Per l'iniziativa "Estate 2019: Leggiamo italiano" ho incontrato Alberto Odone, il vincitore della passata edizione del prestigioso Premio Alberto Tedeschi.

Lo scorso 28 maggio ti è stato dato l'onore e l'onere di iniziare una nuova saga della Delos Digital, "L'ottavo peccato": cosa ti ha convinto a partecipare ad una saga corale?

Anzitutto ero già molto ben predisposto per il fatto che la proposta venisse da Andrea Franco, autore di cui ho grande stima. Poi c'è l'idea, che mi è parsa subito ricca di potenziale narrativo, con un protagonista ambiguo e ricco di sfaccettature. Infine la situazione di base: costruire una storia stando entro precise coordinate può sembrare un limite per la creatività, ma talvolta, come in questo caso, è invece uno stimolo potente.

Il primo episodio, il tuo "La superbia del mostro", ci introduce Ilario Belviso: come ce lo presenteresti? In che senso… è un mostro?

Ilario è affetto dalla sindrome di Treacher-Collins e presenta una serie di deformità fisiche che lo fanno spiccare. Ma il mostro vero sta sotto la pelle e oscuri sono i suoi pensieri, le sue pulsioni. Ma ben inteso, Belviso non è Hannibal Lecter. I desideri che lo turbano e i peccati che gli vedrete commettere li potremmo commettere noi. O forse li vorremmo commettere.

Nella storia c'è un'importante partita a scacchi ed è chiaro che il "nobil giuoco" ti appassioni: non trovi che sia un elemento letterario di grande fascino? Ci sono romanzi "con scacchi" che ti hanno colpito particolarmente?

I riferimenti letterari possono essere La variante di Lüneburg (1993) di Paolo Maurensig e La scacchiera (1965) di John Brunner. Quanto al fascino noir degli scacchi, bè, come disse Garri Kasparov, «gli scacchi sono lo sport più violento che esista».

Dall'ultima volta che ci siamo sentiti, per "Estate 2018", hai pubblicato "Un amore di Scholl" nella collana Delos Crime: cosa puoi raccontarci di quella storia e di quel personaggio?

Un amore di Scholl è il seguito de L'uomo col basco del Che (2016), una serie di avventure che hanno un portagonista forte come l'Ilario Belviso della nostra serie "L'ottavo peccato": il commissario Scholl. In questo caso Scholl, impenitente seduttore, si trova invischiato in una complicata storia d'amore e in una indagine su omicidi seriali molto… artistici.

Tornerà il funzionario di polizia Kurt Meingast, protagonista del tuo "La meccanica del delitto" vincitore del Premio Alberto Tedeschi?

Meingast è il mio primo pensiero al mattino. Il compagno che non mi lascia mai. Sono circa a metà della stesura del seguito de La meccanica del delitto, una vicenda ambientata nei giorni del fallito putsch di Hitler a Monaco. L'estate sarà tutta per il mio kriminalinspektor.

Infine una domanda multipla per dare un consiglio estivo ai nostri lettori: un posto da visitare in vacanza, un film da vedere (o rivedere) e un libro da leggere, oltre ovviamente ai tuoi.

Visitate Monaco di Baviera e la Foresta Nera, così vi ricorderete di Meingast.

E leggete Romolo, Il primo re (2019) di Franco Forte e Guido Anselmi, un eccellente romanzo storico.

E poi Guido lo ritroverete alle prese con Ilario Belviso e i suoi peccati.

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Chiudo ricordando i libri di Alberto Odone disponibili su Amazon e su Delos Digital.