Sessantatreesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo maggio in edicola: M'arma o non m'arma (Des armes pour Khartoum, 1981) del compianto Gérard de Villiers.

Per sapere TUTTO della vita editoriale italiana del personaggio, si rimanda agli Archivi di Uruk.

La trama

Per Ted Brady, capo della stazione CIA di Khartoum, non c’è scampo. Un’organizzazione di guerriglieri l’ha preso in ostaggio per forzare la mano agli americani e ottenere forniture di armi, ma di là dall’Atlantico nessuno si sogna di cedere al ricatto. Tradotto: addio, Ted, e grazie. Quando il suo cadavere sventrato viene ritrovato nel deserto, tocca alla moglie di un altro funzionario diventare merce di scambio. I pezzi grossi di Langley non possono lasciare che faccia la stessa fine e spediscono sul posto l’unico uomo in grado di salvarla senza compromettere l’Agenzia. A questo onore Malko Linge rinuncerebbe volentieri. La capitale del Sudan con le sue bidonville proprio non gli piace. Senza negozi, senza strade asfaltate, senza niente, è una città fantasma con quarantacinque gradi all’ombra. Ma il Principe delle Spie è un negoziatore inviato a trattare per la liberazione della donna, non un turista. Meglio allora infilare la pistola ultrapiatta sotto la camicia, in modo che non si noti troppo, e contattare i rapitori. Sperando di non candidarsi al ruolo di ostaggio numero tre.

L’incipit

Ted Brady guardava il sole scendere lentamente sulle creste lontane del Jebel Marra che delimitava il deserto a ovest, tentando disperatamente di non pensare. L’angoscia che gli attanagliava lo stomaco gli faceva quasi dimenticare la sete spaventosa che gli trasformava la lingua in una spugna asciutta e le labbra in cartapecora. Gli davano da bere solo due volte al giorno benché la temperatura, tra le undici e le tre del pomeriggio, salisse a più di quaranta gradi, disidratando compieta- mente chi vi si esponeva. Brady era legato a una certa distanza dal campo, come un animale appestato. Tentò di muoversi, ma i polsi legati intorno a un picchetto piantato nel suolo sassoso erano così anchilosati che il minimo movimento gli scatenava nei muscoli fitte insopportabili. Chiuse gli occhi, e dischi rossi cominciarono a danzargli sotto le palpebre abbassate. Aveva guardato il sole troppo a lungo. Gli tornò improvvisamente alla memoria una frase letta molto tempo prima: “Nessuno poteva guardare in faccia il sole o la morte". Cacciò dalla sua mente la parola “morte”. Non doveva assolutamente pensare a quella eventualità.

La schiena gli bruciava terribilmente. Cercò di piegare le gambe, legate all'altezza delle caviglie, ma non riuscì a trovare il minimo sollievo. Era stato legato al picchetto, vicino al recinto dei cammelli, a una certa distanza dalle tende e dalle Land Rover nascoste sotto un boschetto di piante spinose. Le uniche che esistessero. Il campo si trovava in pieno deserto del Kordofan, a metà strada tra Khartoum e E1 Fasher, leggermente a nord delle piste frequentate dalle carovane, nel letto di uno uadi in secca. L'aviazione militare sudanese non aveva benzina sufficiente per divertirsi ad andare a sorvegliare quell'angolo sperduto.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

M'arma o non m'arma di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 63), 192 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Mario Morelli