Tra scienza e diritto: un nuovo saggio sulla storia dell’investigazione criminale

In libreria Anatomia del crimine. Storie e segreti delle scienze forensi, di Val McDermid.

Val McDermid, scrittrice scozzese, ha all’attivo alcuni best sellers ed è ritenuta un’esponente del cd. Tartan Noir, espressione che si deve a James Ellroy e definisce quegli scrittori scozzesi che, nelle loro opere, risentono profondamente della cultura della propria terra ed offrono una peculiare declinazione contemporanea dell’hard-boiled.

In Anatomia del crimine. Storie e segreti delle scienze forensi, appena pubblicato nella collana “Le Scienze” della Codice Edizioni (e da non confondere con Anatomia del crimine in Italia, corposo manuale di criminologia curato da Zoli, De Luca e Macrì nel 2013), l’autrice non propone un’opera di fiction ma si dedica a ripercorrere la storia delle scienze dell’investigazione criminale, correttamente definite, nella prefazione, come l’insieme di discipline “in grado di fornire prove legali”. Lo fa rievocando alcuni tra i più significativi casi criminali – del passato ma anche recenti – in cui l’impiego delle varie articolazioni dell’investigazione scientifica si è rivelato decisivo per la ricostruzione della dinamica dell’evento e per l’individuazione del suo responsabile.

Adotta, quindi, un approccio per la verità non particolarmente inedito ma certo idoneo a coinvolgere il lettore interessato all’argomento senza essere un operatore del settore. Esiste, in tale ambito, più di un precedente: penso, ad es., a Scena del crimine ed a Tracce criminali, che Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi hanno pubblicato nel 2005 e nel 2006; penso a La scienza di Sherlock Holmes di E.J. Wagner, apparso in Italia nel 2007 e, se posso permettermi un’autocitazione, a Delitti al microscopio, pubblicato nel 2014.

Val McDermid
Val McDermid

Nel volume si succedono, dunque, tutti i riferimenti più ovvi e, per così dire, inevitabili agli scienziati ed agli investigatori più significativi per documentare l’evoluzione delle scienze forensi. Nel corso della lettura, ci imbattiamo, tra i tanti, in Edmond Locard, il criminologo francese che ha formulato il celebre principio di interscambio (“ogni contatto lascia una traccia”) e costituito il primo laboratorio di polizia scientifica; in Jean-Pierre Mégnin, uno dei padri fondatori dell’entomologia forense; nell’anatomopatologo Bernard Spilsbury, il cui parere si è rivelato decisivo per l’esito di molti casi criminali; in James Marsh, che ha elaborato il primo test chimico per rilevare tracce di arsenico; in Francis Galton, autore, nel 1892, del primo trattato di dattiloscopia;  in Paul L. Kirk, il criminalista che, negli anni Sessanta del Novecento, scagionò Sam Sheppard dall’accusa di aver ucciso la moglie analizzando la morfologia delle macchie di sangue presenti sulla scena del crimine e ricostruendo così la dinamica di quest’ultimo. Puntuali ed immancabili anche i riferimenti a celebri casi criminali come i delitti di Jack lo Squartatore, il processo Crippen, il caso Ruxton, etc. Né manca un doveroso richiamo – seppur insolitamente sbrigativo, specie per una giallista (scozzese, per di più) – ad Arthur Conan Doyle ed a Sherlock Holmes, citati a proposito dell’origine degli studi di biologia forense.

Insomma, si potrebbe considerare che Anatomia del crimine non brilli per particolare originalità, ma risulta comunque un testo interessante per l’intrinseco e profondo fascino degli argomenti trattati. Significativa la riflessione finale sulla strettissima correlazione tra l’investigazione scientifica ed il diritto: “Senza la riprova in tribunale”, argomenta l’Autrice, “la scienza degli esperti forensi non ha significato. Il compito della scienza forense è sostenere il sistema legale dalla scena del crimine all’aula di tribunale. Ma tutto dipende dalla scrupolosità e dall’imparzialità di quest’ultima fase. Non è solo nell’interesse della scienza, ma di tutti noi”.

L’autrice. Val McDermid è nata nel 1955 in Scozia, nella regione del Fife. Laureatasi presso il St Hilda’s College di Oxford, è stata giornalista e drammaturga, dedicandosi, infine, alla narrativa. È giunta al successo con il romanzo Report for Murder (1987). In Italia sono apparsi Senza via d’uscita, Il canto delle sirene, Connessioni di sangue.