L’uomo con la valigia di Francesco Recami, Sellerio 2015.

Assemblea condominiale della casa di ringhiera a Milano. Tra i soliti inquilini un duo di architetti alla moda. Da attuare il rifacimento di un bel po’ di condominio. Incasinamento e rissa generale.

Il nostro Amedeo Consonni ha un appuntamento che non può rivelare alla sua compagna, la professoressa Angela Mattioli. Con Ketty, una bella ragazza di venticinque anni, incasinata il giusto, conosciuta qualche tempo prima, che ha sempre bisogno di soldi. Appuntamento. Al posto della Ketty una ragazza nuda dentro la vasca, “gli occhi sbarrati e un coltello infilato nel petto”. Consonni afferra istintivamente il coltello e nello stesso tempo scattano alcuni flash. Unica cosa che riesce a vedere tra i lampi un gemello del polso d’oro con al centro “l’inconfondibile simbolo rosso-nero dell’AC Milan”. E’ stato incastrato, pensa.

Da qui l’avventura del suddetto che scappa di casa con la valigia e un lingotto d’oro alla ricerca del colpevole con dubbi travestimenti (pure testimone di Geova, camionista e assistente sociale) prima di essere fermato dalla polizia. Aiutato dall’amico De Angelis. Tra l’altro il corpo della ragazza morta viene ritrovato in altro luogo. Perché?.

Alla vicenda principale si alternano quelle di Angela incazzata fradicia per il sicuro tradimento, del nipotino Enrico e della madre (sua figlia), dei due architetti che vogliono fare ostinatamente i lavori di restauro, della Mattei Ferri “installata di fronte al suo osservatorio, la finestra di cucina”, ognuna con le sue sfumature di umorismo (a volte un po’ forzato).

Un tourbillon di situazioni fino all’epilogo con colpo a sorpresa in cui si ritrovano, uno dopo l’altro, i vari personaggi come all’aprirsi di un sipario (mi ricorda Il banchiere assassinato di Augusto De Angelis). Allora tutto si risolve tra un sorriso e una smorfia dubbiosa del sottoscritto che l’ambaradan recamesco questa volta (ho letto altri suoi libri) non mi convince appieno.