Sir Henry spalancò gli occhi. – E perché mai? - Quel povero disgraziato aveva addosso vestiti che appartenevano a lei. Temo che il suo domestico, che li ha passati a Selden, potrà avere dei guai con la polizia.

- E’ improbabile. Non c’erano le mie iniziali su nessuno di essi, per quanto ne sappia.

- Buon per lui, o meglio, buon per tutti voi, perché riguardo a questa faccenda siete tutti fuori legge. Non sono sicuro che, come investigatore coscienzioso, il mio primo dovere non sia di far arrestare tutti gli abitanti di questa casa. I rapporti di Watson sono documenti molto incriminanti.

- Ma riguardo al caso? – chiese il Baronetto. – E’ riuscito a sbrigliare la matassa? Non mi sembra che io e Watson abbiamo fatto molti progressi dacchè siamo venuti quaggiù.

- Penso che tra non molto sarò in una posizione tale da poter chiarire notevolmente la situazione. Si è trattato di una questione eccezionalmente difficile e complicata. Molti punti sono ancora avvolti nell’oscurità, ma la luce sta arrivando.

- Noi abbiamo vissuto una strana esperienza, come Watson le avrà senz’altro riferito. Abbiamo udito il cane sulla brughiera, dunque posso giurare che non si tratta del tutto di una sciocca superstizione. Ho avuto a che fare con i cani quando ero laggiù nell’Ovest, e so riconoscerne uno quando lo sento. Se riesce a mettere museruola e catena a questo, sono pronto a dichiarare he lei è il miglior investigatore di tutti i tempi.

- Penso che riuscirò senza dubbio a mettergli museruola e catena, se lei mi darà tutto uil suo aiuto.

- Qualunque cosa mi dirà di fare, io la farò.

- Molto bene; e le chiederò anche di obbedirmi ciecamente, senza domandarmene sempre l ragione.

- Come vuole lei.

- Se agirà in questo modo, credo che con ogni probabilità il nostro piccolo problema sarà presto risolto. Non ho dubbi…

S’interruppe all’improvviso e prese a fissare un punto nel vuoto, sopra la mia testa. La lampada gli illuminava il viso, che era così assorto e così immobile da sembrare quello scolpito di una statua classica, la personificazione della concentrazione e dell’attesa.

- Che c’è? – esclamammo all’unisono.

Potei vedere, mentre abbassava lo sguardo, che stava reprimendo una qualche emozione interiore. I suoi lineamenti erano ancora composti, ma i suoi occhi brillavno di compiaciuta esultanza.

- Perdonate l’ammirazione di un conoscer – disse mentre indicava con la mano la fila di ritratti che ricoprivano la parete opposta. – Watson non vuole ammettere che io capisca qualcosa in fatto di arte, ma si tratta di pura gelosia perché i nostri punti di vista in materia differiscono. Ora, questa è proprio una bellissima collezione di ritratti.

- Sono lieto di smentirglielo dire – replicò Sir Henry, guardando con aria stupita il mio amico. – Confesso che non me ne intendo molto, e che saprei giudicare meglio un cavallo o un manzo che un quadro. Non immaginavo che lei trovasse il tempo per cose del genere.

- Riconosco qualcosa di buono quando lo vedo, e adesso lo vedo. E’ un Kneller, ci giurerei, quella dama vestita di seta azzurra, laggiù; e quel gentiluomo corpulento, con la parrucca, dev’essere un Reynolds. Sono tutti ritratti di famiglia, presumo?

- Sì, tutti.

- Conosce i loro nomi?

- Barrymore mi ha dato qualche lezione, e penso di essere abbastanza preparato.

- Chi è quel signore col telescopio?

- Quello è il contrammiraglio Baskerville, che prestò servizio agli ordini di Rodney nelle Indie Occidentali. L’uomo con la giacca blu e il rotolo di carta è Sir William Baskerville, che fu presidente delle commissioni della Camera dei Comuni sotto Pitt.

- E questo cavaliere che ho proprio di fronte… quello in velluto nero e merletti?

- Ah, lei ha ben diritto di sapere chi è. E’ lui la causa di tutto il misfatto, il malvagio Hugo, che per primo scatenò il Cane dei Baskerville. E’ improbabile che lo dimenticheremo.

Osservai il ritratto con interesse e con un certo stupore.

- Guarda, guarda! – esclanò Holmes. Sembra un uomo abbastanza mite e tranquillo, ma oserei dire che c’era un diavolo nascosto nei suoi occhi. Me lo ero immaginato come un personaggio più robusto e dall’espressione più scellerata.

- Non c’è dubbio sull’autenticità, perché il nome e la data, 1647, sono riportati dietro la tela.

Holmes aggiunse poche altre osservazioni, ma il quadro del vecchio mascalzone sembrava esercitare su di lui un grande fascino, e i suoi occhi rimasero costantemente fissi su di esso durante la cena. Fu solo più tardi, dopo che Sir Henry si fu ritirato nella sua camera, che fui ammesso a seguire il filo dei suoi pensieri. Mi ricondusse nella sala dei banchetti, reggendo in mano la candla che doveva servirgli per salire in camera da letto, e la tenne alta conbtro il ritratto macchiato dal tempo, appeso al muro.