Capitolo 1

La sera del 13 Marzo 1887 fu funestata da uno dei più violenti temporali che Londra ricordi per quella stagione. Già dal tardo pomeriggio il cielo aveva assunto una tonalità violacea , e adesso che fulmini e saette tempestavano l'atmosfera, il mio amico Sherlock Holmes sembrava come in preda ad uno stato di ansia e di allarme.

"E' un brutta serata, Watson", esordì e mi guardo con due occhietti grigi che scintillavano febbricitanti alle luci del nostro caldo e confortevole alloggio. Ero abituato al suo carattere strano e lunatico e solo in parte diedi la colpa al tempo per quella sua affermazione. Ritornai a tentare di concentrarmi su una sua monografia che aveva appena dato alle stampe, (le leggende medioevali gallesi sembravano avere catturato il suo interesse per qualche tempo), ma mi prese quasi un colpo quando me lo vidi vicino a un palmo dal naso mentre mi sussurrava: " Che ne dice di un giretto?"

"Un giretto dove" replicai, "a quest'ora con questo tempo?".

Un bigliettino spiegazzato apparve sulla sua candida mano. "Mai sentito parlare del Labirinto di Dragonwick?"

. "Holmes", tentai d'esordire, pensando che non avevo alcuna voglia di spostarmi quella sera. Il manzo bollito della signora Hudson mi aveva procurato un attacco di gastrite formidabile, e meno che mai ero interessato a questioni archeologiche. La replica immediata che ottenni mi scosse. "Ho bisogno che qualcuno ci salvi, mio caro amico. Non noi, ma tutta Londra. Adesso".

(Da Elena):

Osservai il mio coinquilino per un breve istante, accarezzandomi il mento. "Suvvia vecchio mio, non le sembra di esagerare?....

Holmes mi fulminò con gli occhi e mi scusai subito con lui.

"Allora" dissi dopo un po'. "Non ne ho mai sentito parlare, sarebbe così gentile da mettermi al corrente?

Holmes, si accese la pipa e tirò un paio di boccate.

(Da Alessandro Brussolo):

"Watson vecchio mio, dato che la vedo al quanto spossata, forse un giro per le vie di questa capitale multietnica potrà giovarle. Ricorda il caso di quel pittore fiammingo? In apparenza sembrava un caso banale, ma se lei ricorda fu fatto molto particolare ed interessante" disse mellifluo il mio amico Holmes.

Da parte mia mi alzai dalla sedia dopo aver posato la mia penna sullo scrittoio e da un attaccapanni presi il mio soprabito, intuendo che il mio amico non avrebbe accettato da parte mia un "no" come risposta. Una volta discesi alle porte del nostro appartamento, il mio amico si mise ad osservare le carrozze, e con fare molto strano decise di prendere la seconda che aveva parcheggiato in Beker Street. Poi serafico mi disse: " Andiamo a incontrare un amico. Che ne dice di andare a trovare il vecchio Stamford?" Quella sera era piena di sorprese: prima un misterioso labirinto, poi il rivangare un episodio molto recente della nostra vita insieme ed ora andare a trovare un vecchio amico in comune., Che mai stava confabulando la mente di Sherlock Holmes Che fosse impazzito tutto ad un tratto? Una parte di me tremava a quel pensiero e rassegnato mi adagiai sul sedile della vettura...

(da Lucia Gandolfi)

Non incontravo Stamford da circa un paio d'anni. Dovevo a lui la conoscenza di Holmes< quante avventure mi erano capitate da allora, e pensare che avevo solo voglia di un posto tranquillo dove trascorrere in pace il mio tempo dopo le follie della guerra. Ed invece il mio destino aveva voluto diversamente, forse era stato meglio così. Da allora la noia non è più stata mia compagna.

"Non per tutti Watson, non per tutti."

Lo guardai e scoppiai a ridere. "Non le chiedo più come ha fatto, tanto so che la sua spiegazione farà sembrare tutto così ovvio, mi sento sempre stupido quando mi svela i passaggi intermedi" .

La vettura si fermò davanti ad un palazzo con un cancello in ferro battuto dagli strani disegni, quasi dei geroglifici. Un uomo ci aprì la porta e ci fece entrare, dopo esserci tolti cappello e cappotto entrammo direttamente in uno studio riscaldato da un bel fuoco che scoppiettava allegramente nel grande camino. Non eravamo i primi, infatti oltre al padrone di casa che si teneva un poco nascosto, nell'unico angolo in ombra della stanza, c'era Stamford, l'ispettore Lestrade ed altri due uomini che non conoscevo.

"Buona sera signori, vi ringrazio di essere venuti nonostante il tempo pessimo, ma è della massima importanza che si attui subito una linea d'azione…Per questo motivo si rende necessario la consultazione del signor Sherlock Holmes che già in passato ha dimostrato di riuscire ad interpretare piccoli particolari apparentemente insignificanti e sventare trame complicate, ma lascio a lui la parola."