Credo che per tutti i narratori veri sia una sensazione comune. Spesso ci dimentichiamo di leggere, di trovare nuovi punti di partenza, di tornare ad appassionarci come negli anni della formazione. Per me è sempre una grandissima emozione. Una finestra che si apre su un panorama al tempo stesso familiare (quello del noir, dell’avventura e dell’azione) ma visto con uno sguardo “fresco”, accattivante, che ti avvince e ti stimola, coltivando la tua fantasia con sementi nuove che daranno chissà quali frutti. Per il momento resta il puro piacere di una lettura avvincente.

Raymond Benson è un amico e collega di lunga data e così Andrea Carlo Cappi che me lo ha fatto conoscere ai tempi in cui scrisse gli apocrifi di James Bond (pubblicati da Mondadori e Alacràn), sicuramente tra le opere del filone tra le più riuscite. Che Raymond scrivesse poi altri romanzi di ottima qualità lo sapevo, in particolare Torment (in Italia Ossessione) che avevo trovato particolarmente coinvolgente. Nulla di tutto ciò, se non una generica fiducia nel fatto che stavo acquistando un libro di qualità, mi aveva preparato alla lettura del primo volume della avventure di Black Stiletto.

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