Dov’è Cicely? di Anthony Berkeley, Mondadori 2020.

Londra anni Venti. Si parte con il sorriso che l’autore riesce a strapparci attraverso il dialogo tra il giovane gentiluomo Stephen Munro e il suo valletto Ebenezer Bridger. Il primo sta spiegando al secondo la sua nuova situazione finanziaria decisamente critica che comporta anche il suo licenziamento e la risposta è sempre uguale e monotona “Sì, signore”. In effetti Stephen è costretto a trovare lavoro come valletto, insieme a Bridger, al servizio dell’ultima erede della famiglia Carey, ovvero lady Susan Carey a Wintringham Hall nel Sussex.

Se la dovrà vedere con lo spigoloso maggiordomo Martin (scontri continui fra i due), incontrerà due vecchie conoscenze come l’ex fidanzata Pauline (ora insieme ad un magnate della finanza) e Freddie, nipote della lady. Quest’ultimo fautore di un esperimento di magia con gli ospiti della migliore società durante il quale sparirà nel salotto, dopo urla, colpi tremendi e un odore di cloroformio, Cicely Vernon (aveva già dato segni di agitazione e timore) figlia di una cara amica di lady Susan. Qualcuno pensa che si tratti di uno scherzo della stessa Cicely, qualcun altro che sia stata rapita. Comunque è sparita. E non si riesce a trovare da nessuna parte. Solo una sua sciarpa è finita impigliata nella cornice di un grande quadro. Come è potuta arrivare lì?…E perché lady Susan afferma di sapere dove si trova e non vuole dirlo?…

In seguito verrà scoperta la vera identità di Stephen che sarà accolto, comunque, come ospite  e indagherà insieme a Paula su quell’incredibile, inconcepibile mistero. Tra le varie caratteristiche del racconto abbiamo il classico passaggio segreto, qualcuno tra gli ospiti che a suo tempo è stato in prigione, un uomo bruno non identificato che si aggira per il bosco, la sparizione di una bella collana di lady Susan e chi potrebbe conoscere la verità viene trovato ucciso dal ramo di un albero caduto sopra di lui, Morte accidentale o omicidio? Addirittura potrebbe trattarsi dell’uomo sbagliato al momento sbagliato e la vittima designata doveva essere proprio Stephen che aveva detto di passare di lì. A complicare il caso arrivano delle lettere ricattatorie a lady Susan. Deve versare una cospicua somma in un determinato luogo pena la morte della povera Cicely. Continui dubbi, continui tormenti per Stephen e Paula fino a quando arriva la luce che svela il mistero con l’apporto sostanziale di Bridger.

Grande maestria nel delineare con pochi tratti efficaci le caratteristiche dei vari personaggi che rimangono vivi nella mente del lettore. Brivido, mistero, buio, paura, scontri insieme a  momenti sentimentali con l’amore ritrovato. Soluzione in tutta sincerità assai complessa da seguire con l’occhio sveglio dopo una bella bevuta di caffè. E non è detto che ci si rccapezzi.

Per I racconti del giallo abbiamo Il respiro del diavolo di Marzia Musneci.

Un morto sotto il ponte della Magliana colpito al cuore con una lama. Su pollice e indice lievi abrasioni. Segue altro cadavere in un luogo frequentato da tossici. Colpo di arma da fuoco dritto al cuore, mozzate le dita e distrutto l’arcata dentaria. Lavoro per il vicequestore aggiunto Fidelio Barca e i suoi assistenti. Di mezzo certi superpeperoncini cuciti nella fodera di un giubbotto di pregio rubato a un morto ammazzato dal suo assassino che è stato a sua volta ammazzato. E, guarda caso, c’è proprio un convegno per appassionati del peperoncino in un hotel di Castel Gandolfo. E’ lì che bisogna andare…