Sara Pezzini, la conturbante protagonista di Witchblade e Lama stregata, deve la sua creazione (1995) a Mark Silvestri e David Wohl. I disegni sono di Michael Turner, considerato uno dei più grandi disegnatori del fumetto USA. La serie è stata pubblicata in Italia dalla Marvel Italia in una collana mensile di 62 numeri, a colori, che ha presentato al pubblico uno tra i maggiori successi della Top Cow (divisione dell’Image e detentrice dei diritti del personaggio), alla quale tra l’altro va il merito di aver lanciato Turner. La collana è partita nel 1997, dopo che i primi episodi americani erano stati pubblicati sulla testata Cyberforce (Star Comics).

Nel 2001 è arrivata la nuova formula, ottanta pagine e un nuovo nome ovvero Witchblade magazine, in cui, insieme ad altre serie (tra cui Darkness), Witchblade è rimasta protagonista; tutto ciò anche grazie al talento di Keu Cha, degno erede di Turner. La serie, che richiama l'estetica dei film di John Woo e di Quentin Tarantino, mescola abilmente suggestioni fantasy e horror, sullo sfondo di apocalittici scenari metropolitani, decadenti ma tecnologicamente avanzati. Serial killer, affascinanti assassini, donne mozzafiato e poliziotti intrepidi si muovono attraverso la multiforme varietà di ambienti della Grande Mela, passando con disinvoltura dai palazzi del potere, ai bassifondi metropolitani, fino alle grandi case di moda.

Sara Pezzini è nata a New York il 18 novembre del 1970. Quando non si trasforma in Witchblade, veste i panni di una brillante detective presso la sezione omicidi del dipartimento di polizia newyorchese, per vocazione ma anche in ricordo del padre, agente molto noto, assassinato da uno sconosciuto. La straordinaria storia di questa irresistibile eroina, dal fascino magnetico  e provocante, inizia quando, nel corso di un’indagine, si trova coinvolta in una cerimonia di omaggio ad un’antica reliquia. Si tratta di un guanto metallico che, se indossato, conferisce straordinario potere. L’oggetto non è però inanimato: ha la capacità di scegliere chi possa indossarlo. Sara viene eletta, acquisendo quel carattere di invincibilità che le consente di affrontare il crimine, priva del frustante senso del limite davanti al male.

Il ‘guanto-arma’ lascia infatti scaturire intorno al corpo della ragazza un’armatura che la ghermisce con una serie di scaglie metalliche, simili ad artigli. L’effetto alimenta una componente sadica, che rende stimolante il fumetto pur senza sconfinare nel genere erotico vero e proprio. Dal punto di vista grafico l’armatura assolve anche la funzione di evidenziare le magnifiche forme della protagonista, atletica e slanciata, nonché il compito di esaltarne i tratti aggressivi e violenti del carattere. A livello cromatico la colorazione digitale offre una realistica connotazione alle scene che si svolgono a confine tra incubo e immagine digitale.