Il nostro JDC, nella sua altra fervida identità quale Carter Dickson, mi ha fatto scoprire il burbero Sir Henry Merrivale, detto "Il Vecchio", del quale ho appena letto i pregevoli "I delitti dell'unicorno" e "Il mistero delle penne di pavone".
"I delitti dell'unicorno" offre un'ambientazione stuzzicante, posto che le circostanze della trama riuniscono il solito eterogeneo gruppo di persone che non si conoscono tra loro, racchiudendole in un ambiente isolato (un castello in Francia) e ospiti di un misterioso anfitrione, il conte D'Andrieu. Sir Henry deve affrontare sia il fantomatico Flamande, un pittoresco e inafferabile "genio del male" francese, sia vedersela con l'altrettanto misterioso Gaston Gasquet, l'uomo della legge che si è prefisso di catturare Flamande senza rivelare la propria identità .
"Le penne di pavone" è invece di ambientazione tutta londinese, e ripropone un'ennesima variante della "camera chiusa", ovviamente e brillantemente risolta da Sir Henry, un investigatore continuamente descritto con tocchi umoristici, per cui i personaggi che lo incontrano lo vedono come una specie di Buddha corpulento che pare addormentarsi davanti agli interlocutori, mentre i suoi metodi deduttivi prevedono in realtà una profonda concentrazione che disorienta i più.
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