L’altro giorno – giovedì, per l’esattezza – il Dottor Mortimer ha pranzato da noi. Aveva effettuato degli scavi in un vecchio tumulo a Long Down, ed era esultante perché aveva appena portato alla luce un teschio preistorico. Non ho mai conosciuto una persona con un chiodo fisso che fosse entusiasta quanto lui! Più tardi sono arrivati gli Stapleton e il buon dottore ci ha portati tutti al Viale dei Tassi, giacché Sir Henry lo aveva pregato di mostrarci nei dettagli quanto accadde quella notte fatale. E’ un lungo viale desolato, il Viale dei Tassi, fra due alte muraglie di siepi dalle cime accuratamente tagliate, con una stretta striscia d’erba su entrambi i lati. All’estremità c’è un vecchio padiglione diroccato. A metà strada c’è il cancello che dà sulla brughiera, ed è lì che l’anziano gentiluomo lasciò cadere la cenere del sigaro. E’ un cancello di legno chiaro, chiuso con un catenaccio. Al di là di esso si stende la sconfinata brughiera. Ricordandomi la sua teoria in proposito, ho provato a ricostruire mentalmente lo svolgimento dei fatti. Mentre sostava in quel punto, il vecchio aveva visto qualcosa che veniva verso di lui dalla brughiera, qualcosa che lo terrorizzò tanto da fargli perdere il senno e da farlo correre e correre finché non cadde morto, stremato dall’orrore e dalla stanchezza. Quella era la lunga, tetra galleria lungo la quale era fuggito. E da cosa? Un cane da pastore della brughiera? O un segugio spettrale, nero, silenzioso e mostruoso? C’era un intervento umano nella faccenda? Forse che il pallido e guardingo Barrymore ne sapeva più di quanto non fosse disposto a rivelare? Tutto mi appariva vago e confuso, ma su ogni cosa incombe costantemente l’oscura ombra del delitto.

Ho incontrato un altro vicino dall’ultima volta che le ho scritto. E’ Mister Frankland, di Lafter Hall, che vive a circa quattro miglia da noi verso sud. E’ un uomo anziano, col viso rosso, i capelli bianchi, e collerico. Ha una passione per la giurisprudenza britannica, e ha speso una fortuna in cause e processi. Litiga per il mero piacere di litigare ed è pronto a prendere indifferentemente le parti dell’uno o dell’altro in un contenzioso, e dunque non c’è da stupirsi che questo passatempo alla lunga sia risultato costoso. A volte chiude un passaggio con diritto d’accesso e sfida le autorità municipali a farglielo riaprire. Altre volte fa a pezzi con le sue mani il cancello di qualcun altro e dichiara che in quel punto esiste da tempo immemorabile un sentiero, sfidando il proprietario a citarlo in giudizio per violazione di confini. E’ esperto in proprietà fondiarie e demaniali, e applica le sue cognizioni ora in favore dei residenti di Fernworthy, ora contro di loro, così che periodicamente o viene portato in trionfo giù per le strade del villaggio o la sua effigie viene bruciata in piazza, a seconda della sua ultima prodezza. Si dice che al momento abbia per le mani circa sette cause, che probabilmente si mangeranno quel che gli resta del suo patrimonio e lo priveranno così del suoi pungiglione, lasciandolo indifeso per il futuro. A prescindere dalla mania per la legge, sembra una persona affidabile, di buon carattere, e l’ho menzionato solo perché lei ha insistito che le mandassi la descrizione della gente che ci circonda. Frankland ha un’occupazione curiosa al momento: essendo un astronomo dilettante, ha un eccellente telescopio, e con quello se ne sta sdraiato sul tetto della sua casa tutto il giorno e passa al setaccio la brughiera nella speranza di vedere almeno di sfuggita il forzato evaso. Se si limitasse a dedicare tutte le sue energie a quest’attività non ci sarebbe nulla di male, ma corre voce che abbia intenzione di citare in giudizio anche il Dottor Mortimer – il quale, come le dicevo, ha rinvenuto un teschio neolitico nel tumulo a Long Dawn – per aver aperto una tomba senza il consenso del parente più prossimo del defunto! Grazie a lui le nostre vite non possono certo dirsi monotone, e abbiamo perfino qualche momento divertente quando ce n’è più bisogno.

E adesso, avendole comunicato gli aggiornamenti sul forzato evaso, sugli Stapleton, sul Dottor Mortimer e su Frankland di Lafter Hall, mi permetta di concludere con la notizia più importante e di dirle qualcosa di più sui Barrymore, e specialmente sui fatti sorprendenti accaduti la notte scorsa.

Prima di tutto, eccole un aggiornamento sul telegramma di controllo che lei inviò da Londra al fine di assicurarsi che Barrymore fosse realmente qui. Le ho già spiegato che la testimonianza dell’ufficiale postale dimostra che il controllo fu inutile, e che non abbiamo prove decisive in un senso o nell’altro. Ho riferito a Sir Henry come stavano le cose, e lui, impulsivo come al solito, ha mandato a chiamare immediatamente Barrymore e gli ha domandato se avesse ricevuto personalmente il telegramma. Barrymore ha risposto di sì.