“ Cosimo non mi fermare, lasciami passare faccio tardi!” prese ad urlare “ Cosimo lasciami passare, tieni fermo il cavallo, vedi com’è nervoso? Tienilo fermo Cosimo! Fammi passare! Fammi passare, Cosimo!”, “Di là, dici che devo passare di là? Va bene passo di là. Tu non mi fare scherzi, tieni il cavallo!”, “Cosimo!!!Che fai Cosimo? No, lo scettro, lo scettro, no!!!”.

 

“Mi dica,  vigile…” “Aldrovandi commissario, vigile Aldrovandi”, “Bene, allora vigile Aldrovandi, mi dica un po’ come sono andate le cose…”, “ Vede io ero di servizio all’entrata del pubblico, ho sentito urlare, ho visto questo poveretto correre come un forsennato verso la statua di Cosimo de’ Medici,  ha sbattuto sulla prima ringhiera di protezione e da lì si è schiantato sulla seconda balaustra, proprio sotto

la statua. Si è avvertito subito un rumore raccapricciante di ossa rotte, dopo ho capito che era il cranio, vede è quasi diviso in due…”, “ Va bene, vada pure, e grazie per il lenzuolo…”, “Per carità, dovere”. “ Un altro caso di allucinazione, chissà di cosa si era fatto, questo poveretto!” proseguì il commissario Buonvicini rivolto all’ispettore Caiazzo, “Chissà quali fantasmi lo avranno rincorso per fare una fine così. E siamo a tre, se non troviamo in fretta quello stronzo di pusher mi sa che la storia si allungherà e di parecchio!”, “ Però che strana è la gente, con tutti gli avvisi che abbiamo messo sulla stampa, è proprio vero gli allocchi non muoiono mai.” proseguì Caiazzo”.

Dette queste parole, si allontanarono dalla scena. Del delitto? Del suicidio? Della disgrazia?

Sul bassorilievo, che il Giambologna aveva posto sotto la statua per celebrare il Granduca, alcuni grumi di sangue pesante si stavano rapprendendo. Ancora sangue misto ad altro, sgrondava verso terra dalla balaustra di ferro.

Sotto la statua giaceva il corpo di Angelo, quasi raggomitolato con il piedi in alto; il lenzuolo bianco, che più che nasconderlo ne sottolineava

la presenza. Attorno oltre il cordone delle guardie, i turisti proseguivano a fotografare le altre statue, tranquilli.

Il commissario Buonvicini, si voltò e per un attimo, solo per un attimo, ebbe l’impressione di leggere nel volto orgoglioso di Cosimo un senso di sconforto. Ma forse era solo un riflesso.