Intervista a Dario Galimberti, che è tornato da qualche mese con il quinto, attesissimo capitolo della serie gialla noir dedicata al delegato di polizia Ezechiele Beretta. Un successo consolidato che, con ogni nuova uscita, conquista il cuore degli appassionati di gialli storici e noir, confermandosi come una delle serie più amate del panorama letterario italiano.
Andiamo a scoprire come questa volta un atroce delitto porterà il delegato Beretta nel cuore delle tenebre, dove la verità è più oscura delle montagne che la circondano.
Dario, sembra essere una giornata tranquilla a Lugano quando, in una lussuosa residenza di via Bossi, viene scoperto un cadavere quasi decapitato con una scure a fianco, una scena che sembra uscita direttamente dalle pagine tormentate di Dostoevskij. Impossibile, infatti, non pensare a “Delitto e Castigo”…
Parlaci della vittima. Chi è?

La scena del crimine, così come l’arma del delitto in effetti sono ispirati a “Delitto e Castigo” e non ne viene fatto mistero nel romanzo, ma non solo: un altro avvenimento molto simile verrà svelato tra le pagine del racconto… Questa volta l’assassinato compare subito nell’incipit e sembra un uomo senza passato. Il delegato Beretta e il suo aiutante appuntato Bernasconi dovranno scoprire chi sia l’assassino, ma anche chi sia la vittima. Il doppio enigma porterà la vicenda a sviluppare numerosi intrecci nidificati e che necessiteranno dell’abilità e della memoria storica dei protagonisti per venirne a capo.
Nel romanzo di Dostoevskij, rispetto al poliziesco classico, sappiamo subito chi è l’assassino e siamo interessati a come verrà scoperto. Inoltre, l’assassino ha ucciso perché riteneva fosse giusto farlo, non per vendetta ma per una sorta di dovere verso l’umanità. La giustizia che sapore ha in questo libro?
La giustizia sembrerebbe variare in funzione dei punti di vista, in questo romanzo, così come nella vita. Nella logica del protagonista – il delegato di polizia Beretta – la giustizia è quasi sempre quella codificata dallo strumento con cui la si realizza: la legge. Spesso però, sopraffatto da una qualche intuizione morale, il Beretta fa delle distinzioni su ciò che è giusto da ciò che è ingiusto indipendentemente dalle norme scritte, ma piuttosto da principi interiori come il rispetto, l’equità e la dignità umana. In quel caso non esistono leggi che non possano essere superate. Per l’assassino invece la giustizia non corrisponde più alla legge costituita e nessun valore normativo è in grado di ristabilire un equilibrio. La sua rabbia è tale che il dolore può essere placato solo attraverso un gesto esemplare, significativo: una vendetta che abbia anche il sapore di rivalsa.
La vicenda si sviluppa di vita propria tra le antiche vie di Lugano e i meandri della Tremola, la vecchia strada del san Gottardo. Sono luoghi a te cari?
Purtroppo, le antiche vie di Lugano indicate nei romanzi sono quasi del tutto scomparse. Di quel periodo vi sono solo vecchie fotografie sgualcite e per chi l’ha vissuto ricordi sfuocati. La contemporaneità ha fagocitato la città antica cancellando di fatto storia e memoria.
La strada della Tremola invece, per fortuna, c’è ancora. Più della vecchia via che porta al passo, è il San Gottardo che impressiona: una barriera di granito dall’apparenza invalicabile ma capitolata nei secoli dalla determinazione degli uomini che in un modo o in un altro l’hanno superata.
“Una lezione di rivalsa” arriva dopo il successo, sempre per Indomitus Publishing, di “L’angelo del lago”, “Un’ombra sul lago”, “La ruggine del tempo” e “Il dubbio del delegato”. Per concludere, ci fai un confronto tra le varie opere?
Quando scrissi “L’angelo del lago” non lo avevo immaginato come il primo di una serie, tant’è che dal punto di vista cronologico risulta essere il terzo nonostante l’avessi scritto per primo. In quel periodo mi interessava parlare del quartiere Sassello di Lugano, rione di malfamata nomea e demolito completamente alla fine degli anni Trenta. L’idea era di ridare una sorta di seconda chance a un luogo di valore storico, custode della memoria e demolito con troppa facilità.
Il tema mi prese e mi resi conto – durante la ricerca – di come i miei concittadini avessero e abbiano la ruspa facile, tant’è che la mappa delle demolizioni dello storico luganese fa una certa impressione: neppure fosse stata una città bombardata.
Decisi quindi di esplorare altri edifici e luoghi, ormai scomparsi, e che in qualche modo andavano riscoperti, perché testimoni del nostro passato. Come direbbe John Steinbeck: Come sapremo di essere noi senza il nostro passato?
Con questo intento i romanzi scritti dopo “L’angelo del lago” hanno seguito non tanto una struttura cronologica ma l’ordine temporale storico legato ai luoghi e agli edifici coprotagonisti delle vicende narrate. In ogni narrazione il Sassello è una sorta di quartiere generale, rifugio del protagonista e fulcro di numerose intuizioni. Altri edifici, ripresi nell’ottica di quanto detto in precedenza e carichi anch’essi dell’imprescindibile memoria del tempo, compaiono nei romanzi susseguenti, come: il sanatorio di Agra, il castello di Trevano, il quartiere Maghetti e così via. Ogni romanzo è autoconclusivo legato agli altri dalla storia di un mondo antico che non c’è più, tali riferimenti non sono necessari ai fini dell’intrigo ma identificano la serie.
DATI TECNICI
Titolo: Una lezione di rivalsa
Autore: Dario Galimberti
Casa editrice: Indomitus Publishing
Pagine: 280
Data di pubblicazione: 9 gennaio 2025
Costo: ebook € 4,99 (in esclusiva su Amazon, incluso in Kindle Unlimited) / paperback € 15,99 su tutti gli store online e in libreria
Link al sito: https://www.indomitus-publishing.it/product/una-lezione-di-rivalsa-dario-galimberti/ e https://www.amazon.it/dp/B0DKFX8HXL
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID