Nel gennaio 2015, la collana “Le Storie” della Sergio Bonelli Editore pubblicò un albo dedicato alle imprese di un insolito personaggio chiamato Mercurio Loi, creato da Alessandro Bilotta e realizzato graficamente da Matteo Mosca, protagonista di una suggestiva vicenda ambientata nella Roma degli anni venti dell’Ottocento. L’albo di allora viene oggi riproposto dalla Casa Editrice in un lussuoso volume a colori, di grande formato, preludio all’esordio in edicola di una serie di albi dedicati al personaggio che, fin dalla prima avventura, rivela uno spessore idoneo a farne appunto il protagonista di una saga.

Mercurio Loi è un professore universitario di storia, con la vocazione per l’investigazione e l’avventura. Ironico, elegante e vanitoso, si muove come detto nella Roma dello Stato Pontificio, percorsa dai primi fermenti risorgimentali, densa di suggestioni esoteriche ed occultistiche, in cui operano e si contrappongono congreghe e fratellanze segrete. Lui stesso aderisce ad una organizzazione, la Sciarada, dedita ad indagare sui misteri della città. Il suo giovane assistente, Ottone de Angelis, è invece membro della Carboneria, che ha da poco visto eseguire la condanna a morte dei suoi affiliati Targhini e Montanari e medita una ritorsione.

La vicenda inizia, in medias res, mostrando i due uomini impegnati a liberare avventurosamente un bambino rapito da una setta dedita a riti che traggono origine da antichi culti. In seguito, gli stessi si dedicano ad indagare su misteriose morti, apparentemente dei suicidi, avvenute a Castel Sant’Angelo e sulle quali sembra aleggiare, inquietante, il fantasma di Beatrice Cenci, lì giustiziata, com’è noto, nel 1599. L’indagine porterà il professore-detective a misurarsi con un temibile nemico, con il quale ha già interagito in passato.

Il tutto declinato, da Bilotta e Mosca, con abilità narrativa e maestria nel tratteggiare i caratteri dei personaggi ed il contesto storico-sociale in cui si muovono, oltre che nell’evocare la Roma di allora, colta nei suoi tratti più insoliti, misteriosi ed arcani, lontana dagli stereotipi e dalle banalizzazioni che spesso affliggono le rappresentazioni della città forzatamente ed artificiosamente “pittoresche”.

Non mancano, nella narrazione, riferimenti letterari e cinematografici, peraltro proposti in modo discreto, sottile, senza il futile compiacimento della citazione ad oltranza. All’eccentrico e geniale protagonista non risultano, ad es., estranei aspetti riconducibili a Sherlock Holmes, con particolare riferimento, ci pare, all’interpretazione fornitane nella pellicola diretta da Guy Ritchie nel 2009. Ad essa sembra ispirarsi l’incisivo incipit della storia, oltre che il già menzionato sapore magico ed esoterico che la pervade. Mercurio Loi rivela anche qualche elemento che lo imparenta con Indiana Jones: professore universitario ed avventuriero, uomo di pensiero e di azione, oppresso da una paralizzante fobia per i ragni, che direttamente richiama quella per i serpenti del celebre archeologo di Lucas e Spielberg.

Lo stile grafico coniuga con efficacia il realismo e la stilizzazione, rendendo in tal modo espressivamente omogenei gli sviluppi della vicenda, talora drammatici e talora ironici e ben rappresentando la complessità caratteriale del protagonista e la sua eccentricità.

Un volume che induce, quindi, ad attendere con curiosità l’uscita in edicola della nuova serie dedicata al personaggio.

Illustrazione di copertina: Manuele Fior