Così è stato sempre rappresentato il famoso Dylan Dog, protagonista dell’omonimo albo a fumetti edito dalla Sergio Bonelli Editore. Ma chi è il ‘padre’ di Dylan Dog? Il suo nome è Tiziano Sclavi, scrittore e fumettista italiano, che inventò il personaggio di Dylan Dog prendendo come fonte di ispirazione il John Silence di Algernon Blackwood.

John Silence è spesso considerato il padre di tutti i detective dell’occulto: compare per la prima volta nel 1908 nella raccolta di novelle John Silence, Physician extraordinary, dove affronta episodi soprannaturali unendo alla tradizionale arguzia dei grandi investigatori l’intuito del medium. Nel 2010 viene pubblicata la raccolta John Silence e altri incubi, contenente i più importanti racconti incentrati sulle vicende di questo detective le cui caratteristiche erano apparse così innovative per l’ambiente letterario in cui ebbe origine.

Blackwood è considerato uno dei più grandi autori inglesi di storie di fantasmi. Tuttavia Sclavi non si ispirò solo a lui per la creazione di Dylan Dog: in ogni numero del fumetto sono infatti presenti decine di citazioni, più o meno palesi. Inoltre, spesso Sclavi creava le avventure del suo detective prendendo come punto di riferimento elementi tratti da film o opere letterarie famose.

Le citazioni più ricorrenti sono tratte da film horror girati da registi quali Dario Argento e Alfred Hitchcock (nel numero 243, L’assassino è fra noi, è addirittura realizzata una ‘versione maschile’ della famosissima scena dell’omicidio sotto la doccia del film Psyco) o dalle opere del famosissimo autore Stephen King. Anche Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson e la poesia Il Corvo di Edgar Allan Poe sono state fonti di ispirazione per due avventure di Dylan Dog. Perfino le canzoni di Fabrizio De André hanno offerto degli “spunti” (in particolare il numero 270, Il re delle mosche, offre una palese citazione di Un chimico e nel numero 19, Memorie dall’Invisibile, una vecchia nana termina la sua frase con le ultime parole di Un giudice).

Pochi però sanno che il nome stesso di Dylan Dog è un omaggio al poeta gallese Dylan Marlais Thomas (nella foto), nato cent’anni fa (27 ottobre 1914) a Swansea e le cui opere sembrano andare oltre qualsiasi precedente tradizione poetica e sono perciò difficilmente catalogabili in un preciso genere. La critica non ha mai avuto un parere omogeneo riguardo all’operato di quest’autore, almeno nel corso della sua esistenza, soprattutto perché i giudizi sulla sua attività poetica furono spesso influenzati dal suo discutibile stile di vita. La sua fu un’esistenza dissoluta, irreparabilmente segnata dall’alcolismo e dalla mancanza di denaro per pagare i numerosissimi debiti, che spinsero la famiglia del poeta sull’orlo della povertà e della disperazione. Vivere di letteratura era estremamente difficile, perciò Thomas iniziò a scrivere per la BBC e a leggere i suoi componimenti alla radio. La sua particolare voce e il suo modo di recitare le poesie, quasi cantandole, vennero infatti molto apprezzati.

Oltre alle attività svolte per conto della BBC, Thomas intraprese anche dei tour negli Stati Uniti, dove partecipò a letture pubbliche e conferenze sul tema della poesia. L’ultimo di questi viaggi gli costò la vita: quando arrivò a New York nell’ottobre del 1953, il suo fisico era ormai gravemente segnato dagli effetti dell’alcolismo. Gli elevatissimi livelli di smog che si registrarono in quel periodo a New York non fecero altro che aumentare il malessere di Thomas, che già soffriva di problemi respiratori e che morì in ospedale il 9 novembre di quello stesso anno.