Tutte le opere di Charlotte Bronte sono in realtà autobiografiche, ispirate alle sue esperienze di istitutrice e di allieva presso collegi dove la metà delle ragazze ospitate erano destinate a morte sicura a causa degli stenti e delle precarie condizioni di vita. Ma ciò che più di ogni cosa trapela di autobiografico nelle sue opere è il carattere, la grinta, lo spessore di una donna decisamente fuori dal comune, soprattutto per la sua epoca, il che la configura come l'antesignana per eccellenza di tutte le femministe moderne.

 

Pur essendo in assoluto Jane Eyre il vero capolavoro di Charlotte, anche Shirley, Villette, Il Professore sono tutte opere valenti e meritevoli di riprodurre intatto ai nostri occhi uno spaccato vivissimo di un'epoca che non ci è dato conoscere in nessun altro modo. In particolare Jane Eyre rispecchia come opera letteraria delle caratteristiche fortemente innovative, precorrendo i tempi e anticipando un certo tipo di letteratura che diventerà poi comune in seguito.

 

In un'epoca in cui in letteratura furoreggiavano le eroine di buona classe sociale, avvenenti e affascinanti, incontriamo Jane Eyre che non è ricca, non appartiene a una classe agiata, non è bella, non è  fortunata.

 

In una parola Jane Eyre "non è". Siamo davanti alla prima antieroina della storia.

 

Anche questo romanzo, come Cime Tempestose della sorella Emily, è opera difficile e complessa, capace di mostrarci, assieme all'affresco sociale dell'epoca, anche dei temi inquietanti ed oscuri, da genesi biblica, da tragedia greca, da atmosfera gotica.

 

Vediamo in sintesi la storia: nata e poi affidata come ospite indesiderata alla famiglia di una zia, Jane cresce nell'odio e nelle privazioni, inviata in un collegio di infimo ordine vede molte sue compagne morire per gli stenti patiti e riesce a sopravvivere solo grazie alla sua indole e alla sua forza. Terminati gli studi trova la via del suo riscatto affermandosi come istitutrice e si reca a lavorare presso una fiorente dimora di un ricco gentiluomo, Rochester. I due iniziano a conoscersi, si misurano, si confrontano e si rispettano, dal rispetto nasce l'amore, e dalla consapevolezza di questo amore scaturisce una tragedia, quasi a sottolineare il fatto che Jane non può essere felice, non può elevarsi di posizione, non può sfuggire al suo destino. Si scopre infatti che il maniero di Rochester cela un terribile segreto, un fantasma si aggira nelle soffitte, una moglie ancora in vita, rinchiusa come pazza,ma tuttora  legittima consorte.

 

La rettitudine morale di Jane non le consente di venire a patti e lei si trova costretta a rifuggire dal suo amore, allontanandosi e riprendendo dolorosamente a vivere. Conosce un altro uomo, riceve una proposta di matrimonio, è quasi tentata di accettarla, quando una voce dal suo inconscio, un presentimento, un gemito, le suggeriscono che qualcosa di terribile è successo, e la inducono a correre di nuovo verso Rochester che troverà solo e abbandonato, sulle rovine fumanti del suo prestigioso castello, che la moglie pazza ha consegnato alle fiamme perendo a sua volta nell'incendio. Ora Rochester è libero da vincoli matrimoniali, ma è anche povero, non ha più nulla, la sua casa è distrutta, tutti lo hanno abbandonato e per di più egli è rimasto cieco dopo le ferite riportate nel tentativo di salvare la moglie dalle fiamme.

 

Allora e solo allora, quando i due sono finalmente in pari sul piano economico e sociale, quando le distanze incolmabili si riavvicinano, quando la dimensione spazio temporale che li circonda diventa unica, solo allora Jane Eyre concede a Rochester tutto il suo amore, solo quando percepisce che i loro esseri sono veramente uguali.

 

Antesignana delle donne che si fanno da sé, Jane Eyre precorre i tempi e si rivela eroina atipica capace di costruire la sua vita giorno per giorno con la forza e con il coraggio a dispetto di un destino avverso contando sulle sue sole forze: senza scorciatoie e senza condoni.

 

Non dimentichiamo le vibranti parole con cui Jane combatte contro sé stessa quando considera la possibilità di un compromesso e si dice: <  insomma  a chi farei mai del  male? Chi mai  nel mondo si preoccupa di me?>>,  La sua risposta è:  <  di amici, abbandonata, più debbo avere   rispetto di me stessa>>.

 

L'atteggiamento di Jane Eyre nei confronti degli uomini è in perfetto parallelismo con l'esperienza di vita di Charlotte, che pure rifiutò diverse proposte di matrimonio, cosa inconcepibile all'epoca, in un periodo in cui per una ragazza l'unica via di successo era considerata quella di contrarre una buona unione, elevando possibilmente le sue condizioni sociali ed economiche.

 

Questa impavida antieroina non soltanto rifiuta Rochester, ma rifiuta anche St John Rivers, uomo di grandezza e di bontà senza pari, ma anche capace di <  spandere  una sia pur minima goccia di sangue e senza che la sua chiara coscienza fosse rabbuiata dalla minima ombra  del suo crimine>>. E’ quello che presente Jane del matrimonio, una catena, una prigione, una dimora in cui il proprio spirito è destinato prima o poi a spegnersi.

 

Dunque non è solo morale l'atteggiamento che fa rifuggere Jane da Rochester, è anche e soprattutto rispetto di sé, un modo di far  barriera  alle lusinghe  ed alle seduzioni per mantenere intatta la libertà e la disponibilità di sé stessa come persona.Tanto che ella accetta Rochester solo quando le tremende prove infertegli dal destino gli hanno fatto perdere quella durezza di carattere e quel predominio, o supremazia, che la sua ricchezza  e la privilegiata condizione sociale gli conferivano, dando a intendere ancora una volta che Jane, e con lei Charlotte, non sarebbe stata disposta a un connubio che non fosse improntato alla più assoluta parità.

 

Sono queste le caratteristiche che ci fanno ritrovare nel romanzo le origini stesse del primo manifesto femminista della storia, è la prima volta nella letteratura che un personaggio femminile sceglie la sua sorte, rifiuta proposte di matrimonio, decide e vive a modo suo e secondo una sua propria coscienza.

 

E come tutte le donne di spessore, Charlotte al di là della tecnica, sa infondere nella sua opera un vibrante carattere, una sorta di fuoco contenuto che pure fiammeggia ed arde, riportando fino a noi attraverso i secoli tutta la potente personalità di una donna veramente eccezionale

L'Epoca d'Oro del Mistery