-Holmes! C'è qualcosa di sbagliato!- Lui mi guardò con uno sguardo di trionfo.

-Amico mio. Sapevo che prima o poi l'avreste notato anche voi. Sento anch'io la presenza di qualcosa di sbagliato, ma non riesco a capire cosa. In principio credevo fosse solo un'impressione e solo voi potevate darmi la conferma dei miei presentimenti. Vi ringrazio infinitamente Watson!- Rimasi sbalordito dalle sue parole, ma Holmes tornò immediatamente a suoi soliti atteggiamenti e non dissi nulla.

-E adesso, Watson, veniamo alla strana signora che mi ha… urtato, come voi avete detto.- Prese la sua pipa dal taschino e iniziò ad armeggiare nella scatola del tabacco con le sue dita diafane. Solo dopo aver tirato una lunga boccata riprese a parlare:

-Abbiamo già appurato il pallore della signora e le sue strane occhiaie e sono d'accordo con lei sul fatto che soffre di qualche malattia; nonostante ciò, in tempi normali, la sua carnagione dev'essere scura, mediterranea, quindi una straniera se ha prestato attenzione al suo accento. Anche il suo mantello era molto interessante: non avete notato il suo tessuto?-

-A dire il vero no…-

-Ebbene, era di seta.-

-Un mantello di seta? Ma chi mai indosserebbe un mantello di seta? In questo periodo poi!-

-Un'altra stranezza, è vero. Questo caso si prospetta interessante, caro Watson, tanto più che l'urto con quella donna non è avvenuto per caso.-

-Come sarebbe a dire? L'avete urtata apposta?- Holmes fece un gesto spazientito.

-Ma non io, lei! E non solo: ha compiuto un'altra azione che pensavo voi aveste notato.- così dicendo prese dalla tasca del panciotto uno strano biglietto spiegazzato e lo aprì.- Questo mi è stato consegnato dalla strana signora. Un biglietto con una macchia blu - la annusò- sembra inchiostro fresco e della miglior marca, mentre il foglietto è anch'esso di pregiata fattura, come possiamo notare dai disegni negli angoli della carta…non presenta, però, alcuna impronta né macchia che possa individuare in qualche modo l'identità della persona che l'ha utilizzato. Non solo il mistero diventa più complicato, ma sta diventando una sfida nei miei confronti.-

-Parlerete con gli altri di questo episodio?-

-Probabilmente ne parlerò con Mycroft.-

-Mycroft…?- A quel punto emise un grugnito e sprofondò nella poltrona e capii che non avrei potuto sapere più nulla da lui finché rimaneva immerso nei suoi pensieri. Continuavo a pensare al perché, questa volta, avesse nominato quel signore senza anteporre la parola Mister al nome Mycroft…

Anna Sanna. (Complimenti per il sito).

La mia testa ronzava, vacillava, non riuscivo a concentrarmi. Per distrarmi ricorsi a un espediente che la cara signora Hudson mi insegno' a suo tempo: "quando cerchi di ricordare qualcosa per quanto tu ti sforzi, quel pensiero nn ti verra' mai alla mente.L'unico modo e' quello di sgombrare il cervello da ogni ragionamento...".Praticai il consiglio.Per essere franco il sotterfugio funziono' ma oltre alla concentrazione, mi venne anche la fame in quanto era ormai piu' di due ore che nn ingoiavo nulla, eccezion fatta delle zanzare che col vento a favore, mi entravano in gola dal finestrino della carrozza passeggeri."Caro Holmes -dissi-mi concede di recarmi al reparto ristorazione? Benchè vedo con piacere che il peccato di gola nn la tocca al momento e' pur sempre mezzodi' e, per noi "umani", il mangiare e' d'obbligo!"Il mio compagno d'avventure assorto com'era nelle sue compenetrazioni celebrali, mi rispose solo dopo alcuni minuti,ma al momento della risposta, il suo viso cambiò: gli occhi, prima immobili su un punto fisso, con un movimento repentino, si mossero verso le mie pupille, e ancor prima che proferisse parola,Holmes aveva fatto un dicorso babilonico con i soli occhi:"Wattson non e' questo tempo di mangiare,come sai la digestione richiede un consumo considerevole di energie, e anche per pensare occorrono grossi quantitativi di energie.Visto che la nostra meta e' quella di risolvere un caso,prima usufruiremo delle nostre sostanze per ragionare e, in seguito, per rintemprarci dalla fatica mentele. "Pero' visto che il mio coinquilino era una persone civile e paziente mi rispose con garbo:"No,nn può.Mi serve un aiutante per ricomporre questi pezzi di vicenda che mi frullano in testa e che nn rieco a riordinare..."Con fare intimorito ma soprattutto indolente,chiesi."E quell'aiutante sarei io !?!" "Elementarte Wattson!.Vede noi abbiamo questi elementi in mano: un mistero da risolvere in Galles;una donna malata vestita di seta nera che volontariamente mi consegna un biglietto di ottima fattura con al di sopra un macchia di inchiostro..." mentre spiegava il mio arguto amico tiro' fuori dalla tasca i Trichinopoli e me ne offri' uno, alchè chiesi:"Amico mio ma lei sa bene che non fumo!. Di botto rispose: "Certo che lo so, ma vede il sigaro non lo offro a lei ma alla persona che sta' alle sue spalle...".Mi girai e con grande sorpresa vidi quello nuovo, quel novellino che negli ultimi tempi aveva dato filo da torcere ai malviventi londinesi,il pupillo di Scotland Yard: Conan Doyle...

von_pratten@libero.it

L’incontro con Mr. Arthur Conan Doyle

Il mio amico si rivolse con fare gentile al nuovo arrivato:”salve mr.Doyle,come sta quest’ oggi?”,mr.Doyle rimase un po’ sbalordito da quella domanda fatta con tanta delicatezza,quasi che non era uscita dalle labbra di quell’uomo con un volto serio e un paio di occhi penetranti che gli stava di fronte:”sinceramente mi sento in forma,quanto a lei,ha fatto un buon viaggio fino ad ora?”. Holmes a questa domanda rimase un tantino perplesso…poi mentre teneva il suo Trichinopoli tra le mani,rispose:”caro amico,e mi permetta di definirla tale dal momento che dovremo passare un po’ di tempo insieme,il viaggio è andato piuttosto bene,a parte un episodio che si è verificato poco prima che il treno partisse….”. Mr.Doyle piuttosto incuriosito chiese:”e mi dica,questo episodio che si è verificato poc’anzi,ha a che fare in qualche modo con l’indagine che al momento abbiamo per le mani?”.Holmes prima di rispondere guardò fuori dal finestrino,poi spostò il suo sguardo adesso luccicante sul suo nuovo amico:”direi proprio di sì,e se devo essere franco con lei, subito dopo questo incidente,avevo intuito che aveva a che fare con il “il labirinto di Dragonwick”.Mr. Doyle un po’ irritato si rivolse al mio amico chiedendogli:”scusi l’interruzione,ma potrebbe spiegarmi in che cosa è consistito questo incidente che giudica inerente alle indagini?” .Il mio amico assunse in volto una forma di dispiacere e ,rivolgendosi a Mr. Doyle,rispose:”mi perdoni se non l’ ho resa subito partecipe di quello che è avvenuto,ma ero talmente preso dall’avere un suo parere,che ho dimenticato di spiegarmi!Allora,mi trovavo dinanzi la carrozza del treno insieme al mio amico qui presente,il dottor Watson,quando una signora ,vestita di scuro e con i capelli coperti da un cappuccio anch’ esso nero,mi urtò.Era avvolta da un’aria di mistero,e la notai subito mentre camminava nella mia direzione. Sa,era come se me l’ aspettavo che mi urtasse o che avrebbe avuto comunque un contatto con me,perciò appena si avverò la mia profezia,feci attenzione ai suoi movimenti e non appena sentii la sua mano dentro la tasca del mio impermeabile…ero davvero felice,perché ero fermamente convinto che avrebbe condotto in qualche modo alla soluzione del caso,o che,ahimè,l’ avrebbe complicato.” “Direi un fatto molto esemplare,e mi dica,cosa le ha messo in tasca?”chiese con gentilezza Mr.Doyle .”un biglietto,con delle tracce di inchiostro che non mi hanno portato a nessuna conclusione”rispose Holmes. “e il contenuto del biglietto l’ ha visionato?” chiese Mr. Doyle, “no,ancora no,stavo esaminando la parte esterna del biglietto e parlando con il mio amico qui presente,quando è proggiunto lei…quindi aprirlo ora, con la sua presenza,mi sembra la migliore scelta”. “Benissimo,io sono pronto a qualunque scritta ci sia in quel biglietto che ha tra le mani e che ha ricevuto da una signora alquanto misteriosa!”esclamò mr.Doyle .”e già,direi proprio una situazione strana,ma non perdiamoci in chiacchere,piuttosto cerchiamo di scoprire quello che c’è scritto in questo biglietto…”disse Holmes mentre lentamente apriva il biglietto:”INCONTRIAMOCI ALLE ORE 10 DI QUESTA SERA SOTTO I PORTICI DI DRAGONWICK. UN AMICO”lesse ad alta voce il mio amico.”cosa intendi fare Holmes?”chiesi.”direi proprio che saltare questo appuntamento sarebbe un gesto deplorevole,poiché potrebbe esserci in qualche modo di aiuto…”rispose seccamente Holmes .”già”convenni io “ma potrebbe anche mostrarsi pericoloso”. “no,non credo proprio,perché mai ,chiunque sia lo scrivente,avrebbe dovuto consegnarmelo tramite qualcun altro?”domando Holmes. Finalmente udimmo parlare mr.Doyle che disse: “ammiro molto quello che dice,ma lei è proprio sicuro che lo scrivente non sia quella donna che gli e l’ ha consegnato?”. “certo”rispose il mio amico “è molto probabile,ma penso proprio che non avrebbe senso nascondersi sotto travestimento(perché questa è una scrittura da uomo,non da donna),quando poi a distanza di qualche ora si farà vedere in viso…almeno è quello che penso,poi chi lo sa!”. “ha perfettamente ragione,sarebbe da sciocchi travestirsi per non farsi vedere da lei,quando più tardi dovrà scoprirsi il viso”.Il discorso morì lì,non si udì più una parola da quel preciso momento,adesso c’era Holmes che guardava con sguardo tetro il paesaggio fuori dal finestrino che correva;Mr. Doyle che stava cercando tra i passeggeri qualcuno che potesse corrispondere alla descrizione della donna misteriosa,o almeno,qualcuno con atteggiamenti insoliti e sospetti;quanto a me,sgranocchiavo dei biscotti all’uovo che trovai per caso nelle mie tasche.Dopo qualche ora sembrò che l’incantesimo del silenzio che ci aveva intrappolato,svanì. Mr. Doyle riapparse dinanzi i nostri occhi dispiaciuto per non aver trovato nessun sospetto, Holmes uscì dal suo trance e disse che era proprio la cosa migliore da fare andare a quell’appuntamento,a nostro rischio e pericolo. Finalmente era giunta l’ora di cena,e devo dire che il mio amico Holmes non aveva molta fame,tipico del suo carattere quando ha la mente impegnata…. Erano le 9.15 quando arrivammo alla stazione di Dragonwick ,l’aria era fredda e umida,e trovammo lì che ci attendevano l’ispettore Lestrade,Mr. Mycroft,Mr.Sherriford e Mr.Stamford. Sherlock Holmes un po’ inquieto si rivolse ai nostri compagni di avventure”poco prima che partisse il treno,si è verificato uno spiacevole incidente per il quale io ,con questi due gentiluomini,nonché miei amici,ci dobbiamo assentare per un paio d’ore…”.L’ispettore Lestrade rispose un po’ innervosito “spero che questo spiacevole incidente sia davvero importante,sapete quello che ci aspetta per il resto della settimana ed ogni minuto perso potrebbe essere fatale…mi sono spiegato?”. “sì,capiamo perfettamente!”rispondemmo all’unisono io e gli altri due componenti del gruppo che la sera stessa si sarebbero recati all’appuntamento. Congedati dall’ispettore,prendemmo una carrozza che ci condusse direttamente al luogo dell’appuntamento:i famosi portici della città di Dragonwick.Arrivati lì aspettammo un po’ prima di vedere arrivare un ometto di bassa statura che correva verso di noi:”vogliate scusarmi per il ritardo,ma è accaduto qualcosa di terribile a Mr. Blanch….”affermò quell’ometto. “Si calmi e ci spieghi tutto con calma,chi è Mr. Blanch e cosa gli è successo?frattanto prenda un sigaro,ecco,così va meglio!”esclamò Sherlock Holmes.Il mio amico è un mago con la gente,capace di farla tranquillizzare con delle parole semplici,capace di farsi rivelare delle informazioni,soprattutto da donne.

Il nuovo arrivato si presentò:”mi chiamo Michael”disse,”il biglietto che vi è stato consegnato da quella signora vestita di scuro,è stato scritto dal mio povero amico ,John Blanch. Ebbene,lui si era messo in contatto con me ieri pomeriggio,mi disse che sapeva come erano andati i fatti per quanto riguarda la misteriosa morte di Mr. Whitacher e di mettermi in contatto con voi,adesso non so come facesse a sapere che vi trovavate a bordo di quel treno,so solo che mi incaricò di andare alla stazione e darvi questo biglietto sotto travestimento,poi mi sono nascosto tra i passeggeri,e sono arrivato si può dire con voi.Sono corso a casa di Mr. Blanch,ma non c’era,così uscii a cercarlo in giardino e credetemi,quello che mi si mostrò dinanzi ai miei occhi non lo dimenticherò mai più…il cadavere del mio amico appeso ad una ramo dell’albero più alto del giardino di casa sua…”.

(da Aurora)