Chiudiamo questa carrellata di recensioni sul film di Sherlock Holmes in uscita a Natale con il commento di  Adamo Dagradi de Il gionale di Vicenza: "Dimenticate il naso aquilino e la silhouette snella ed elegante: lo Sherlock Holmes di Robert Downey Jr. è un fascio di nervi e muscoli dallo sguardo impudente e dal guardaroba bohemien (per non parlare delle abitudini).

Relegato nel passato anche il dott. Watson cicciottello e un po' scemo che la posterità cinematografica ha associato al detective (in particolare quello che Nigel Bruce interpretava al fianco di Basil Rathbone negli anni '30 e '40).

Il personaggio è passato nelle mani di Jude Law (che nel 1991 recitò al fianco del più grande degli Holmes televisivi, Jeremy Brett, nell'episodio (Shoscombe Old Place), forse un po' troppo bello, ma certamente più vicino al vigoroso medico ed ex sodato inventato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle.

Lo Sherlock Holmes che arriverà sui nostri schermi il giorno di Natale è uno scoppiettante calderone di contraddizioni. Il regista Guy Ritchie (The Snatch) da anni in debito di successi (forse per colpa del matrimonio, finito in divorzio, con Madonna) e il produttore Lionel Wigram hanno voluto sdoganare Holmes nel terzo millennio. Un'operazione spinosa, che rischiava di scontentare i puristi senza trovare la fiducia dei giovani. Un piano che richiedeva la capacità di leggere nel passato indizi precedentemente ignorati, che potessero risultare accattivanti nel presente.

Ecco così Holmes, che nel racconto L'avventura della casa vuota si professava abile nell'arte marziale Baritsu (un errore dell'autore, che intendeva citare il Bartitsu, praticato da un circolo londinese tra il 1898 e il 1902), diventare uomo non solo d'intelletto, ma anche di pugno e calcio. Irene Adler, che nella bibliografia holmesiana compare una volta sola (ma viene citata in altri cinque racconti), diventa un possibile interesse romantico per Holmes, mantenendo le sue origine americane (New Jersey), cosa per altro ignorata in molte pellicole del passato. Nel film è interpretata dalla giovane promessa americana Rachel McAdams (State of Play). Lo stesso Watson nei racconti di Doyle ha una moglie, Mary Morstan (Kelly Reilly di Eden Lake), totalmente dimenticata dal grande schermo, che in questo film appare finalmente come fidanzata.

La trama è, invece, un omaggio all'amore dell'autore per l'esoterismo: il misterioso Lord Blackwood (Mark Strong), arrestato da Holmes e impiccato, sembra tornare dall'al di là, come aveva profetizzato prima di morire.

Al comando di una setta occultistico-massonica inizia una campagna per distruggere la Corona.

«C'è una grande quantità d'azione, nei racconti di Conan Doyle che, non so perché, ma non è mai arrivata sullo schermo», racconta Ritchie. Ci ha pensato lui, a svecchiare l'atmosfera, con l'aiuto di un cast di indubbio talento, di ottanta milioni di dollari di budget e tanta, tantissima computer grafica".