Le immagini rubate di Manuela Costantini, Mondadori 2014.

“Una donna è stata uccisa. Ma non uccisa e basta: dopo averle trapassato il cuore con una lama lunga e sottile, l’assassino le ha preso lo scalpo, lasciando solo una ciocca a testimoniare la sua macabra impresa. Quando viene disposto il fermo di un fotografo, le cui impronte sono sul luogo del delitto, agli inquirenti sembra di poter inchiodare il colpevole”.

Non per l’avvocato Filippo Dolci il cui cognome svela la sua passione per la cioccolata, i bomboloni alla crema, i gelati e di fronte ad una pasticceria si sente “come Hansel e Gretel davanti alla casetta di marzapane”. Sposato felicemente con Lavinia (quasi una novità), amico del commissario Pietro Ciccone, alto, determinato, in relazione d’amore con Federica dopo una serie di incontri sfortunati. Altri personaggi tipici di ogni romanzo poliziesco: il procuratore Giampiero Galiffa, secco come un chiodo, l’ispettore Saverio Tudini “dalla faccia senza espressione” che “riesce a capire le persone con una sola occhiata” e l’ispettore Caterina Barnabè che “cerca, studia, segna e alla fine tira le somme e quasi sempre il risultato è giusto” (coppia perfetta).

Aggiungo l’incontro tra Filippo e Agnese Cerelli insieme ai tempi del liceo (vuole separarsi dal marito) e quello con la sorella Irene che pretende un risarcimento per un incidente stradale. Sospettati il parrucchiere Domenico Potalivo, ultimo a vedere in vita l’uccisa, e il fotografo Fausto Minardi le cui impronte sono state trovate vicino al corpo della vittima (incriminato, come già detto). Intanto a casa Dolci spariscono camicie, arrivano altri due morti ammazzati con le stesse modalità e l’indagine si fa più complessa, anche se per la polizia il caso sembra chiuso.

Insieme all’indagine, alle domande e alle elucubrazioni di rito infiorettate da dubbi e ripensamenti, il lavoro quotidiano dell’avvocato (deve difendere un ladro di pane e olio), la storia dei personaggi (tra cui quella di Corrado Scarsella omosessuale, amico di Filippo, sempre ai tempi del liceo), un po’ di filosofia sulla felicità, la televisione che incombe, la forza e la disperazione dell’amore, altri spunti sul Nostro a cui viene voglia di piangere quando piove per un ricordo doloroso da bambino e non può indossare il cappello (una specie di feticcio),  la “Chioma di Berenice” di Catullo a stuzzicare la curiosità del lettore.

In corsivo il pensiero dell’assassino, in prima quello di Filippo Dolci, in terza tutto il resto con una scrittura che si fa leggera e penetrante. Un buon inizio per Manuela Costantini.

All’interno il racconto “L’oro delle Alpi” di Massimiliano Govoni.

Siamo a Biegno. Segnalazione da parte di una automobilista alla poliziotta Elisabetta. C’è una automobile più a valle con una donna che sembra spaventata. Occorre accertarsi. Di mezzo il contrabbando di lingotti d’oro, il classico  traditore, gli scontri a fuoco. Racconto d’azione di forte impatto.