In questi giorni ho letto l'ultimo romanzo di  Luca Martinelli, ovvero l'apocrifo Sherlock Holmes e la morte del cardinale Tosca, edito da Ur Editore e nelle librerie dallo scorso 5 aprile.

Il libro è scritto davvero bene e lo consiglio a tutti gli appasionati del Grande Detective. Martinelli è molto abile nel muoversi coi personaggi del canone e riesce a imbastire un'avventura dai toni al contempo intriganti e avventurosi, degni delle storie di Sir Arthur Conan Doyle.

Non solo il romanzo scorre velocemente, ricco di riferimenti all'opera originale, ma l'autore riesce a tessere una trama davvero unica, ambientandola a Roma, alla fine dell'Ottocento. Sherlock Holmes viene infatti contattato in Baker Street per essere ingaggiato da Sua Santità, Papa Leone XIII, con l'obiettivo di decifrare il mistero dell'improvvisa morte del cardinale Camerlengo. Un compito di estrema riservatezza, in un momento di grande fervore storico italiano. Il loro arrivo a Roma coincide, infatti, con i giorni incandescenti del dopo elezioni del 1895 per il rinnovo del Parlamento e con le celebrazioni per l'anniversario della morte di Garibaldi.

Da un punto di vista stilistico Martinelli mette in luce le sue doti di scrittore che, in quest'opera, denotano una raggiunta maturità tecnica davvero invidiabile e che molti autori, ben più famosi di lui e legati ad altri generi più popolari, non intravedono neppure lontanamente. Ma l'abilità tecnica non è sufficiente se non si è anche in grado di contestualizzare storicamente i fatti, ricreare un periodo storico con grande attenzione e inserirlo all'interno di una trama ben congegnata. Ebbene, Matinelli riesce in tutto questo superando ogni scoglio e lasciando all'appassionato un godibile romanzo che si fa leggere tutto d'un fiato. Naturalmente i personaggi storici coinvolti nella storia sono realmente esistiti, mentre il giallo che li avvolge è di pura fantasia.

Il romanzo è dunque in perfetta coerenza con il Canone in un'Italia che mostra attraverso i giornali di un tempo i suoi lati oscuri, per altro molto simili a quelli di oggi (che non sia cambiato nulla in oltre un secolo?). Il connubio tra Holmes, la Capitale italiana e le bieche trame Vaticane è davvero ben riuscito.

Per esssere un po' pignoli in alcuni momenti la figura del dottor Watson che narra in prima persona l'avventura sembra, nelle sue esternazioni, pensieri reconditi ed elucubrazioni, un po' troppo dipendente da Holmes... ma forse è giusto un piccolo appunto per lasciare spazio al perfettibile nel suo prossimo romanzo.

Bravo Luca!

Sherlock Holmes e la morte del cardinale Tosca  è pubblicato nella collana Sylfaen