I due amici avevano una cultura classica, ma Sherlock Holmes conosceva anche varie lingue vive. Il Latino, materia corrente nell’educazione base, permetteva citazioni di Orazio (Watson in STUD) e piccole frasi di uso idiomatico (ABBE, BLUE, BRUC, CREE, REDH, STUD, VALL). D’altra parte entrambi avevano frequentato il college e l’università (Holmes solo per due anni) e dovevano quindi averne avuta almeno un’infarinatura scolastica.

Altrettanto scolastico doveva essere invece il francese di Holmes, malgrado le sue parentele francesi (GREE), visto che la traduzione delle sue opere scientifiche in Francia fu curata da Villard (SIGN). Ad ogni modo Holmes citò un proverbio in francese in STUD e in SIGN, e qualche parola in SIGN, STOC e MUSG, come fece anche Watson in VALL. In LADY e in EMPT ci viene detto che soggiornò a lungo a Montpellier, in Francia. Mentre nel secondo caso, ambientato nel 1894, Holmes era in incognito e possiamo pensare quindi che si facesse passare per straniero, nel primo caso si nascose come operaio francese, e dunque doveva parlare bene quella lingua.

Va un po’ meglio per quanto riguarda il tedesco: Holmes citò Goethe in originale due volte (Il Faust e lo Xenian) in SIGN, commentando che quell’autore è sempre conciso; riconobbe l’accento tedesco del Re di Boemia in SCAN, tradusse la parola tedesca Rache (vendetta, interpretata dalla polizia come la parte iniziale di Rachele, STUD) e dichiarò in LAST che aveva lavorato parecchio in Germania, e poco dopo che il tedesco è forse la lingua più espressiva tra tutte, con ciò dimostrando di comprendere benissimo le contumelie del suo infuriato interlocutore.

Ma è proprio l’italiano che Holmes dimostrò di conoscere meglio. A parte la frequentazione di ristoranti italiani (v. cibo) e il suo travestimento da prete italiano, che parlava uno stentato inglese dallo spiccato accento (molto simile a quello degli autori di questo volume) in FINA, la cosa è evidente in REDC; egli si trovò davanti a un messaggio in codice: non solo decifrò il codice, ma capì che le parole erano in italiano e le tradusse immediatamente, aggiunse che la desinenza “a” indicava una donna, e computò in italiano la parola “vieni”.

Per conoscere tutti i dettagli del canone e tutte le voci relative ai particoli di Sherlock Holmes ricordiamo il volume enciclopedico Il diciottesimo scalino (www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=58) da cui è tratta anche questa voce.