Nato a Modena nel 1943, l’archeologo scrittore Valerio Massimo Manfredi è uno degli autori italiani più tradotti e apprezzati a livello internazionale. Sono circa sei milioni, le copie vendute nel mondo delle sue opere.

E’ autore di articoli, saggi e romanzi. Firma da anni soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione, collaborando inoltre come antichista a Il Messaggero, Panorama, Archeo, Focus e altre riviste del settore.

Valerio Massimo Manfredi si è infatti laureato in lettere classiche a Bologna e ha una specializzazione in topografia del mondo antico. Ha insegnato in numerose università italiane ed estere tra cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l'Università di Venezia,

la Loyola University di Chicago, la Sorbonne di Parigi e  la Bocconi di Milano.

Nel 1998 diventa famoso in tutto il mondo grazie alla Trilogia di Aléxandros, che ripercorre la vita e le gesta del grande condottiero macedone, Alessandro Magno. Si aggiudica l’anno successivo l’ambito premio "Man of the Year" dall'American Biographical Institute.

Nel 2001 esce Chimaira, uno dei suoi romanzi più riusciti. Un giallo archeologico che affonda le sue radici in una maledizione antica e spietata che per alcuni versi ci ricorda quella dei Baskerville di Conan Doyle. Protagonista del romanzo è il giovane archeologo Fabrizio Castellani alle prese con un’apparentemente indecifrabile statua etrusca. Gli studi lo conducono a Volterra, dove tra minacce, raccapriccianti scoperte e cadaveri trucidati da un essere misterioso, il giallo si infittisce sempre più. Fino alla scoperta di un’antica tomba che racchiude in sé un terribile segreto. Insomma tutti elementi che farebbero dire al grande Shakespeare: “C’è del marcio a Volterra!”, parafrasando un po’ l’Amleto...

La vicenda comunque è narrata a un ritmo sostenuto. Il classico romanzo dal quale non riesci a staccare gli occhi. Ben congegnato anche il finale, che spesso in questi romanzi un po’ ci delude. Certo si deve accettare il fatto che la presenza del sovrannaturale faccia la sua parte, ma una volta superato lo scoglio, il plot fila liscio come l’olio. Del resto già il titolo dovrebbe far luce sull’elemento fantastico:

la Chimaira, o Chimera, infatti era il leggendario mostro della mitologia greca che Omero descrive come trimembre, davanti leone, dietro drago e in mezzo capra! Gli antichi però consideravano

la Chimera come l’incarnazione di forze fisiche distruttrici. Praticamente un mostro che uccide senza pietà tutto ciò che incontra. Anche la figura dell’archeologo investigatore ben si adatta alla trama e alle aspettative del lettore, abituato dalla letteratura a vedere gli archeologi come una specie di detective della storia. La stessa Agatha Christie non aveva forse sposato un archeologo? Lei,

la Regina del Crimine, era infatti profondamente convinta delle doti di eccellenti investigatori dei colleghi di suo marito. Lo aveva persino seguito nelle spedizioni in Medio Oriente ambientandoci alcuni tra i gialli più famosi (uno per tutti: Poirot sul Nilo).

 

Tra le altre pubblicazioni di Valerio Massimo Manfredi degne di nota vi sono, oltre alla trilogia dedicata ad Alessandro Magno e alle Paludi di Esperia, per gli appassionati di storia antica La Torre della Solitudine (dal quale  la Rai ha tratto una fiction), Palladion, Il Faraone delle Sabbie, L’Isola dei Morti e Lo Scudo di Talos.