Undicesima indagine per l’investigatore privato Cork O’Connor, nato nel 1998 dalla penna del romanziere statunitense William Kent Krueger.

Non tutte sono edite da Il Giallo Mondadori, ma questo aprile con il n. 3127 arriva in edicola Il lago della paura (Northwest Angle, 2011).

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Dalla quarta di copertina:

Tutto sembrava perfetto, o quasi. Prima che l’orrore arrivasse dal cielo. In vacanza con la famiglia a bordo di una casa-battello su un remoto lago canadese, Cork O’Connor e la figlia Jenny vengono sorpresi da una violentissima tempesta durante un’escursione. Un mostruoso fronte di nere nuvole temporalesche si abbatte su di loro come una montagna e li scaraventa su un’isola devastata. Là, nei pressi di un capanno abbandonato, sotto un riparo di frasche, qualcuno ha nascosto un neonato, denutrito e disidratato. Ma le scoperte per i naufraghi non sono finite: c’è anche il cadavere di una ragazza, che però non è rimasta vittima della furia distruttiva degli elementi. No, è stata torturata e poi uccisa con una pallottola in mezzo alla fronte. Per Cork è ora di svestire i panni del turista e rimettere quelli dell’investigatore privato. Perché non solo ha un assassino da scoprire, ma soprattutto deve proteggere il bambino da chi vuole impadronirsene a tutti i costi. Ormai, la stessa salvezza dei suoi cari è inscindibilmente legata alla sorte di questo piccolo superstite che la morte segue come un’ombra.

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Per conoscere tutte le indagini di Cork O’Connor giunte in Italia, si rimanda agli Archivi di Uruk.

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Ecco l’incipit:

Cork O’Connor si svegliò molto prima del dovuto, come gli succedeva da settimane, turbato e inquieto. Un tenue chiarore filtrava dalla finestra della cabina dell’houseboat che condivideva con suo figlio. Non una luce vera e propria, piuttosto la promessa della luce che stava per venire. Quella che precede l’alba.

Spostò lateralmente il lenzuolo, scivolò senza far rumore giù dalla cuccetta, e s’inoltrò nel lungo corridoio centrale della casa-battello. L’aria era immobile, fatto insolito sul vasto lago dov’erano ancorati. Muti anche gli uccelli, assente il consueto cinguettare mattutino, e anche quello era strano. Cork andò in fondo al corridoio, oltre la stanza dove dormivano sua cognata e il marito, oltre la stanza delle sue due figlie, fino al ponte poppiero con la sua plancetta. Si affacciò al parapetto, scrutando la distesa d’acqua, nera come olio lubrificante. La luna non era ancora sparita oltre l’orizzonte, ma era così bassa nel cielo a occidente, la sua luce così evanescente, che era come se non ci fosse. C’erano le stelle, tanto numerose da risultare quasi opprimenti. A est s’intravedeva la sagoma più scura di un’isola contro lo sfondo grigio scuro che preannunciava l’alba ancora di là da venire.

Abbassò la testa, scrutando l’acqua sotto di sé.

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William Kent Krueger è cresciuto sulle Cascade Mountains in Oregon. Ha frequentato la Stanford University per poi abbandonarla in cerca di esperienze nel “mondo reale”, lavorando come taglialegna, operaio edile, giornalista freelance e più recentemente come ricercatore nel campo degli studi sull’infanzia. Vive da vent’anni a St Paul, Minnesota, con la moglie e i due figli.

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Il lago della paura di William Kent Krueger (Il Giallo Mondadori n. 3127), 280 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Giuseppe Settanni