Il giorno muore lentamente di Enrico Luceri, Mondadori 2022.

Quando la quarta di copertina è perfetta va sfruttata anche integralmente “Il corpo dell'uomo è riverso in cucina. Supino, le braccia allargate sul pavimento, la bocca spalancata in un agghiacciante grido senza suono. La ferita allo stomaco è stata inferta da un'arma da taglio, il colpo vibrato dal basso verso l'alto. Ma sono le mani del morto, cosparse di olio e bruciate, il dettaglio più raccapricciante. Nella camera da letto, poi, giace il cadavere dell'anziana madre. Una coltellata all'addome anche per lei, sangue dappertutto, e la gamba sinistra fracassata con il suo stesso bastone. Scena del duplice omicidio una casa popolare nel quartiere Ponticelli, a Napoli, concessa per gravi motivi di indigenza. Per il commissario Tonio Buonocore ci sono elementi a sufficienza per poter escludere una rapina finita male. Una ricostruzione preliminare degli eventi suggerisce l'ipotesi di un'azione premeditata. Compiuta da una persona che conosceva in qualche modo le vittime e le odiava al punto da infierire su di loro con inaudita ferocia. Un odio freddo e profondo che sembra provenire da lontano nel tempo. No, per il commissario qui non si tratta di qualche balordo che ha perso la testa, e le sue intuizioni di solito non sbagliano. È stata un'esecuzione.” Siamo al venerdì pomeriggio del 16 dicembre 2016 e il giorno precedente abbiamo assistito alla presentazione di tre donne, in tre posti diversi, che hanno dentro di loro qualcosa che le assilla (paura, ricordi, rimpianti, rancori). Soprattutto la signora Maria Antonietta Martone alloggiata presso un residence sulla collina del Vomero che suscita qualche perplessità nel portiere notturno. Che parte avranno nella storia?…

Una storia cosparsa di numerosi cadaveri colpiti, secondo Buonocore, dalla stessa mano come il tassista trovato nella sua macchina con la lingua tagliata e una donna a cui sono stati cavati gli occhi. Quale il significato di tutte queste mutilazioni? Indagine difficile soprattutto a Ponticelli, luogo malfamato di pregiudicati. Ma il nostro commissario, alle prese con qualche bastoncino di liquirizia e portato a disegnare i volti degli interrogati, è pronto ad afferrare il filo dell’aquilone che vola basso per carpire e capire il nesso tra gli omicidi. Con l’aiuto della sua squadra (il dottor Scalera, il sovrintendente Macchia e l’ispettore Lina Garzya ognuno efficacemente sbalzato nella propria personalità) e tutto teso a convincere il sostituto procuratore Pierannunzi della sua idea, ovvero di una mente che uccide per un trauma subito lontano nel tempo. Occorre uno scavo attento e approfondito nel passato, una ricerca che riguarda soprattutto un certo ospedale. È lì che bisogna trovare il bandolo, pardon il filo dell’aquilone che aleggia nella mente di Tonio, per prevenire, magari, un altro assassinio…

Per I racconti del giallo abbiamo La fine della nottata sempre di Enrico Luceri.

Napoli, gennaio 2017. L’uomo, ucciso con una statuetta che rappresenta la Nemesi, è Gaetano Somma colpito alla tempia sinistra e da tre durissime mazzate alla nuca. Dovrebbe stramazzare bocconi e invece si trova supino. Qualcosa non quadra per il commissario Tonio Buonocore…

L’ucciso aveva una ragazza che picchiava per gelosia. Ecco la prima sospettata, ma è meglio interrogare gli inquilini del palazzo e allora si capisce che molti avrebbero guadagnato dalla morte di Somma. Non è finita qui perché arriva un altro omicidio e un sospetto suicidio. Occorre beccare al più presto il filo dell’aquilone…