La casa editrice Elliot (marchio di Lit Edizioni), nella collana Manubri ha pubblicato nel mese di aprile il romanzo scritto dalla autrice ungherese Mária Helena Fagyas, dal titolo Il tenente del diavolo (The Devil’s Lieutenant).

Il nome di questa scrittrice non è completamente sconosciuto nel nostro paese in quanto a metà degli anni ’80 la Rizzoli pubblicò due suoi romanzi che sono appunto Il tenente del diavolo e La fabbricante di vedove.

Per scrivere il presente romanzo l’autrice si è ispirata a un fatto realmente accaduto, noto in quegli anni come “il caso Dreyfus austriaco”. La verità storica è stata resa ancora più interessante dalla immaginazione della scrittrice che ha saputo dipingere molto bene e in modo accurato l’affresco di un’epoca e di un importante momento storico, immaginando quanto accadeva nelle stanze dove uomini di potere prendevano decisioni che coinvolgevano l’intera Europa.

Un giallo, come abbiamo scritto, dai forti risvolti psicologici, dal ritmo serrato, ipnotico e sorprendente.

Questo romanzo che possiamo definire un “giallo asburgico”, si svolge nel 1909 in un momento di massimo splendore dell’impero.

Nelle prime pagine del romanzo conosciamo Richard Mader, è un giovane ufficiale dell’esercito imperiale austroungarico che è stato appena promosso allo stato maggiore. E’ giovane, bello e con le donne ha un notevole successo (in particolare se sposate e insoddisfatte delle prestazioni del marito).

Da poco ha subito l’umiliazione di ricevere nella sua casa una piacente signora, sposata con un noto generale, ma al momento di portare a letto la bella e aggressiva signora la debacle è stata totale.

Sono passati vari giorni da quella brutta esperienza e ora attende l’arrivo di un’altra signora (sposata con un ex ufficiale che ha rinunciato alla carriera militare per sposarla e che ora lavora per le regie poste). In casa di Mader tutto è pronto per l’incontro, ha inviato il suo attendente ad acquistare del vino e dei pasticcini, poi preso dal dubbio sulle sue prestazioni sessuali decide di provare una miracolosa medicina che secondo il foglio allegato, firmato da un farmacista promette prestazioni eccezionali inghiottendo la piccola cialda allegata alla lettera.

Per Mader non vi sarà nessun incontro sentimentale in quanto muore tra atroci dolori, la cialda conteneva tanto cianuro da uccidere almeno dieci uomini.

Lo Stato Maggiore militare incarica il giudice militare Emil Kunse di indagare e si scopre che erano state inviate almeno dieci cialde ad altrettanti ufficiali; durante le indagini emerge un fosco scenario di suicidi, inganni e altro; ma il maggiore indiziato sarà Peter Dorfrichter  un giovane ufficiale, intelligente, amorale e carismatico. Tra i due si instaurerà un sottile gioco tra gatto e topo, complicato da sentimenti, assai poco ortodossi che il giudice militare Emil Kunse avrà verso il sospettato. Questo perché il giudice ha sempre nella sua mente il ricordo di alcune esperienze omosessuali avute da giovane, e verso Dorfrichter si fa forte quel vecchio e nero sentimento che ha sempre cercato di soffocare.

Un romanzo storico molto ben documentato, con personaggi la cui psicologia è descritta abilmente e sullo sfondo una Vienna e un impero in cui avanza la decadenza.

Complimenti alla Elliot che ha ristampato questo avvincente romanzo.

L’autrice

Mária Helena Fagyas nacque nel 1905 a Budapest. Suo padre, Géza Fagyas,

tenente ungherese, morì durante il primo conflitto mondiale. Nel 1925 Mária si trasferì a Berlino, dove sposò Ladislaus Bus-Fekete, drammaturgo e regista ungherese. Nel 1937 i due emigrarono negli Stati Uniti, a Hollywood, dove il marito fu assunto dalla MGM come commediografo. Scrisse in quegli anni con i nomi di Mary Helen Fay e Mary Bush-Fekete. Fu, inoltre, autrice di opere teatrali e traduttrice. Nel 1963 uscì il suo primo romanzo, La quinta donna, ambientato durante la rivolta a Budapest del 1956. Trascorse gli ultimi anni di vita a Palm Springs, in California, dove morì nel 1985. Il tenente del diavolo è considerato il suo romanzo più importante.

La quarta

Vienna, 1909. Dieci ufficiali dell’esercito austroungarico ricevono un’insolita circolare: la réclame di un ritrovato contro l’impotenza (con annesso campione gratuito). Uno di loro ingerisce il “prodigioso” medicinale e, pochi istanti dopo, colto da orribili sofferenze, muore. L’autopsia dichiara: avvelenamento da cianuro di potassio. Il caso fa scandalo. I vertici dello Stato Maggiore entrano in agitazione. Il capitano Kunze, magistrato militare, viene incaricato di scovare il mittente delle circolari, e nel giro di poche settimane i suoi sospetti si concentrano su Peter Dorfrichter, affascinante e geniale tenente di fanteria. Ma quando la verità dei fatti inizierà a emergere, il capitano Kunze si troverà di fronte un’indagine molto più complessa del previsto, e nel magnetico carisma del giovane tenente scorgerà qualcosa di inconfessabile che lo riguarda in prima persona.

Maria Fagyas, Il tenente del diavolo (The Devil’s Lieutenant)

Traduzione Francesco Saba Sardi 

Elliot Edizioni, collana Manubri, pagg. 383, euro 16,50