Distribuito da Amazon Prime a partire dallo scorso marzo, questo film presenta un titolo piuttosto lungo: Blow the Man Down (Buttiamo giù l’uomo), che è anche il ritornello della canzone con cui si apre la prima scena del film, decisamente suggestiva. La canzone è intonata da un vecchio pescatore, il volto solcato dalle rughe e la barba bianca. Prima canta da solo, poi alla sua voce si aggiungono quelle di altri pescatori, che accompagnano con il canto il loro lavoro: sono gli uomini di Easter Cove, un remoto villaggio del Maine, USA.

Qui si svolge la vicenda ed appare subito evidente che due cose non mancano mai in questo luogo sperduto: il freddo e il pesce. Immagini che richiamano l’uno e l’altro seguiranno lo sviluppo della trama in maniera quasi ossessiva. Così come il canto folcloristico dei pescatori, che farà regolarmente la sua comparsa segnalando lo svolgersi dei diversi momenti chiave della storia, secondo una tecnica che ricorda vagamente la funzione del coro dell’antica tragedia greca.

Ma se a “commentare” le vicende è un coro maschile, in realtà il cuore della storia sono le donne. Sono loro che comandano veramente a Easter Cove, e non lo fanno con la violenza, bensì in maniera subdola e discreta, con grazia e senza rinunciare mai alla propria femminilità. Le signore del villaggio gestiscono realmente la comunità e risolvono i conti in sospeso da anni, tenendo ben nascoste quelle parti del passato di Easter Cove che è meglio non vengano alla luce.

Un film del genere non poteva essere che scritto e diretto da due donne, Bridget Savage Cole e Danielle Krudy. La trama ha inizio con il funerale di Mary Margareth, malata da tempo e ora compianta da tutte le signore del villaggio e ricordata per la sua perenne disponibilità verso il prossimo. Le figlie della defunta, Priscilla (interpretata da Sophie Lowe) e Mary Beth (Morgan Saylor), si ritrovano ad affrontare una difficilissima situazione: Mary Margareth le ha infatti lasciate con un misero negozio da gestire, sole e sommerse dai debiti. La sorella più giovane, Mary Beth, scopre di non potersi permettere il college, la sua unica speranza di fuga da Easter Cove, che lei percepisce come rozza e claustrofobica. Disperata, decide di sfogare la sua rabbia bevendo al bar del villaggio, dove incontra uno sconosciuto dall’aria poco raccomandabile. Ubriaca, Mary Beth sale in macchina con lui e questo è l’inizio della tragica notte che segnerà per sempre il destino delle due sorelle, legandole indissolubilmente al passato segreto di Easter Cove.

Mary Beth, infatti, pur nello stato confusionale in cui si ritrova, comprende che l’uomo con lei è pericoloso e, prima che lui possa farle del male, trova un modo per renderlo inoffensivo… Piantandogli un arpione nella gola, per essere precisi. Che fare a questo punto? Non ci sono prove delle cattive intenzioni dell’uomo: se si costituisce, Mary Beth verrà arrestata per omicidio. È Priscilla che trova il modo per salvare la sorella, buttando il cadavere in mare.

Immaginatevi ora lo spavento delle due quando, poco tempo dopo, la polizia di Easter Cove ritrova un corpo trascinato sulla scogliera dal mare. Ma come ben presto si scoprirà, non si tratta dello sconosciuto ucciso da Mary Beth, bensì di una giovane ragazza. Lo spettatore si ritrova quindi di fronte a due omicidi e spera che il primo rimanga un segreto, per quel particolare rapporto di complicità che si crea fra i protagonisti di una storia e il suo pubblico, mentre muore dalla voglia di scoprire quali retroscena si celino dietro al secondo.

A questo punto entra in gioco il personaggio forse più affascinante della storia, che mette in ombra le due ingenue protagoniste: Enid (interpretata da Margo Martindale), una carissima amica della defunta Mary Margareth, che non aveva potuto partecipare al funerale perché guardata di traverso dalle altre donne di Easter Cove. Enid infatti è la matrona del bordello del villaggio, una donna forte che, a differenza dei pescatori, con le loro rughe e le mani piene di calli, pur essendo stata messa alla prova dalla vita, nasconde i segni del tempo e della fatica dentro di sé e gestisce la sua attività con il pugno di ferro.

Quando Enid viene coinvolta nella storia, Priscilla e Mary Beth passano improvvisamente in secondo piano e assomigliano a due pedine mosse dal destino… o dalle abili mani delle signore di Easter Cove. Anche i due poliziotti, gli unici personaggi maschili ricorrenti all’interno della trama, non sono altro che due pupazzi manovrati a loro insaputa dalle donne.

A metà fra un noir e una dark comedy, Blow the Man Down è un film curioso. Non vi sono esplicite scene di sangue, non vi è la tensione dei thriller. Eppure lo spettatore è attirato da quell’atmosfera apparentemente tranquilla dell’immutabile Easter Cove che invece nasconde un passato oscuro, che soltanto le donne conoscono. La ciliegina sulla torta è il finale tutt’altro che scontato che lascia allo spettatore il compito di riflettere su quanto sia realmente accaduto fino a quel momento.