È da poco in libreria, per Adelphi Edizioni, L’uomo nudo di Georges Simenon (segnalato su sherlockmagazine.it il 16 maggio scorso), che raccoglie tre dei racconti che lo scrittore belga dedicò, alla fine degli anni trenta, ai casi dell’Agenzia Investigativa O. Quindi, vicende non incentrate sul suo protagonista più famoso, il commissario Maigret, anche se ad esso comunque indirettamente legate: uno dei personaggi messi in scena, infatti, Joseph Torrence, presentato come il direttore dell’agenzia, vanta un passato nella polizia giudiziaria, proprio come diretto collaboratore del celebre commissario. In realtà, nel giro di poche pagine, apprendiamo che l’uomo, “un colosso bonaccione, sulla quarantina, ben curato e ben pasciuto”, finge solo di essere a capo dell’organizzazione, diretta in effetti da émile, descritto come “uno spilungone con i capelli rossi che sembra cresciuto troppo in fretta dentro un vestito diventato troppo piccolo”. Il giovane, dall’ingannevole apparenza goffa ed impacciata, si rivela in realtà capace di affrontare le indagini ufficialmente affidate al suo “capo” con profondo acume e spiccato dinamismo.

Della singolare agenzia investigativa messa in scena da Simenon fanno inoltre parte il fattorino Barbet che, “sotto un altro nome […] ben noto alla polizia, una volta era un famoso borseggiatore” e la segretaria, la signorina Berthe, “una ragazza bionda e deliziosamente in carne, dall’aria più innocente e più ammodo che si possa immaginare”.

Nei tre racconti presentati, l’organizzazione è di volta in volta chiamata a recuperare, per conto di una compagnia assicurativa, il bottino di numerosi furti di gioielli avvenuti – con il medesimo modus operandi – nei mesi precedenti; a ricostruire la dinamica di un omicidio passionale, particolarmente complessa e sfuggente a causa dei depistaggi posti in essere dai personaggi coinvolti; ad indagare su una intricata vicenda che ruota attorno ad un celebre avvocato parigino – fermato durante una retata della polizia e sottoposto alle prescritte e talvolta umilianti procedure di identificazione antropometrico-giudiziaria (l’uomo nudo del titolo) – ed alla chiave di una cassaforte.

Il ritmo sostenuto della narrazione, i dialoghi serrati ed i frequenti capovolgimenti di prospettiva rendono i racconti avvincenti e certo idonei a suggerire quell’insieme di rigore e di estro, di pianificazione e di improvvisazione che spesso costituiscono i tratti peculiari del lavoro di indagine. “Se in quel benedetto mestiere ci fosse almeno il tempo di riflettere sul da farsi!”, considera ad un certo punto émile, riferendosi ai frenetici ed incontrollabili sviluppi di un caso su cui sta investigando, “Ma finisce sempre allo stesso modo: all’ultimo secondo le cose prendono una piega del tutto inaspettata”.

Il tutto con esiti che, più che al realismo, sembrano talvolta approdare alla stilizzazione del cartoon, declinando le vicende con leggerezza e pervadendole di un’ironia che oscilla tra la bonarietà e l’arguzia. Insomma, i racconti contenuti in questo volume presentano un Simenon piacevolmente insolito, lontano dalla tragicità e dalle tinte fosche di tanti suoi romanzi maggiori che, come si legge nella breve nota introduttiva al testo, “fa vivere ai suoi investigatori avventure comiche, rocambolesche – e a volte anche un po’ sentimentali”. Una momentanea, felice divagazione dello scrittore dai suoi temi abituali e dalle sue peculiarità espressive.

L’autore: Georges Simenon (Liegi, 1903 – Losanna, 1989), uno dei massimi narratori del Novecento, è il creatore del celebre commissario Maigret (protagonista di oltre settanta inchieste) ed autore di romanzi in cui scandaglia, con lucidità e partecipazione, i più oscuri recessi dell’animo umano. In tal senso, uno scrittore dotato – potremmo dire – di una profonda sensibilità “criminologica”. Tra le sue numerose opere, Adelphi ha più recentemente pubblicato: I clienti di Avrenos (2014); Il pensionante (2015); Il grande male (2015); La scala di ferro (2016).