In Inghilterra è stato trasmesso nel prime-time, durante le festività natalizie e successivamente ha raggiunto sia l’America che il Canada. Le prime reazioni sono alterne. Il film di per sé piace al 50% degli appassionati (tranne ai fondamentalisti che lo detestano per le molte variazioni apportate a testo etrama rispetto all’originale), mentre molto meno piace la scelta ricaduta sugli attori che interpretano Holmes e Watson, rispettivamente l’attore australiano Richard Roxburgh e e Ian Hart. Anche molte delle anticipazioni fatte dalla BBC per il lancio pare siano state disattese. Il lavoro prodotto dalla Tiger Apect Productions (Christopher Hall), per la regia di David Artwood e lo script di Allan Cubitt era stato pubblicizzato come un lavoro per un pubblico maturo, che avrebbe giocato sul terrore esercitato dal cane, con grandi effetti speciali. Avrebbe dovuto presentare una Londra che entrava nell’era della luce elettrica comparata ad una Dartmoor molto simile al far-west, inospitale e spesso fuorilegge. Holmes sarebbe dovuto essere attorno ai trent’anni, in contrasto col la classica figura matura e paternalistica. La critica non riconosce nessuna di queste diciharazioni e le smonta una a una. Il “mastino” fa meno paura di Scooby Doo - afferma, ad esempio Bert Coules, già scrittore di due edizioni radiofoniche per BBC 4 del classico di Conan Doyle The Hound of the Baskervilles. Holmes si comporta certamente non da trent’enne, la nuova e vecchia Londra non emerge affatto e il contrasto tra città e paesino desolato non sembra così forte come nelle premesse. Anzi, la vita aristocratica di Dartmoor sembra confortevole tanto quanto quella della metropoli londinese. Ci sono poi della assenze ingiustificate per molti appassionati. Per esempio manca l’apertura in cui Holmes e Watson ricostruiscono il personaggio del dr Mortimer dal bastone da passeggio, manca l’ossessivo interesse alle vecchie ossa da parte del “beniamoni” di Mortimer e la leggenda relativa alla maledizione dei Baskerville è letteralmente alterata. A questo va aggiunto che Cubitt ha voluto che l’azione si svolgesse in pieno periodo natalizio, ha aggiunto un’autopsia, una relazione piuttosto criticabile tra Holmes e Watson e un nuovo finale. Un comportamento atipico di Holmes, per esempio, è quando anziché ottenere informazioni dal vetturino con l’astuzia che lo contraddistingue, decide di usare la forza, estraendo un’arma. Per finire con le critiche negative viene anche riportato un certo modo di parlare anacronistico con frasi tipo: “Potrei uccidere una bottiglia di Montrachet”. Su tutto l’errore più grosso è forse la voglia dello sceneggiatore di inserire la droga ad ogni costo. Infatti Holmes si inietta (non viene detto cosa) per due volte una sostanza stupefacente proprio nel bel mezzo del caso. Inutile ricordare, in questa sede, che Holmes faceva uso di cocaina - nel Canone - solo nei momenti in cui la sua mente non era completamente concentrata su misteri da risolvere. Tra la stampa meno positiva hanno titolato poco convinti giornali come The Observer, The Times e il Daily Mail. Di positivo in questa nuova versione va però ricordato che si tratta di un prodotto commerciale e moderno di un certo interesse, trasmesso in prima serata (in Inghilterra a Natale, quando le famiglie si stanno godendo il periodo dell’anno più bello e gioiso) e che, per questo, può avvicinare nuove leve di appassionati al detective londinese. Il classico per eccellenza di Conan Doyle è stato resuscitato dalla BBC e mostrato nella cosiddetta fascia del pick-time... Ora non ci resta che sperare che, prima o poi, venga doppiato e trasmesso anche nel nostro paese.