L'ispettore (ci tiene al maschile) Maria Dolores Vergani viene contattata dal parroco del paese di montagna in cui andava in vacanza da bambina. C'è una mezza verità, un segreto brutto di cui l'uomo è al corrente, che ha a che fare con bambini spariti nei boschi e poi ritrovati. Vorrebbe occuparsene, Maria Dolores, ma altre indagini e altri impegni la inchiodano a Milano, mentre il suo istinto le dice che qualcosa di oscuro si aggira invece tra i boschi apparentemente idilliaci della Val d'Aosta.

È un bel personaggio, Maria Dolores, che emerge più qui che non nei successivi romanzi dell’autrice, dove altri le rubano la scena. Adottata, fatica a trovare una sua dimensione emotiva e allo stesso tempo combatte tenacemente per la verità, quale che sia. Come tutti i personaggi ben scritti ha una forte personalità, che genera nel lettore sentimenti contrastanti. I bei personaggi, del resto, sono belli anche perché ci si può litigare.

Altrettanto interessante è la scrittura della Bucciarelli, sincopata, che tende a saltare dei passaggi. Niente scene di raccordo, con lei, ma tante istantanee piene di fascino che spetta al lettore cucire insieme. 

Non è a scrittura predigerita dei tanti romanzi gialli scritti in serie. Richiede impegno e attenzione. Del resto la trama si inerpicano per i sentieri di montagna e in quelli dell'animo, i più difficili da affrontare.