Il comandante della brigata criminale di Marsiglia, Michel De Palma, grande appassionato dell’opera lirica, ha alle spalle venticinque anni di onorata carriera nella polizia e di grandi successi: li prende tutti, lui, che siano trafficanti di droga o serial killer. Scompare una paleontologa dell’università di Marsiglia e De Palma entra in azione insieme alla sua squadra. Tre donne vengono uccise, una di seguito all'altra, in luoghi diversi ma con modalità che fanno pensare a un oscuro rituale preistorico, come se l'assassino avesse voluto celebrare un sacrificio umano. Nessuno crede che fra i tre omicidi e la morte di un esperto sub ci sia un legame, tranne De Palma, "il Barone", che si ritrova così immerso in un mondo ignoto, in cui ad appassionati d'arte preistorica e paleontologi si mescolano studiosi di riti sciamanici e malavita locale. Mondi arcani e spietati, sia quello preistorico che quello attuale, entrambi caratterizzati da riti di sangue.

Lo stesso Michel faticherà a non cadere nella trappola mortale dell'"uomo ucciso", la più antica rappresentazione di un assassinio nella storia dell'umanità graffita sulle pareti di una grotta preistorica nei dintorni di Marsiglia.

L’autore crea un intreccio godibile anche se forse fin troppo complesso, sicuramente non scontato. La protagonista sullo sfondo è Marsicho, detto alla provenzale, città detestata e amata, colta in tutte le sue contraddizioni.

“E’ una città nera, rugosa, violenta e dura. Un mosaico di popoli tenuti insieme dalla disoccupazione.”  Quindi nessun cedimento al folclore, “nessuna goccia di pastis in un piatto di parole”. La bellezza delle coste e del mare fa da contraltare ai quartieri poveri e degradati dove vivono gli immigrati nordafricani  ma anche allo squallore dei moderni e anonimi complessi residenziali ricavati dall’abbattimento dei vecchi quartieri popolari.

Luci ed ombre caratterizzano anche nel protagonista e tutta la folla di personaggi che si muove intorno a lui: colleghi, delinquenti, studiosi della preistoria.

Trovo che la bellezza del romanzo risieda soprattutto nello spessore psicologico e umano dei personaggi. Dai protagonisti alle “comparse”, tutti sono colti nella loro essenza  di uomini e donne, spesso dolenti e offesi dalla vita.

Non manca  quindi la pietas e la con-passione dell’autore verso la sua città e verso l’uomo.

“Diciamo che la molla essenziale del romanzo giallo risiede nella trama, molto spesso poliziesca, e nel modo di trattare la psicologia dei personaggi. Secondo me, il giallo è uno spaccato dell’umanità. C’è sempre l’Uomo messo di fronte alla sua parte oscura, alla brutalità. Dopo aver letto moltissima "grande letteratura", ho riscoperto la forza di questo genere a lungo poco considerato.

Il giallo dice più sulla società  di tante chiacchiere intellettuali degli scrittori che popolano gli incontri ad ogni inizio di stagione dei premi letterari”.

Xavier-Marie Bonnot, La prima impronta, Einaudi, 2007

 

N.B. Le citazioni virgolettate sono tratte da un’intervista di Renè Barone a XMB. La traduzione dal francese è dell'autrice di questo pezzo.