock Holmes e il diario segreto del dottor Watson di Phil Growick (Apocrifi Mondadori n. 1), 280 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Alessandra Calanchi