Settantottesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo luglio in edicola: La vedova dell'ayatollah (La veuve de l’Ayatollah, 1985) del compianto Gérard de Villiers.

La trama

Sabbia candida, palme, il mare color smeraldo. Un prato degno di un campo da golf inglese, i bungalow nascosti fra boschetti di vegetazione tropicale. Isole Vergini, un vero paradiso per una vacanza. Il guaio è che la CIA ha delle vacanze un’idea tutta sua. E se offre a Malko Linge un soggiorno nell’arcipelago caraibico, di sicuro non è per mandarlo a prendere il sole su una spiaggia. Nella zona si è rifugiata Sharnilar Khasani, giovane e ricchissima vedova di un ayatollah iraniano, braccata da una banda di sicari che le hanno cavato un occhio per una sporca storia di fondi sottratti alla Rivoluzione khomeinista. Ai funzionari di Langley sta a cuore proteggerla, almeno finché potrà risultare utile come pedina per carpire i segreti del regime di Teheran. A Malko invece preme sul serio salvarle la vita, forse perché gli rimane un briciolo di umanità. E forse perché fare la guardia del corpo non dispiace troppo al Principe delle Spie, se il corpo in questione è quello esplosivo della seducente Sharnilar.

L’incipit

Shamilar Khasani, appoggiata all'enorme gabbia di vetro piena di animali impagliati che formava il bai; osservava con sguardo annoiato il viavai intorno a sé. La serata “esotica" all'Area, la discoteca più folle e più esclusiva di New York, era arrivata all'apice e i fortunati eletti vi si abbandonavano spensieratamente. A causa della folla compatta ci voleva un'eternità per esplorare le innumerevoli salette e gli angolini che si estendevano su tremila metri quadrati di superficie.

Un nero emerse dalla folla, con i capelli crespi ricoperti di lacca dorata, il viso imbrattato di tintura bianca, un pitone vivo arrotolato intorno al collo come una sciarpa, e si fermò di colpo davanti a Shamilar. Guardò la ragazza con un'espressione che gli sarebbe valsa il linciaggio immediato in uno Stato del Sud.

Tutti gli abbigliamenti stravaganti degli invitati più "in" sparivano di fronte all'erotismo del costume di Shamilar.

Attenendosi al tema esotico della serata, la ragazza si era fatta una specie di sari di seta blu elettrico, trasparentissimo, che lasciava scoperta fino all'attaccatura del seno una spalla abbronzata, e le cui pieghe nascondevano appena il triangolo scuro del pube.

I seni, di una sodezza insolente, tendevano prepotentemente il tessuto. Il sari presentava centinaia di piccoli spacchi che a ogni movimento scoprivano un po' di pelle o una coscia fino alla minuscola catenina d'oro che tratteneva le mutandine. Così vestita, Shamilar era peggio che nuda, di una nudità il cui erotismo era aumentato dai gioielli che sfoggiava: un enorme braccialetto d'oro massiccio art déco e un paio di stupendi orecchini di diamanti e perle.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

La vedova dell'ayatollah di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 78), 192 pagine, euro 5,90 – Nuova traduzione di Mario Morelli