La Newton Compton porta in libreria un giallo di Massimo SmithIl mistero di piazza dell'Odio (2021).

La trama

Appena uscito dal carcere di Rebibbia, dopo due anni di reclusione, Nico Guerra è costretto a lasciare Roma. Non è un posto sicuro per riassaporare la libertà, visto che ad aspettarlo ha trovato delle esplicite minacce di morte. Scappato a Napoli, Nico chiama Barbara Giuliani, una vecchia amica con la quale aveva avuto un’avventura ai tempi del liceo. Barbara, seppure risentita per non averlo più visto, si muove a compassione e lo ospita nel suo albergo – in realtà un bordello di lusso –, invitandolo alla massima discrezione. Nonostante il desiderio di Nico di starsene fuori dai guai, attorno all’albergo di Barbara sembrano concentrarsi attività decisamente inquietanti. E la strada di Nico si incrocia con quel­la di Soriano e Giappo, due falchi della polizia che indagano sulla lunga scia di sangue che scorre lungo le strade di Napoli, tracciata da un inafferrabile assassino chiamato “Vetro”…

L'incipit

Il primo pugno l’aveva preso dritto alla bocca dello stomaco.

Non era riuscito a raggomitolarsi sul dolore perché lo tenevano in tre: quello alle sue spalle per il collo e i capelli, mentre gli altri due gli bloccavano le braccia.

Un altro picchiava.

Poi l’avevano pestato tutti e quattro.

Inutile sperare nell’intervento delle guardie carcerarie, anzi. Probabilmente, quel figlio di mignotta di Mancini era intento a togliersi la forfora dall’uniforme fingendo di non sentire i rumori del pestaggio.

Dopo cinque infiniti minuti, una voce gli aveva detto: «Stronzo, quanno esci da qui c’hai i minuti contati pe’ annattene da Roma e non torna’ più, perché cor cazzo che stavorta te fanno la grazia. Hai capito, cojone?».

Attraverso una nebbia di lacrime e muco, li aveva visti andarsene con calma, ridendo. Aveva provato a toccarsi il viso, trovando solo un pallone di carne pieno di bozzi e il naso fratturato.

In infermeria, quando per prassi, annoiati, gli avevano domandato cosa fosse successo, aveva risposto col classico: «Sono caduto».

Due anni a Rebibbia gli avevano insegnato a chiudere la bocca e a non svegliare altri cani dormienti.

Ora, due mesi dopo, si ritrovava fradicio di pioggia gelida alle sette di sera al binario quindici della stazione Tiburtina. La mole bordeaux e aerodinamica del treno Italo apparve attraverso gli scrosci con dieci minuti di ritardo.

Solo quando si lasciò cadere sul seggiolino numero 39, alle 19:45, Nico Guerra riuscì a percepire appieno la certezza di essere diventato nessuno.

L'autore

Massimo Smith è nato nel 1964 a Napoli, dove vive e lavora. Autore per il teatro e il cinema, è stato per due anni responsabile degli eventi pubblici del Premio Napoli, diretto da Ermanno Rea. È stato direttore editoriale delle case editrici Graus e Ad est dell’equatore.

Info

ISBN: 9788822745941 – Pagine: 416 – Nuova Narrativa Newton n. 1149